Agenda 1/2018

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L a i c a t o S a v e r i a n o
Gennaio
2018
Le attività del Laicato Saveriano Semi di Fede – Speranza – Carità
w w w . l a i c a t o s a v e r i a n o . i t
– 1 –
Le Parole del Padre
Il brano è tratto dall’omelia in occasione dell’ingresso ufficiale
di Guido Maria Conforti come vescovo a Parma il 25
Marzo 1908.
“Ed io rappresentante in mezzo a voi di Colui che è venuto
in terra per portare la pace agli uomini, che è chiamato
dagli scrittori ispirati il principe della pace, in questa prima
volta che a voi solennemente mi presento lasciate che faccia
risuonare sotto le volte auguste di questa basilica il saluto
santo della pace, che vorrei trovasse eco profonda nei
vostri cuori e restasse come ricordo di questo giorno solenne.
E come potrei rimanermene indifferente mentre anche in mezzo al mio popolo che considero come la
mia famiglia adottiva, si va agitando la falce della discordia per alimentare profonde lotte tra il ricco
ed il povero, il capitale ed il lavoro?
Pax vobis! La pace del Signore sia con voi, o fratelli, quella pace che non è altro che la tranquillità
dell’ordine e l’ordine è ciò che fa sì che ogni cosa occupi il posto
destinatole dalla divina provvidenza, secondo le varie sue relazioni.
Abbiatevi dunque la pace con Dio che gusterete ognora nel possesso
della sua grazia, della sua amicizia, del suo amore, nell’osservanza
della sua legge, nella fuga del peccato, nell’adempimento
esatto dei doveri del vostro stato.
Abbiatevi la pace con voi stessi che consiste nella tranquillità
dell’animo e che non si può conseguire se non resistendo alle esigenze
della corrotta natura, se non soggiogando quelle disordinate
passioni che mettono a tumulto, a tempesta il nostro povero cuore
fatto per il bene, per la virtù, ma che pure per triste conseguenza
del peccato d’origine sente forte propensione al male.”
IN QUESTO NUMERO
– Notizie dalla missione
Bangladesh
– Vita di famiglia
Parma
Ancona
Bedonia
Salerno
– Bacheca
Laicato Saveriano
Gennaio 2018
– 2 –
Notizie dalla missione
Bangladesh
Pubblichiamo con un piccolo scarto temporale ( per ovvi motivi tecnici ), le notizie che Patrick e
Franca condividono sul loro blog; leggeremo della visita del Papa in Bangladesh e dei preparativi per
il Natale.
A fine Novembre non possiamo mancare
all’appuntamento con Papa Francesco che arriva
in Bangladesh. Sono 31 anni che un Papa
non viene in visita apostolica in Bangladesh.
La Chiesa cattolica del Bangladesh, uno sparuto
0,4% della popolazione del paese, accorre
con gioia agli incontri programmati.
Anche noi partecipiamo alla S. Messa, celebrata
al Suhradawy Udyan Park, insieme a Sister
Roberta e ad alcuni dei suoi malati di lebbra.
Dopo che Sister Roberta, con grandi peripezie,
riesce ad ottenere i pass per l’area vip, facciamo
di tutto per riuscire a spingere in prima
fila anche i due malati sulla sedia a rotelle,
almeno il tempo di vedere il Papa salire sull’altare
ed iniziare la celebrazione… nonostante
alcune rimostranze. Il giorno successivo partecipiamo
all’incontro con i preti e i religiosi/e
abbiamo qui la fortuna di stringere la mano a
Papa Francesco e salutarlo mentre entra in
Chiesa…. sono pochi secondi di grande emozione,
una benedizione che ci portiamo nel
cuore.
Della visita di Papa Francesco portiamo a casa
il richiamo all’armonia, alla pace e all’ apertura
verso il prossimo, soprattutto i più poveri ed
emarginati da tutti.
Nei giorni successivi ci rechiamo al nord, Dinajpur.
Qui siamo ospiti di p. Gianvito Nitti al
Pastoral Center. Visitiamo le missioni della città,
dove incontriamo anche il Dr Iaio, saveriano
che lavora c/o l’Ospedale S. Vincent. Incontriamo
diversi altri missionari, soprattutto
missionari del Pime che sono presenti in queste
zone da decenni.
Si avvicina il Natale e la nostra attività prosegue.
All’ambulatorio i malati tendono ad arrivare
in tarda mattinata, infatti anche qui è inverno
e soprattutto al mattino e alla sera il
fresco si fa sentire… al mattino poi spesso tutto
è avvolto dalla nebbia e quindi la gente
tende a muoversi da casa più tardi.
Proseguiamo anche i Medical Camps nei villaggi,
questo ci dà l’occasione di conoscere
meglio il territorio e le condizioni in cui vive la
gente
Anche alla Missione la vita prosegue con le solite
attività. Terminata la scuola e gli esami le
ragazze sono rimaste per iniziare a studiare
con p Luigi il programma del prossimo anno.
Sono arrivate anche alcune nuove ragazze,
che dovranno frequentare la classe sesta.
Laicato Saveriano
Gennaio 2018
– 3 –
Questa settimana il ” Pond’s filter”, che serve
per filtrare l’acqua del pukur si è inceppato. Le
ragazze hanno speso una mattinata intera per
ripulirlo. Essendo l’acqua che si estrae dai
pozzi salata, questo filtro è fondamentale perché
permette di filtrare l’acqua del pukur per
ottenere l’acqua dolce che serve a lavarsi, lavare
i vestiti etc. Infatti, terminata la stagione
delle piogge, le scorte di acqua piovana vengono
usate solo come acqua da bere e per cucinare.
Nell’ultima settimana ci siamo preparati al Natale.
Le ragazze non sono cristiane e p. Luigi ha deciso
di fare con loro la “novena di Natale”. Ogni
sera prima di cena le ha radunate e con
loro ha fatto alcuni canti, ha letto i Vangeli
dell’infanzia di Gesù, integrandoli con spezzoni
di film in tema. Le ragazze hanno partecipato
interessate, ascoltando con attenzione e
cantando a gran voce.
Inoltre, senza alcuna richiesta, hanno addobbato
la casa con festoni colorati. Patrick e
Shadon si sono occupati della preparazione
della stella che ora risplende luminosa sul tetto
della Missione.
Franca
Laicato Saveriano
Gennaio 2018
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Vita di famiglia
Parma
Camminata per la pace
Il primo gennaio Giovanna ha partecipato alla camminata per la Pace organizzata dalla Comunità di
S.Egidio. Fra le varie testimonianze quella di un sacerdote Siriano, Don Abdou Rahal che vive in un
paese vicino Parma da diversi anni.
Cos’è la Guerra (Don Abdou Rahal)
La guerra è il nemico della vita, dove c’è guerra
non c’è vita.
La guerra è l’amico della morte, dove c’è guerra
c’è sempre la morte.
La guerra è quell’evento terribile che ha inizio
ma nessuno può sapere quando finirà.
La guerra è quell’evento terribile che semina
odio e paura e distrugge non solo i paesi ma
anche i sogni degli uomini, piccoli e grandi.
La guerra è quell’evento terribile che cancella la
dignità dell’uomo e uccide la gioia dei bambini.
La guerra, come l’abbiamo vissuta in Siria, è
quando tu esci di casa e non sai se ci torni o
no, fuori infatti ti aspettano le bombe oppure
gente che ti rapisce per chiedere un alto riscatto
ai tuoi famigliari.
La guerra è quando stai in casa ma sempre
con l’ansia e la paura perché non sai se ti colpirà
una bomba.
La guerra è quando non puoi stare né in casa né
fuori casa perché la morte ti aspetta ovunque.
La guerra è quando i tuoi bambini non vanno
più a scuola perché la scuola è distrutta o il
tragitto è pericoloso
La guerra è quando ti metti in fila per 4 ore
per poter avere 2 litri d’acqua potabile che ti
devono bastare per una settimana.
La guerra è quando nei momenti difficili stai
per una settimana senza corrente elettrica o
nei momenti normali ti devi arrangiare con
due ore al giorno.
La guerra è quando nel freddo dell’inverno ti
devi riscaldare solo con qualche coperta perché
manca il gas ed il gasolio.
La guerra è quando non riesci a far la spesa
per far mangiare la tua famiglia perché non hai
soldi sufficienti ed i prezzi sono alle stelle o
perché non ci sono più generi alimentari da
comprare e così devi sopravvivere per un tempo
indeterminato con quello che hai in casa.
La guerra è quando ti ammali e non trovi nella
tua città nessun medico che ti curi, nessun
mezzo per portarti all’ospedale e se per caso
riesci ad arrivarci rischi anche lì di morire per
la mancanza di cure e medicine.
La guerra è ancora quel dolore che ti colpisce
il cuore ogni volta che vieni a sapere che uno
dei tuoi parenti, dei tuoi amici, dei tuoi colleghi,
dei tuoi compagni di scuola è stato ucciso
all’improvviso a causa di una bomba o di un’esplosione.
La guerra è quando esci di casa e trovi i muri
della tua città sempre pieni di necrologi di
tanta gente vicina e lontana che conosci.
La guerra è quando i bambini non giocano più,
non ridono più, quando nei loro occhi esistono
solo lacrime e paura e non esiste più né speranza
né futuro.
La guerra è tutto ciò ed anche tante altre cose
dolorose…
Con la guerra tutto è distrutto, come dice Papa
Francesco. Allora mai più la guerra. Costruiamo
insieme la pace. Pace per la Siria e
per il mondo intero.
«O Signore, Tieni accesa in noi la fiamma della
speranza per compiere con paziente perseveranza
scelte di dialogo e di riconciliazione,
perché vinca finalmente la pace; e che dal
cuore di ogni uomo siano bandite queste parole:
divisione, odio, guerra! Signore, disarma
la lingua e le mani, rinnova i cuori e le menti,
perché la parola che ci fa incontrare sia sempre
“fratello”, e lo stile della nostra vita diventi:
shalom, pace, salam! Amen»
(Papa Francesco).
Laicato Saveriano
Gennaio 2018
– 5 –
Ancona
CAPODANNO PER TUTTI
Il gruppo di Ancona ci racconta la festa di capodanno organizzata in collaborazone con la
Caritas e il movimento dei Focolarini
Da alcuni anni il piccolo gruppetto del laicato
saveriano di Ancona ha iniziato un cammino di
collaborazione con gli amici del movimento dei
Focolarini presenti in città.
Nei mesi scorsi sono state proposte diverse
attività insieme…. L’ultima in ordine di tempo
la festa di capodanno promossa in collaborazione
anche con la Caritas Diocesana
e la mensa dei poveri dell’Opera Padre
Guido .
Non una festa per i “poveri” ma per tutti.
A dire il vero, la nostra “festa” è cominciata
già con la sua preparazione,
che si è svolta in un clima di famiglia, al
di là delle diversità.
Il primo passo è stato affittare la grande
palestra di una parrocchia della città. A
dire il vero, ci siamo un po’ “esposti”,
perché in quel momento non sapevamo
di preciso quante persone sarebbero state
interessate alla nostra proposta. Ma
dopo i primi giorni di incertezza, via via che il
Capodanno si avvicinava, un numero sempre
maggiore di persone si è iscritta, fino ad arrivare
alla cifra finale di circa 170 partecipanti.
L’esperienza della festa è stata straordinaria!
Laicato Saveriano
Gennaio 2018
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Già dal mattino, nell’allestire la sala, in cucina
e nei preparativi per la tombola, ci siamo
sentiti parte di una grande famiglia composta
da persone di tutte le età, appartenenti
a realtà associative diverse, di varie nazionalità,
“ricchi” e “poveri”, con alle spalle storie
tanto diverse, che però riusciva a muoversi in
armonia.
Quando l’attesa è poi sfociata nei festeggiamenti,
ognuno ha potuto dare il proprio contributo
in creatività, danze e giochi. In particolare,
i giovani e i ragazzi, che hanno animato
la serata fino alla fine, con balli e coinvolgendo
tutti, felici di esprimersi, secondo la propria
cultura».
Tamara Pastorelli (focolarini) e Beatrice Petrocchi
(laicato saveriano Ancona)
GIORNATA DEL MIGRANTE A OFFAGNA
Il PREGIUDIZIO e la PAURA si vincono solo con
l’INCONTRO e la CONOSCENZA RECIPROCA.
Domenica 14 gennaio si è celebrata la giornata
dei migranti e ad Offagna, la comunità dove
viviamo Alessandra ed io, si è celebrato questo
appuntamento con un momento molto significativo.
Grazie al nostro parroco d. Sergio, missionario
per oltre 25 anni in Argentina, è stato organizzato
un momento di incontro e di scambio tra
la comunità di Offagna e alcuni migranti che
vivono qui intorno a noi. Nella semplicità di
questo momento è stata una bellissima occasione
per conoscersi, ascoltare vite e storie di
diversi stranieri che hanno lascito la loro terra
per decidere di venire in Italia.
Ognuno con la sua storia alle spalle, motivi
diversi per cui lasciare (l’assenza di lavoro,
l’assenza di pace, la persecuzione….) storie
diverse, più o meno lineari per arrivare sin
qui, accoglienze differenti.
Al di la di tutto questo però, resta una cosa:
che in fondo, è la NOSTRA UMANITA’ ciò che ci
rende veramente fratelli al di là del colore della
pelle, delle storie che abbiamo alle spalle,
al di là delle paure e dei pregiudizi che la tv ci
trasmette e di cui spesso siamo vittime anche
noi stessi.
Grazie agli amici stranieri che hanno scelto di
partecipare a questo incontro, abbiamo avuto
la possibilità di ascoltare frammenti di storie
vere che possono aiutarci a rileggere con
CUORE NUOVO quello che ogni giorno ascoltiamo
del grande frastuono dei mass media.
Alessandro e Alessandra
Laicato Saveriano
Gennaio 2018
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Bedonia
Incontro con Marco Tarquinio direttore di Avvenire.
Il gruppo missionario di Bedonia di cui fanno parte attiva e propositiva Alberto e Serena, ha organizzato
lo scorso mese di dicembre un interessante incontro aperto a tutti e molto partecipato con il
direttore di Avvenire Marco Tarquinio per riflettere sul tema attualissimo: “Immigrazione, rifugiati,
ius soli”.
“Solo la differenza è feconda”, con questa frase
potremmo condensare l’incontro che martedì
12 dicembre scorso si è tenuto presso la
sala convegni del Seminario vescovile di Bedonia
. Fortemente voluto dal Gruppo missionario
di Bedonia e dal Gruppo di Parma del
Laicato Saveriano, ha avuto come protagonista
Marco Tarquinio, direttore di “Avvenire”, il
giornale che fa da portavoce a livello nazionale
ai cattolici italiani.
L’incontro, organizzato anche con la collaborazione
del Seminario di Bedonia, di “Intersos
Valtaro” e del “Centro studi Casaroli”, ha avuto
come tema quello dell’immigrazione, del
fenomeno dei rifugiati e della proposta di legge
sullo “Ius soli”.
Il tema è stato introdotto da due significativi
interventi: quello di Damaso Feci , presidente
di Intersos Valtaro, che ha tratteggiato la figura
del rifugiato e il suo evolversi dagli anni ’60
ad oggi partendo dalla sua esperienza presso
l’Alto commissariato ONU per i rifugiati e quello
di Corrado Truffelli presidente del “Centro
studi Casaroli” che ha ricostruito
brevemente la storia
dell’emigrazione Valtarese invitandoci
tutti a fare memoria della nostra
storia quando ci approcciamo
al tema dell’immigrazione.
L’incontro si è poi dipanato attraverso
le domande che Alberto
Chiappari, a nome degli organizzatori,
ha rivolto a Tarquinio ma anche
a Giuseppe Milano, caporedattore
di TV Parma.
Si è partiti cercando di capire le dimensioni
del fenomeno migratorio,
le sue cause e come sia un fenomeno
intrinseco alla natura umana.
L’uomo, infatti a partire dalla sua
storia più remota, ha sempre desiderato
conoscere nuove terre ma
anche ha avuto necessità di spostarsi a causa
di carestie, guerre, fenomeni climatici. Occorre
perciò non farci l’illusione che il fenomeno che
negli ultimi anni ha caratterizzato la nostra
storia recente, possa essere considerato un
fenomeno temporaneo o essere fermato con
soluzioni facili dimenticandone la complessità.
Occorre, infatti, rendersi conto delle cause che
portano centinaia di migliaia di persone spostarsi
dalle aree meridionali del nostro pianeta
verso le aree più settentrionali: le guerre (“la
terza guerra mondiale a pezzi” secondo
l’espressione di Papa Francesco), l’iniqua distribuzione
delle risorse, le dinamiche demografiche
(in particolare la crescita della popolazione
africana), le mutazioni climatiche.
Si è passati poi a parlare delle politiche di contenimento
del fenomeno immigratorio che il
nostro paese sta facendo e delle possibili alternative.
Tarquinio ha ricordato
l’inaccettabilità della situazione dei migranti
nei centri di raccolta della Libia dove si perpeLaicato
Saveriano
Gennaio 2018
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trano orribili violenze. Occorrerebbe, invece,
lavorare per rendere prassi normale quella dei
corridoi umanitari che in questi ultimi anni la
Comunità di Sant’Egidio con La Tavola Valdese
stanno portando avanti. Questi garantiscono
un arrivo in Italia sicuro, senza rischi, ed
un’accoglienza che permette un rapido inserimento
nella realtà Italiana.
Giuseppe Milano ha raccontato anche alcune
esperienze provinciali e sono stati portati i dati
sulla diffusione dei rifugiati nel nostro distretto
che potrebbe essere preso come esempio di
accoglienza diffusa.
E’ infatti a partire da un’accoglienza dei rifugiati
sparsa su tutto il territorio nazionale e
fatta di piccoli numeri che è possibile rendere
tale accoglienza socialmente accettabile riducendo
i rischi di fenomeni di xenofobia e di
problemi di sicurezza.
D’altro canto è anche indispensabile una politica
internazionale di sviluppo dei paesi da cui i
migranti arrivano e risolvere la cause (conflitti,
feroci dittature, povertà, ecc.) che determinano
la fuga di molti dai loro paesi. L’”aiutiamoli
a casa loro” non sia lo slogan per proporre facili
soluzioni nascondendo sentimenti xenofobi
o istinti populisti ma siano un reale impegno a
favore di popolazioni che necessitano realmente
di sviluppo.
Si è riconosciuto che spesso i timori dell’altro,
dello straniero, sono causati da pregiudizi talora
alimentati ad arte anche per interessi politici,
mentre succede di frequente che, quando si
viene a contatto di esperienze di accoglienza,
si scoprono positive e a volte straordinarie
possibilità di convivenza.
Tarquinio si è anche soffermato sulla risposta
dei cattolici italiani a questa emergenza. Da un
lato la Chiesa italiana ha dato una risposta che
non ha pari in Europa con Caritas, associazioni,
movimenti e semplici parrocchie impegnate
nell’accoglienza, dall’altro bisogna ammettere
come, per esempio, l’appello di Papa Francesco
ad accogliere una famiglia di profughi in
ogni parrocchia italiana non sia stato accolto e
che episodi di rigetto siano venute anche da
parroci e comunità cristiane.
Si è infine passati a parlare del grande tema
della cittadinanza dei figli degli immigrati quella
che giornalisticamente è stata definita la
questione dello “Ius soli”. “Avvenire” si è impegnato
dalla fine della scorsa estate in una
grande campagna a favore dell’approvazione
della legge in discussione in parlamento.
Ha raccolto e raccontato, infatti, le storie di
decine di ragazzi che, pur non essendo italiani
per la legge, lo sono nel cuore e nella cultura.
A questo proposito Tarquinio ha fatto notare
come sarebbe più corretto parlare di ‘jus culturae’.
Infatti più che dalla nascita in un luogo,
la cittadinanza dipende dalla conoscenza e
dall’immersione in una cultura. Tanti giovani
figli di emigrati sono italiani perché vivono,
studiano, pensano come italiani. Quella italiana
è una grande cultura che sa e deve essere
contagiosa per tutto il mondo; l’esempio di
tanti giovani né è la più lampante testimonianza.
La legge in discussione, pur non nascondendo
le difficoltà della sua approvazione, è una
norma, assolutamente necessaria, che non fa
che riconoscere giuridicamente una realtà già
esistente e che risponde non soltanto al diritto
degli immigrati, ma anche agli interessi del
paese, che attraversa una sempre più grave
crisi di denatalità e di senilizzazione della popolazione.
Tarquinio ha anche tenuto a precisare che chi
è favorevole all’accoglienza non è contro le
regole ma anzi è per regole chiare e semplici
che tutti, italiani, immigrati e rifugiati devono
rispettare.
La serata si è conclusa con alcuni interventi
del pubblico ma anche e soprattutto con la
consapevolezza che come cristiani non possiamo
mai dimenticarci ciò che Gesù ha detto
nel suo Vangelo: “ero forestiero e mi avete
ospitato” (Mt, 25, 35).
Alberto Chiappari
Laicato Saveriano
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Salerno
In ricordo di Nuccia.
Si potrebbe dire molto della nostra Nuccia, ma scriverlo è più difficile…..…Nino ci ha provato e noi gli
siamo grati.
Sarebbe impossibile scrivere di Nuccia e condividere
in poche righe i tanti ricordi e tutto
quello che abbiamo condiviso con lei nel cammino
del laicato; mi scuso in anticipo con
Carmine e con chi l’ha conosciuta se tralascerò
moltissimi aspetti che sicuramente meriterebbero
di essere citati; sarebbe necessario un
libro.
Desidero invece ricordarla per ciò che più mi
colpiva di lei, partendo da un episodio del
Vangelo di Giovanni che a mio modo di vedere
è quello che più la identificava. “E i due discepoli,
sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano,
disse: «Che cercate?». Gli risposero:
«Rabbì (che significa maestro), dove abiti?
». Disse loro: «Venite e vedrete» (Gv 1, 37-
39).
Io Nuccia l’ho sempre vista così: una discepola
del Signore, un’operaia della prima ora, una
persona disposta a lasciare tutto per seguire
Gesù. Con una caratteristica ben precisa: la
capacità di porsi domande, la necessità di cercare
sempre un perché in ogni cosa (delle tante)
che faceva. “Signore dove abiti?” Questa
domanda mi è parsa di averla vista tante volte
nei suoi occhi, negli innumerevoli incontri fatti
insieme, nelle mille riflessioni sulla parola di
Dio, nei suoi sorrisi sempre accennati anche
quando non convinti, nelle preghiere ispirate
da Dio preparate a beneficio di noi tutti,
nell’amore che dimostrava ai giovani che seguiva
come animatrice. Nelle nostre riunioni
amava moltissimo ascoltare più che parlare e,
come tutte le persone di grande fede, non aveva
mai una risposta definitiva. C’era sempre
un aspetto da approfondire ulteriormente, un
perché da inseguire, una domanda da porre
alla fine dei suoi misurati interventi. E quando
ci illustrava il suo pensiero, la sua voce era
carica di passione, di parole mai banali che
scuotevano l’animo di chi ascoltava. Nuccia
era capace di raccontare a tutti noi sia i momenti
belli che quelli tristi del suo cammino
terreno: la vita di famiglia, il sogno di partire
per Goma per condividere parte della sua vita
con le persone che aveva conosciuto nelle sue
brevi esperienze di missione, l’amore per la
famiglia saveriana, la gioia di essere figlia,
sposa e nonna. Tutto in punta di piedi, senza
Laicato Saveriano
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alcuna necessità di alzare il tono della voce,
rispettosa del pensiero degli altri, consapevole
delle proprie certezze ma sempre pronta a discutere
con tutti per scoprire ulteriori verità.
Quasi sempre (io ricordo sempre!) durante gli
incontri del laicato Nuccia si sedeva vicina a
Carmine e spesso si tenevano per mano, come
due sposini novelli. Anche per questo, per tutti
noi del laicato, indipendentemente dalla ricchezza
di ognuno dei due, è sempre stato
spontaneo parlare di Nuccia e Carmine come
una cosa sola. Allora voglio dire a Carmine che
per me (per noi) sarà sempre così: in Carmine
noi incontreremo Nuccia, presente in lui e
sempre in mezzo a noi quando saremo riuniti
nel nome del Signore.
“Signore dove abiti?” Sarà stata sicuramente
la domanda che ha chiesto a Dio anche durante
il cammino doloroso dell’ultimo periodo.
L’ho percepito in una lacrima che mi ha ricordato
Gesù in croce, l’ho visto in un sorriso che
immediatamente dopo ci ha regalato nonostante
fosse inchiodata in un letto di sofferenza,
poche ore prima del suo passaggio alla vita
eterna. Ma anche allora, come sempre, ha deciso
di seguire il Signore, di fidarsi di Lui, di
andare a vedere la casa del Maestro. E da lì,
sono sicuro, una volta risolti i suoi dubbi, starà
sorridendo pensando che in fondo la risposta
la conosceva già da tanto tempo.
Nino
Laicato Saveriano
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A tavola in famiglia
Nell’ambito delle attività legate alla Festa dei Popoli, che viene vissuta ogni anno a Salerno, domenica
scorsa hanno fatto “una sola famiglia” e pranzato insieme alcuni rappresentanti delle comunità
straniere presenti a Salerno. Pina, che come altri laici saveriani ha vissuto questa esperienza, ce la
racconta
Sedere a tavola tutti insieme in famiglia è
sempre un evento straordinario. Lo è ancor di
più quando ci si ritrova a tavola con una famiglia
speciale come è la nostra, dove pur essendo
fratelli e sorelle proveniamo da paesi e
culture diverse: siamo polacchi, rumeni, filippini,
italiani, marocchini, georgiani, senegalesi
e cingalesi. Ognuno di noi con la propria storia
che è la storia di tutti. Con semplicità e gioia
ognuno ha cucinato e condiviso con gli altri un
piatto speciale tipico della propria terra e cultura.
Che spettacolo stupendo… vedere la tavola
imbandita con un arcobaleno di colori,
profumi, odori e sapori, una vera delizia per gli
occhi e per il palato. A tavola non abbiamo
condiviso solo il cibo ma la gioia di ritrovarsi
insieme. Ciò che abbiamo vissuto domenica 14
gennaio nella Casa Saveriana di Salerno non è
stato un semplice condividere il cibo o assaggiare
piatti etnici, ma la gioia di accogliere
l’altro in un clima di famiglia. Figli di un unico
Dio e fratelli e sorelle di un comune cammino
“per fare del mondo una sola famiglia”.
Laicato Saveriano
Gennaio 2018
– 12 –
ASPETTIAMO LE VOSTRE NOTIZIE E LE VOSTRE FOTO
Scrivete a: Alessandro Andreoli <caiman99@libero.it>
Elena <elenarmento@libero.it>
Laura Baioni < laurabai4@virgilio.it>
www.laicatosaveriano.it
Bacheca
Notizie di famiglia:
Il 28 Novembre grande festa per Ludovica che ha compiuto 18 anni, anche
se in ritardo per un disguido, le facciamo gli auguri più cari; un abbraccio
anche a mamma Francesca e a papà Antonio.
Il 2 Gennaio alle 21.15 è nato all’ospedale di
Salerno Maurizio. Una gioia grande per tutti noi,
ma ancora più per mamma Marianna e papà
Francesco ai quali rinnoviamo i nostri auguri!
Associazione “Laici Saveriani Ad Gentes”
Organizzazione non lucrativa di utilita sociale – ONLUS
Via Fra Acquaviva, 4 – 84135 Salerno – C.F. 95073720658
Per offerte e contributi:
C/C bancario intestato a: Associazione Laici Saveriani Ad Gentes – Onlus
IBAN: IT 59 L050 1803 4000 0000 0511 600 presso Banca Popolare Etica
C/C postale n. 12182317 intestato a Banca Popolare Etica
Causale: contributo su C/C 511600/J a favore di Associazione Laici Saveriani Ad Gentes – Onlus

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