Parma: Popoli in festa alla casa madre dei saveriani

26 maggio 2024. E’ un’esplosione di colori, di musica, di fede, la messa con cui inizia “Popoli in festa” in Casa madre, un tripudio di vestiti tradizionali, un melting pot di tutte i continenti che si ritrova intorno alla mensa eucaristica.

Le bandiere delle varie nazioni presenti vengono poste alla base dell’altare, una vicina all’altra a significare la condivisione di un’unica fede. Sono presenti albanesi, polacchi, ucraini, rumeni, venezuelani, srilankesi, pachistani, peruviani e camerunensi.

L’evangelario ondeggia verso l’altare accompagnato da balli africani; anche i doni all’offertorio vengono portati all’altare con danze; le letture vengono incoronate da rami di ulivo sostenuti da due giovani di origine africana.

Il coro è potente e coinvolge creando un’atmosfera intensa di preghiera ma anche di gioia. E’ anch’esso composto di persone provenienti da tanti continenti e spiccano, agli strumenti, gli studenti saveriani.

Giovanna ci rappresenta leggendo una preghiera dei fedeli.

“Popoli in festa” è ormai un appuntamento fisso della primavera saveriana di Parma. Quest’anno si è voluto rimarcare l’urgenza della pace citando, come sottotitolo una frase del Papa: “senza pace siamo sconfitti”.La giornata è organizzata insieme alla Diocesi ed infatti il vescovo Enrico, prima che altri impegni lo portino altrove, ci porta un saluto. Lascia il suo vicario generale, mons. Rosati, a celebrare la messa insieme a molti missionari saveriani.

Finita la messa, condividiamo il pasto nel parco della Casa. Ogni gruppo nazionale ha portato i propri piatti tradizionali. Così è un correre da un tavolo all’altro per fare più assaggi possibili. Sarà pur vero che la cucina italiana è la migliore al mondo ma non è che quella degli altri non si faccia apprezzare… perciò, alla fine ci ritroviamo satolli e molto soddisfatti.

La giornata però non è terminata perché inizia la festa con canti, balli e poesie. Ogni gruppo porta danze e canzoni della propria terra. I costumi e la grazia delle danzatrici orientali sono la cosa che “cattura di più.

Ma anche noi laici diamo il nostro contributo: Milly al canto e Giovanna, insieme alle ragazze bengalesi del nostro progetto di doposcuola, riempiono di colore il cortile con l’immancabile banchetto dell’artigianato congolese.

Lasciamo la festa con una bella sensazione di fratellanza; è stato bello ritrovarsi nonostante le differenze. Riempie davvero il cuore sentirsi parte di una un’unica comunità ecclesiale ed umana.

 

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