Laicato Saveriano https://www.laicatosaveriano.it Fare del mondo una sola famiglia Mon, 04 Mar 2024 15:38:59 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.6.13 https://www.laicatosaveriano.it/wp-content/uploads/2016/10/cropped-logo-laicato-saveriano-32x32.jpg Laicato Saveriano https://www.laicatosaveriano.it 32 32 Ancona: un carnevale multiculturale https://www.laicatosaveriano.it/2024/02/08/anconaun-carnevale-multiculturale.html https://www.laicatosaveriano.it/2024/02/08/anconaun-carnevale-multiculturale.html#respond Thu, 08 Feb 2024 15:27:45 +0000 https://www.laicatosaveriano.it/?p=4959   Ad Ancona prosegue il cammino di amicizia instaurato con alcune famiglie di origine straniera, con cui ci si è

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Ad Ancona prosegue il cammino di amicizia instaurato con alcune famiglie di origine straniera, con cui ci si è ritrovati a condividere insieme la domenica pomeriggio

 

A febbraio il gruppo di Ancona ha ripetuto l’esperienza della merenda interculturale con alcune famiglie amiche, che già l’anno scorso avevano partecipato ad un incontro simile. Come sempre preziosissimo è stato l’apporto dei nostri padri Saveriani, che ci hanno messo a disposizione il loro refettorio e hanno intrattenuto insieme a noi gli ospiti. La nuova casa di Ancona non è certo grande come un tempo, ma ha una atmosfera molto familiare che ha messo tutti a proprio agio

. Con noi c’erano amici di vecchia data, come la famiglia di rifugiati siriani composta da sette persone che da quasi tre anni è seguita dalla Caritas diocesana, e la giovane famiglia di origine bengalese composta da Abdul, Sharmin, dalla piccola Sara e dal nuovissimo membro Sami, di soli due mesi, che è stato coccolato da tutti i presenti, permettendo anche alla nostra Doretta di fare pratica in vista dell’imminente arrivo del suo primo nipotino!

Nuove aggiunte al gruppo molto gradite sono state quelle di due ragazzi bengalesi amici di Alessandra e Alessandro, di Duchette, una ragazza del Camerun che studia all’università di Ancona e Ismail, un giornalista rifugiato turco amico di padre Franco. Anche se purtroppo per varie vicissitudini questi incontri non avvengono spesso come vorremmo, sentiamo che questa modalità di stare insieme è preziosa, ci appartiene, e ci permette di vivere una dimensione realmente amicale, in cui a prevalere non è la relazione di aiuto che abbiamo con queste famiglie, ma una dimensione più paritaria in cui emerge il bene che ci si vuole e che si vuole per l’altro. Come ha detto la nostra amica focolarina Giuliana che ha partecipato alla merenda con noi, “che bello quando le famiglie con tenerezza e amore speciale si prendono cura di ciascuno, nessuno escluso”. Ci siamo ripromessi di vederci presto, e speriamo in primavera di godere della bella stagione e passare del tempo a fare un bel pic nic.

 

 

 

Roberta Brasili

 

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Essere volontaria in carcere https://www.laicatosaveriano.it/2024/02/06/essere-volontaria-in-carcere.html https://www.laicatosaveriano.it/2024/02/06/essere-volontaria-in-carcere.html#respond Tue, 06 Feb 2024 14:22:33 +0000 https://www.laicatosaveriano.it/?p=4945 Elsa fa parte del gruppo di Laicato saveriano di Salerno che ha scelto con il progetto “ERO IN CARCERE…” di

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Elsa fa parte del gruppo di Laicato saveriano di Salerno che ha scelto con il progetto “ERO IN CARCERE…” di rivolgersi a detenuti stranieri che non ricevano visite familiari.

Dio è sempre pronto a riaprire il dialogo

Anche oggi, come ormai da mesi, sono andata all’appuntamento con i miei amici in carcere che visito ogni quindici giorni. Devo prendere l’auto perciò durante il tragitto ho il tempo di prepararmi all’incontro, per pensare e immaginare cosa ci diremo al colloquio. Visito due detenuti nello stesso giorno, ma separatamente, un’ora ciascuno.

Sono molto diversi, quasi in tutto: uno è rumeno e l’altro è tunisino. Uno ha carnagione e occhi chiarissimi, l’altro ha pelle scura e occhi neri. La loro diversità non è solo alla vista, c’è molto di più, c’è una vita, c’è una cultura, c’è tanto ancora…

Perché vi racconto questo?

Perché ormai fanno parte della mia vita. A volte mi ritrovo a pensare a loro proprio come si pensa, appunto, ad un amico, mentre mi soffermo a guardare un bel tramonto o quando mangio una pizzetta scottante e saporita o quando, a sera, mi rilasso stanca morta sul divano a guardare la televisione. Mi ritrovo a pensare a tutti quelli che non vivono queste piccole gioie e quindi anche a loro. Queste azioni per me “nella norma”, “usuali”, per i miei amici “usuali” e “normali” non lo sono più da tempo.

In auto ho ripensato al Vangelo (Mt.25, 31-46) quando Gesù dice “ero in carcere”. Ricordo che mi aveva colpito questa frase e ora nel ripensarla mi accorgo che mi sento realmente coinvolta, consapevole di quello che sto facendo, di dove sto andando.

Solo pochi minuti prima credevo di essere spinta unicamente dalla volontà di fare ciò che sento naturale fare, una semplice risposta ad un richiamo umano. E intanto che i miei pensieri viaggiavano con me, stavo per raggiungere la mia destinazione.

Pensavo che anche altri prima di Gesù avevano parlato di compiere gesti meritevoli, ma solo come doveri di cittadini.

Addirittura nell’antico Egitto erano scritti nel libro dei morti, tra le varie cose da recitare al cospetto delle divinità, anche atti di bontà o generosità come: “Ho dato cibo a…” “Ho curato…” e persino “Ho prestato la mia barca…”, ma non c’era mai stato prima di Gesù chi avesse parlato di amore, di carità, di visitare i carcerati.

È proprio questa la novità: parlare di amore e vedere amore di Dio attraverso l’altro. Gesù ci invita a capire cosa va fatto se crediamo veramente che in ogni uomo c’è Lui, c’è veramente il Cristo anche in quell’uomo rinchiuso in una cella. Non è una semplice visita, è credere e vedere Gesù in quell’uomo con tutti i suoi problemi, difetti ed errori. È capire che dobbiamo distinguere il male da chi lo commette, il reato da chi lo compie, il peccato dal peccatore. Dio è sempre pronto a riaprire il dialogo con chi ha sbagliato, è sempre disponibile al perdono perché Dio condanna il peccato, non il peccatore. Ho meditato su questa lezione del Vangelo ed intanto sono arrivata.

Suono il campanello e mi presento: “Volontaria. Laici saveriani Ad Gentes”. Mi aprono il cancello di entrata, attraverso l’area che mi porta all’edificio.

Suono il campanello della prima porta di ferro, primo controllo e poi una seconda porta di ferro, attraverso il cortile, secondo controllo. Poi, mi lasciano attraversare l’ultima porta di ferro. Ora sono veramente dentro. Davanti a me si incrociano i larghi corridoi, conosco la strada e imbocco quello che mi porta al cancello che io non potrò attraversare. Lì i secondini mi vedono arrivare, l’addetto si avvicina ed io gli passo, attraverso le sbarre, il foglio con i due nomi. Mi passano accanto i vari detenuti, alcuni li conosco, tutti salutano. Dopo un po’ vedo arrivare il primo, più tardi arriverà l’altro e passo con loro un’ora ciascuno.

Parliamo, scherziamo, un po’ seri e un po’ allegri a seconda degli argomenti. Li lascio esprimere, parlano tanto, a loro piace sentirsi ascoltati. A volte me lo dicono: “Sai una cosa, ho bisogno di parlare perché anche se in cella siamo in sette non si ha molta voglia di dire quello che sentiamo”. Altre volte dicono: “Ti aspettavo”. Si lasciano andare a raccontarsi

Elsa Baratta

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Il laicato saveriano in Burundi https://www.laicatosaveriano.it/2024/02/05/il-laicato-saveriano-in-burundi.html https://www.laicatosaveriano.it/2024/02/05/il-laicato-saveriano-in-burundi.html#respond Mon, 05 Feb 2024 10:22:26 +0000 https://www.laicatosaveriano.it/?p=4950 Dal 1964, i missionari saveriani sono presenti in Burundi. A partire dal 1995, hanno fondato la parrocchia di Kamenge. Le

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Dal 1964, i missionari saveriani sono presenti in Burundi. A partire dal 1995, hanno fondato la parrocchia di Kamenge. Le opere apostoliche e sociali che svolgono parlano più delle parole. Nel 2018, sotto la guida del parroco dell’epoca, P. Mario Pulcini, è nato un gruppo di Laici saveriani a Kamenge. Questo gruppo è entrato a far parte della grande famiglia carismatica saveriana. Attualmente è composto da 35 membri: 12 coppie, 7 donne sposate, 2 single e 2 vedove. La maggior parte di loro è attiva nei gruppi e nei movimenti di cattolici presenti in parrocchia.

È un seme seminato, la pianta cresce gradualmente.

Potremmo paragonare la nascita del Laicato Saveriano di Kamenge a un albero piantato vicino a un corso d’acqua. C’è una forte condivisione di doni da parte dei membri del gruppo, e ciò fa sì che l’unità della famiglia permetta di approfondire la fede e il desiderio di amare Dio, di vedere Dio e di cercare Dio in ogni cosa.

i Laici saveriani di Kamenge cercano di costruire uno spirito di famiglia basato sul compimento di piccole azioni concrete non solo tra i membri della famiglia ma anche al di fuori di essa.

 

Come Laici condividiamo diversi momenti insieme:

–              La preghiera dei vespri e gli incontri svolti ogni primo e secondo lunedì del mese,

–              La preghiera dei vespri ogni secondo venerdì del mese, organizzata via via in una diversa casa di un membro del laicato

–              La messa o la formazione sul carisma saveriano svolta ogni terzo lunedì del mese

–              L’adorazione del Santissimo Sacramento svolta ogni giovedì

–              Una volta ogni quattro mesi, il gruppo organizza un ritiro spirituale. In totale, tre ritiri all’anno

–              Un grande ritiro programmato ogni anno nel mese di giugno

–              Una volta ogni 3 mesi, il gruppo condivide il pasto insieme.

Abbiamo anche diverse attività che si svolgono a favore di realtà esterne alla famiglia del Laicato: dopo l’assassinio delle tre Suore di Maria Saveriane: Suor Olga, Suor Lucia e Suor Bernadetta, i Laici di Kamenge, prima ancora della nascita del laicato saveriano, con il sostegno dei Padri saveriani, hanno mantenuto in vita la loro casa, e continuato a pregare. Le date dei loro assassinii sono diventate giorni per incontrare Gesù abbandonato che incontriamo nelle persone bisognose. Il 7 e l’8 di ogni mese, i Laici saveriani svolgono opere di carità verso le persone bisognose. Queste persone sono incontrate nelle prigioni, nei centri di accoglienza, nelle case, ecc.

In Burundi esistono tre gruppi di laici saveriani: quello della parrocchia missionaria di Kamenge, quello di Rohero (centro città) e quello di Bugwana, nella diocesi di Muyinga. Prima della pandemia di Covid-19, si tenevano incontri annuali di tutti i gruppi. I primi due incontri (2018 e 2019) sono stati sostenuti dalle delegazioni dei confratelli e delle consorelle della Repubblica del Congo e dell’Italia. I membri del Laicato saveriano di Kamenge hanno mantenuto legami molto stretti con le diverse componenti della grande famiglia carismatica, i Padri saveriani e le Suore di Maria Saveriane, sin dalla fondazione della parrocchia di Kamenge. La condivisione dell’apostolato tra queste componenti dura da molto tempo ed è considerata un tesoro vivente che aiuta a costruire un mondo di fratelli e sorelle che testimoniano la loro fede attraverso una vita semplice e modesta. I Laici saveriani condividono le esperienze degli eventi importanti con i Padri saveriani e le Suore di Maria Saveriane.

 

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Il progetto Nyota si espande … https://www.laicatosaveriano.it/2024/02/02/il-progetto-nyota-si-espande.html https://www.laicatosaveriano.it/2024/02/02/il-progetto-nyota-si-espande.html#respond Fri, 02 Feb 2024 15:13:08 +0000 https://www.laicatosaveriano.it/?p=4955 Durante il viaggio fatto a Goma da Giovanna, Paolo e Angela lo scorso ottobre si è potuto constatare che la

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Durante il viaggio fatto a Goma da Giovanna, Paolo e Angela lo scorso ottobre si è potuto constatare che la situazione dei campi profughi cresciuti con l’inasprirsi dei conflitti interni al paese è di gran lunga peggiorata. È nata così l’idea di estendere il lavoro del progetto Nyota in questi ambiti, tramite lo screening e la cura delle persone epilettiche.

I due campi profughi si trovano precisamente ai confini della parrocchia di Ndosho (quella dei missionari saveriani), in territori che fino a qualche tempo fa erano al suo interno, e pertanto ben conosciuti. Per portare avanti questo nuovo progetto si è cercato un partner esterno che ci aiutasse ad affrontare l’impegno economico e si spera ci apra a condividere cammini missionari con realtà esterne come già succede con l’OdV “Da Qui a Là”. E’ nato così un progetto finanziato dal OdV Caritas Children di Parma.

Il progetto si articolerà all’interno del campo profughi di Muja, poiché lì c’è un rapporto diretto con la parrocchia, che speriamo possa facilitare alcuni passaggi ed accrescere anche un cammino con i Padri Saveriani;

per questo anche Padre Stefano Dalla Pietra si è reso disponibile a collaborare. Il progetto prevede un periodo di “avvio” di screening di circa 6 mesi, in accordo con la direzione del campo e con gli watumisi (referenti delle comunità di base), sensibilizzando, tramite i Laici Saveriani di Goma, i rifugiati al problema dell’epilessia per poi effettuare uno o due medical camp settimanali con l’infermiera Yoali operatrice già nel progetto Nyota..

Per i casi di diagnosi dubbia o complessa, si farà riferimento come sempre al Centro di Salute Mentale che già collabora con noi. La presenza dei quattro componenti dell’equipe al campo profughi una volta a settimana consentirà di conoscere, in una prima fase, la realtà e la situazione medica del campo, oltre a pianificare le attività di sensibilizzazione e di individuazione dei malati.

Dopo un mese o due nella seconda fase, prevederemo la presenza stabile dell’equipe al campo profughi due volte a settimana per consentire la continuità delle cure.

Crediamo che questo progetto sia volto a migliorare la salute delle persone, e che sia testimone di presenza missionaria e spirituale che coinvolga la Famiglia Carismatica Saveriana tutta. Speriamo davvero di portare un filo di speranza ad un popolo che tanto duramente sta vivendo sulla propria pelle l’instabilità politica e la condizione di povertà estrema già presente nella storia di questo martoriato territorio.

 

 

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Salerno :per sognare la pace… https://www.laicatosaveriano.it/2024/01/16/salerno-per-sognare-la-pace.html https://www.laicatosaveriano.it/2024/01/16/salerno-per-sognare-la-pace.html#respond Tue, 16 Jan 2024 08:53:14 +0000 https://www.laicatosaveriano.it/?p=4911 Nel novembre 2022, durante la manifestazione nazionale per la pace, a Salerno si è tenuto un incontro riflessivo con la

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Nel novembre 2022, durante la manifestazione nazionale per la pace, a Salerno si è tenuto un incontro riflessivo con la partecipazione di diverse realtà associative e di gruppi di varie appartenenze religiose. Questo appuntamento ha generato interesse, facilitato connessioni relazionali e ha ispirato la speranza di promuovere un percorso ecumenico su temi chiave come la pace, la giustizia, la democrazia e la fratellanza.

Grazie alla determinazione di alcuni membri del gruppo promotore, composto dai Missionari Saveriani, Laicato Saveriano, Ufficio Ecumenico ed Ufficio Missionario diocesani, Movimento dei Focolari, Comunità Baha’i , MoVI,Pax Christi, è emersa l’idea di creare una traccia per un percorso comune. Questo progetto mira a consolidare i legami interassociativi e interistituzionali in modo che possano contribuire alla crescita di una cultura comunitaria.

Nel contesto del progetto “Dalla terra promessa alla terra permessa”, dal 25 al 30 agosto 2023, è stata organizzata una “Route estiva” intitolata “Sognare la pace per dare gambe a una nuova umanità” da Mo.Vi Campania. Successivamente, diverse realtà hanno formato il cartello “Sognare la Pace”, con quattro aree di focus: giustizia, fratellanza, democrazia e cura del pianeta.

Numerose iniziative sono seguite, tra cui incontri di approfondimento su temi quali migranti, rotta balcanica, guerre globali, persecuzioni delle donne e dialogo interreligioso. Si sono tenute anche serate spettacolo a tema (cinema, teatro, musica), una mostra su don Milani presentata in due scuole, gite sociali per esplorare le realtà di lavoro e l’opposizione alla camorra in Campania.

Dal 19 dicembre 2023 al 6 gennaio 2024, presso il Tempio di Pomona nel centro storico di Salerno, si è svolta la mostra “Anime e Volti della Pace”. Organizzata dalla ormai cresciuta rete interassociativa e interreligiosa “Sognare la Pace”, la mostra ha presentato un ricco calendario di iniziative, inclusa la diffusione della Luce della Pace di Betlemme come simbolo religioso e portatore di valori civili ed etici condivisi da tutte le religioni.

La mostra, proveniente da Padova e curata dal dottor Alfonso Pluchinotta, ha cercato di educare alla cooperazione e alla solidarietà attraverso l’esibizione di 70 riproduzioni di opere d’arte significative. Temi come tolleranza, solidarietà, educazione alla non-violenza e fratellanza universale sono stati affrontati. L’arte è stata presentata come un mezzo per comunicare il messaggio di pace, con opere simboliche di artisti più noti come Picasso, Carl Reutersward e Le Corbusier ed altri meno noti. La mostra ha sottolineato un percorso che va dalle conseguenze dirette della guerra alla costruzione della pace attraverso l’avvicinamento all’altro e l’importanza di cambiare se stessi ed educarsi alla pace.

La Mostra “Anime e volti della pace” ha anche offerto spazio a diversi eventi correlati:

L’Azione Cattolica ha portato una riflessione sul Medio Oriente. Humus ha organizzato laboratori di ceramiche presepiali. Le ambasciatrici Erasmus hanno promosso la partecipazione attiva alla vita democratica in Europa. L’associazione Rossetto si è concentrato su pace e giustizia. I rappresentanti Baha’i hanno condiviso il loro punto di vista sulla pace e sui loro templi. Bancaetica ha affrontato il tema della finanza etica.

Il gruppo Laudato si ha promosso iniziative sulla cura del creato e per i bambini. Coop. Il Villaggio di Esteban e RESQ si sono occupati dell’accoglienza dei minori non accompagnati e del soccorso in mare dei migranti. L’incontro interreligioso ha presentato canti e poesie per la pace, enfatizzando l’unità nella diversità. “Essenza di pane” ha offerto un’esperienza unica con il forno di Vincenzo, trasformando la disabilità in risorsa.

Il coro “Sui Generis”, il laboratorio di scrittura poetica per bambini ed adulti con la piccola biblioteca Hormè, e l’iniziativa “Pace e Missione” a cura del Laicato Saveriano hanno arricchito l’evento. L’Istituto buddista “Soka Gakkai” ha offerto riflessioni su “Cambio io, cambia il mondo”. Infine, “Poesia per la pace” ha concluso l’evento con letture partecipate a cura della Casa della Poesia.

Claudio Condorelli

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Segretariato Unitario di Animazione Missionaria : Camminare insieme,guardando avanti https://www.laicatosaveriano.it/2024/01/15/segretariato-unitario-di-animazione-missionaria-camminare-insiemeguardando-avanti.html https://www.laicatosaveriano.it/2024/01/15/segretariato-unitario-di-animazione-missionaria-camminare-insiemeguardando-avanti.html#respond Mon, 15 Jan 2024 16:54:43 +0000 https://www.laicatosaveriano.it/?p=4926 In questo articolo Betti condivide le riflessioni e le domande scaturite dall’ultimo incontro del SUAM – Segretariato Unitario di Animazione

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In questo articolo Betti condivide le riflessioni e le domande scaturite dall’ultimo incontro del SUAM – Segretariato Unitario di Animazione Missionaria. Una bella occasione anche per tutti noi per interrogarci su come vivere nel nostro cammino la sfida dell’animazione missionaria in Italia.

Negli ultimi mesi dello scorso anno, il SUAM ha attivato un nuovo cammino, sia a livello nazionale che regionale. Nell’attesa del prossimo Festival della Missione, che si terrà a Torino (data da definirsi), in più occasioni, spinti anche dalla realtà di fatto che istituti e gruppi laicali si stanno riducendo in numeri, si riflette molto su cosa vuol dire missione e cosa vuol dire animazione missionaria oggi. Ci si interroga, in particolare, su quale presente e futuro ha la missione in Italia.

Non è solo un riflettere sui termini, come ad esempio sul fatto che la sigla “SUAM” (segretariato unitario animazione missionaria) dovrebbe essere cambiata ma soprattutto sullo stile e su come essere veri ed autentici. Ecco alcune importanti riflessioni che si sono condivise durante il nostro incontro:

*Portare nel nostro “stare” quotidiano GIOIA, VERITA’, donando la nostra esperienza. Non esaltando l’IO ma raccontare con la nostra vita che è umanamente possibile vivere arricchendosi del dono dell’altro.

*Vivere e far vivere il NOI come risposta alle paure, alle insoddisfazioni, alle solitudini. Un NOI che è un insieme, ovvero mettere in comune armonicamente e naturalmente culture, carismi e scelte di vita diverse; ognuno mette il meglio di sé, riconoscendo che ha bisogno degli altri.

Il nostro giudizio sia sempre accogliente, il nostro approccio gioioso ed attento all’umano.

 

Donarci all’altro con una generosità positiva

Tante riflessioni portano a dire che la missione in Italia ci chiama ad essere presenti nelle realtà che abitiamo, non di fretta e di corsa, ma stando il tempo necessario. L’urgenza di essere voce degli ultimi o, meglio, dare voce agli ultimi è qualcosa che anche Papa Francesco continua a ripeterci: “Non siate solo coloro che soddisfano bisogni “. Dobbiamo inoltre essere specchio nel locale del mondo, tenere il mondo nei nostri occhi.

n contesto su cui si sta cercando di lavorare insieme, raccogliendo materiale e proponendo percorsi congiunti tra istituti, sono le scuole. La formazione degli insegnanti, la presenza nei vari Istituti scolastici, i musei e le mostre: come valorizzare tutto questo? Per questo si stanno strutturando collaborazioni continue con l’ufficio mondialità” del PIME e con Fondazione MISSIO (CUM, Centro unitario per la formazione missionaria, per esempio, per la formazione dei docenti).

Concludo condividendo delle provocazioni sulle sfide e le tematiche aperte, su cui però c’è un fermento concreto:

*Ogni istituto a modo suo (in tutte le sue forme) sta aprendo alla pluralità: stare insieme consacrati, laici. Tanti istituti preparano il capitolo “insieme”: femminile, maschile ed eventuali laici.

  • Ha ancora senso nel 2024 distinguersi così tanto? Quali sinergie sono possibili tra diverse realtà come il Suam o come CIMI, che già anni fa aveva avuto l’intuizione di lavorare insieme?

  • Animazione missionaria: quali cambiamenti nello stile, nel metodo, nel termine stesso?

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missionari saveriani in Marocco (dalla rivista digitale Spiritualità Missionaria) https://www.laicatosaveriano.it/2024/01/05/missionari-saveriani-in-marocco-dalla-rivista-digitale-spiritualita-missionaria.html https://www.laicatosaveriano.it/2024/01/05/missionari-saveriani-in-marocco-dalla-rivista-digitale-spiritualita-missionaria.html#respond Fri, 05 Jan 2024 00:20:47 +0000 https://www.laicatosaveriano.it/?p=4905 Ponte della Fraternità Imissionari saveriani rispondono al motto del nostro fondatore che dice: “Fate del mondo una sola famiglia“. All’interno

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Ponte della Fraternità

Imissionari saveriani rispondono al motto del nostro fondatore che dice: “Fate del mondo una sola famiglia“. All’interno di questa famiglia c’è posto per tutti, non c’è distinzione di etnia, cultura, sensibilità, situazione sociale, ecc. Condividiamo la dignità umana. Con questa visione, ci sentiamo ponti di fraternità, artigiani di legami fraterni. A questo proposito, Papa Francesco ci motiva dicendo nella Fratelli Tutti: “L’isolamento e la chiusura in se stessi o nei propri interessi non sono mai la via per ridare speranza e portare rinnovamento, ma è la vicinanza, la cultura dell’incontro. L’isolamento no; Vicinanza, sì. Cultura del confronto, no; una cultura dell’incontro, sì“. Certo, noi saveriani pensiamo che aprirsi al mondo di un’altra religione approfondisca questa dinamica di fraternizzare, di essere cristiani, con gli altri credenti sia testimonianza viva ed espressione di una fede aperta capace di convivenza e di fraternità. Ecco perché la nostra presenza in Marocco ci permette di intraprendere umilmente questo cammino.

Ponte interreligioso

Il famoso termine “dialogo interreligioso” implica oggi il passaggio dal discorso degli insegnanti o dei conferenzieri a una prassi esperienziale. Senza renderci protagonisti, i Saveriani in Marocco rispondono all’ideale di essere un ponte tra l’Occidente e il mondo musulmano. Ciò significa facilitare l’incontro fraterno tra cristiani e musulmani, tra europei e africani, tra fede (cristiana e musulmana) e culture diverse, tra cristiani e altre fedi. Infatti, come ha detto il re del Marocco Mohammed VI nel suo discorso di benvenuto a Papa Francesco nel 2019: “il dialogo tra le religioni abramitiche (ebraismo, cristianesimo e islam) è manifestamente insufficiente nella realtà odierna. In un momento in cui i paradigmi si trasformano, ovunque e in tutti gli aspetti, il dialogo interreligioso deve crescere“. Per il re, “le tre religioni abramitiche non esistono per essere tollerate, per fatalistica rassegnazione o semplice accettazione altruistica. Esistono per aprirsi l’uno all’altro e per conoscersi, in una coraggiosa gara di fare del bene l’uno all’altro“. Certo, la testimonianza viva ci invita a considerare il dialogo interreligioso come una missione. Non siamo sacerdoti o missionari solo per i cristiani (“Tu sei sacerdote per sempre secondo il rito di Melchisedec”, dice la Bibbia, e Melchisedec non è rinchiuso). La Bibbia, infatti, ci dice: “Riceverete forza per essermi testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea, in Samaria e fino agli estremi confini della terra” (At 1,8). Esprimiamo questo dialogo in Marocco in vari modi.

Un ponte di fraternità spirituale e di rispetto

Cosa fanno concretamente i saveriani in Marocco? Perché “sprecano” il loro tempo mentre ci sono cristiani che hanno bisogno di loro in altri paesi? Sono domande che spesso vengono in mente a chi ci conosce da lontano. I Saveriani vivono a Fnideq, Castillejos, proprio di fronte alla città di Ceuta, nell’arcidiocesi di Tangeri, nel nord del Marocco. A Fnideq, una città di circa 80.000 abitanti, gli unici cristiani che ci abitano siamo noi missionari saveriani e, naturalmente, viviamo totalmente immersi nella realtà dei nostri fratelli musulmani. La comunità cristiana, una decina di persone, si riunisce la domenica a M’diq, a circa 20 chilometri di distanza. A Fnideq ci sentiamo i benvenuti e a casa.

I piccoli ponti che si stanno costruendo potrebbero essere:

1. Preghiera

Quando i fratelli musulmani si rendono conto che i cristiani (rappresentati da noi missionari saveriani) pregano, questo ha un impatto positivo su di loro. E inoltre, quando il muezzin invita alla preghiera musulmana, sentiamo l’invito a pregare, a confidare in Dio, a ricordarci sempre di Dio. Certo, c’è una sorta di sinfonia spirituale, ma con una diversità di culto e di credo. Preghiamo per loro, ci prendiamo cura di loro il più possibile, perché siamo inviati a loro per testimoniare la fraternità.

2. Incontri con il cuore

Ci sono momenti specifici di convivenza in cui costruiamo ponti. Insieme ai nostri fratelli e sorelle musulmani, celebriamo la Giornata Internazionale della Fratellanza Umana istituita da Papa Francesco. Celebriamo la Giornata Internazionale del Vivere Insieme in Pace promossa dallo sceicco Khaled Bentounes, musulmano; Il 3 dicembre celebriamo San Francesco Saverio, patrono delle missioni e nostro patrono, modello di apertura alle diverse culture; Abbiamo un centro socio-culturale in cui diventa visibile il dialogo tra la vita e le opere concrete, ecc. Le attività o le iniziative durante tutto l’anno sono molteplici e le dobbiamo a Dio.

3. Essere è più attraente che fare

La nostra è una presenza di testimonianza e non come un’altra ONG. È una presenza di incontro, di amore e di essere presenti senza la pressione del fare per il fare. Crediamo che questo atteggiamento sia anche evangelico e abbiamo Maria come immagine quando visitava sua cugina Elisabetta. Il testo non menziona il dono che le ha portato o le attività che ha fatto, ma menziona la gioia dell’incontro, dello stare insieme. In questo modo, testimoniamo il fatto che è possibile vivere insieme donandosi totalmente come cristiani per i musulmani e viceversa. Il mondo di oggi ha bisogno di questo tipo di testimonianza. Quando un fratello musulmano si sacrifica per me, prega per me, mi chiede di pregare per lui, mi chiede di testimoniare la mia fede davanti al suo popolo senza pretese di proselitismo, ma di rispetto per la fede, è segno che il Regno di Dio ha raggiunto i confini della terra. Con la nostra presenza cadono i pregiudizi negativi che i cristiani hanno nei confronti dei musulmani e viceversa.

4. Colmare il divario tra l’Occidente e il mondo musulmano

Da alcuni anni siamo abituati a vivere la Settimana Santa con i giovani europei che vengono nella nostra comunità in Marocco per celebrare questi giorni così importanti per noi cristiani. Sono anche momenti di incontro spirituale e fraterno con un gruppo di musulmani sufi e altri amici. Queste esperienze vissute con noi saveriani in Marocco permettono a questi giovani di comprendere il mondo musulmano in modo diverso, e li aiutano anche a scoprire la loro identità cristiana in modo diverso, con ancora più fervore.

Da alcuni anni organizziamo campi di lavoro estivi, con i quali vogliamo promuovere in modo chiaro la cultura della fraternità e del dialogo interreligioso e interculturale.

In questo modo, con semplicità, cerchiamo di rendere presente il Regno di Dio in Marocco.

 

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Laici Saveriani : la Convivenza Invernale https://www.laicatosaveriano.it/2024/01/03/laici-saveriani-la-convivenza-invernale.html https://www.laicatosaveriano.it/2024/01/03/laici-saveriani-la-convivenza-invernale.html#respond Wed, 03 Jan 2024 17:08:43 +0000 https://www.laicatosaveriano.it/?p=4931 Nel fine settimana dell’8 dicembre, noi famiglia dei Laici Saveriani ci siamo incontrati in Casa Madre a Parma, per la

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Nel fine settimana dell’8 dicembre, noi famiglia dei Laici Saveriani ci siamo incontrati in Casa Madre a Parma, per la consueta convivenza invernale: appuntamento prezioso per vivere tutti insieme momenti formativi, di verifica del passato e discernimento per il futuro ma soprattutto momenti di fraternità.

Alcuni flash. Essere in Casa Madre: pregare al mattino nella Cappella dell’invio dei missionari partenti, muoversi tra le memorie confortiane, condividere preghiera e pasti con i Saveriani della casa è stato come recarsi alla nostra sorgente di missionarietà saveriana, esperienza, saggezza e viva fede;

per il gruppo di Salerno l’incontro con i padri del IV piano che a lungo ci hanno accompagnato è stata un’esplosione di gioia: p. Nazareno Corradini e p. Antonio Chiofi hanno lasciato a Salerno il loro cuore che continua a pulsare tra noi.

La formazione con la teologa Donata Horak sulle “Sfide a cui sono chiamati i laici alla luce dell’Amoris Laetitia e sul diverso l’approccio rispetto alla Familiaris Consortio di oltre 40 anni fa. I pilastri su cui fondare il cammino di noi laici nelle realtà in cui viviamo oggi sono quattro: considerare sempre il tempo superiore allo spazio, il tutto superiore alla parte, l’unità superiore al conflitto e la realtà superiore all’idea.

I laici della fraternità di Parma ci hanno condotti a San Francesco del Prato per fare un vero e proprio percorso spirituale e antropologico. Abbiamo appreso la parabola storica di questo monumento di arte gotica unico al mondo. Salire con i caschetti gialli in testa i quattro livelli di impalcature per i lavori di restauro ci ha fatto rivivere la parabola ascendente di questo meraviglioso luogo. I nostri occhi sono arrivati ad un solo metro dall’azzurra volta stellata dove, come non mai, abbiamo ammirato ogni dovizia di particolari dipinti da mani ispirate. Come sempre siamo tornati a casa con gli occhi impressi di bellezza ed il cuore colmo di gratitudine per essere parte della Famiglia Saveriana… “Il Signore non poteva essere più buono con noi”.

Annapaola Turco

 

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Ancona :Child For Children https://www.laicatosaveriano.it/2023/12/28/ancona-child-for-children.html https://www.laicatosaveriano.it/2023/12/28/ancona-child-for-children.html#respond Thu, 28 Dec 2023 11:07:49 +0000 https://www.laicatosaveriano.it/?p=4935 Gli scorsi 20 e 22 Dicembre abbiamo riproposto due concerti di beneficenza a favore del PROGETTO NYOTA I concerti sono

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Gli scorsi 20 e 22 Dicembre abbiamo riproposto due concerti di beneficenza a favore del PROGETTO NYOTA I concerti sono stati promossi dall’Associazione Zonamusica in collaborazione con l’Accademia 56 di Ancona che si occupa di formazione teatrale e che molto volentieri mette a disposizione il proprio Auditorium e l’impegno dei loro gruppi teatrali per arricchire i concerti. La particolarità di questa proposta è l’intento educativo oltre che economico: i concerti sono infatti svolti da bambini e ragazzini che decidono consapevolmente di donare il proprio impegno e la propria musica per i loro coetanei che vivono in Congo.Una iniziativa piccola, come tante forse, ma oggi più che mai niente è piccolo e irrilevante quando parliamo di trasmissione di valori ai più giovani, di nuove sensibilità acquisite , di pensieri buoni che si tramutano in azioni semplici ma concrete, di desiderio di costruire tutti insieme qualcosa di bello e buono per gli altri. I bambini e ragazzi ci fanno da maestri: hanno voglia e bisogno di imparare da noi adulti che l’impegno per il Bene ...fa bene, riempie il loro cuore. Da tre anni ormai proponiamo ai nostri giovani allievi di suonare per questa manifestazione e, malgrado i tanti impegni del periodo prenatalizio, ormai sono loro a chiederci di poterlo fare, perché sentono che è prezioso mettersi a disposizione per questo evento. E poi che felicità quando la cassettina delle donazioni si riempie dopo gli applausi...Concerti bambini, quindi, forse un po’ stonati, ma tenerissimi e grandi nell’esempio. Beatrice Petrocchi

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Ritorno a Goma https://www.laicatosaveriano.it/2023/12/02/ritorno-a-goma.html https://www.laicatosaveriano.it/2023/12/02/ritorno-a-goma.html#respond Sat, 02 Dec 2023 15:15:40 +0000 https://www.laicatosaveriano.it/?p=4898 Angela racconta il suo recente viaggio a Goma insieme a Paolo e Giovanna. La gioia di ri trovare tanti amici

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Angela racconta il suo recente viaggio a Goma insieme a Paolo e Giovanna. La gioia di ri trovare tanti amici e di poter seguire sul posto il progetto Nyota ma anche la consapevolez za di tanti problemi non risolti. La visita al campo dove vivono i profughi causati dai recenti scontri a fuoco lascia senza parole…

Quest’anno i giorni della nostra permanenza a Ndosho sono stati pochi ma, come prevedibile, intensi. Siamo arrivati il 25 ottobre all’aeroporto di Goma con la pioggia per ripartire il 10 novembre sempre con la pioggia, sempre con tante valigie ricolme di oggetti da destinare alla vendita a sostegno del progetto Nyota. Daniel, Noela, Jean Battist, Diodonnè, le mamme poupèe, le mamme dell’atelier “Anna Micheli” della parrocchia di san Francesco Saverio, le mamme della “Mai son Cana”: sono loro gli artigiani e le arti giane con cui Giovanna da anni intesse relazioni fruttuose che poi contagiano “inevitabilmente” chi si fa compagno di viaggio e si ferma nella nostra casa di Ndosho.

Quest’anno con noi tre, (Paolo, Giovanna, Angela) c’erano Maria Rita e Raffaella, sorelle di Giovanna, che conti nuano a seguire i ragazzi di un orfanatro fio. E c’erano anche la figlia di Raffaella, Francesca con suo marito Stefano. Anche loro, i più giovani del gruppo, catturati dalla maestria, dall’ingegno degli artigiani di Goma hanno acquistato, dopo ampia contrattazione, come qui è in uso fare, tanti manufatti che insieme agli altri già commissionati hanno occupato la casa per poi essere stipati nelle valigie.

Al di là di queste attrazioni che appartengono alla “nostra memoria collettiva” la casa dei lai ci saveriani continua ad essere la “bara a”,che in swahili significa luogo d’incontro, dove i legami con tanti amici, non solo artigiani di cui conosciamo la fa tica del vivere quotidiano, si rinsaldano e dove si vive la gioia di attendere sempre qualcuno e di essere attesi. Durante que sta nostra permanenza abbiamo incontra to tanti amici, visitato tante realtà. Ci siamo ritrovati più volte con i componenti dell’equipe Nyota, in presenza finalmente!

Nel corso delle nostre riunioni sempre produttive e cariche di progettualità, ci siamo confrontati in particolare su come agire di fronte alla situazione di estrema precarietà di vita di alcuni malati epilettici e di quelli che ora arrivano in parrocchia dai quattro campi profughi che sono collocati in diversi punti della città di Goma. Nel fare poi il resoconto del lavoro svolto dai tre componenti dell’equipe Nyota e da Paolo, che ha visitato tanti malati ogni giorno, considerando gli obiettivi per cui il progetto è nato e le risorse disponibili, è stato opportuno stabilire di prendere in cura solo i bambini e di continuare le cure solo degli adulti già iscritti nell’ attuale elenco dei 140 malati.

Nella mattina di domenica 5 novembre abbiamo incontrato invece i laici saveriani di Goma. In tutto sono cinque famiglie, con cui abbiamo pregato insieme e, nell’affidarci a S. G. M. Conforti, ci siamo confrontati sulla fedeltà alla nostra voca zione missionaria, sul valore dell’unità.

Abbiamo poi donato loro a nome di tutti i laici saveriani in Italia il testo in francese della ”Fratelli tutti”. In cambio ci è stata confermata la disponibilità di tutti loro a collocare in un terreno di proprietà comune la casetta di legno di un orfano, malato epilettico, che con il fratello di 16 anni non ha più un luogo dove vivere. Proprio un bel regalo: un gesto concreto di condivi sione!!!

E ……. del 9 novembre, il giorno della visita al campo profughi vicino a Mugunga?

Cosa raccontare? Mi manca il fiato quando ci penso!

A presto.

Angela Marano

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