schiacciate solidali

Riportiamo ampli stralci dell’articolo della” Gazzetta dello sport” del 26 luglio che riporta il punto di vista di due atleti nello stesso viaggio che abbiamo illustrato nel precdente articolo. “viaggio Missionario in Congo”. L’atleta Luca Vettori è il Nipote della nostra Giovanna e con lei e gli altri ha vissuto questo viaggio.

Quando abbiamo iniziato il progetto sartoriale-solidale “robe di becchi” sognavamo un giorno di poter andare in Africa. Senza porci troppe domande, sapevamo che a un certo punto il desiderio di andare sarebbe diventato così forte che lo avremmo seguito con dedizione e impegno. Così anche quest’anno, come quelli passati, zia Giovanna, la zia di Luca grazie alla quale è iniziata la collaborazione tra Brododibecchi e la realtà congolese, ci ha informati che assieme ad altri missionari laici sarebbe scesa a Goma, città di un milione di abitanti, situata nel Nord Kivu al confine con il Ruanda.

Quest’anno Giovanna ci ha comunicato che il viaggio in Congo era previsto per metà giugno, ed è allora che l’opportunità di questo viaggio ci è balzata concretamente in testa. Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, Brododibecchi è una webradio con cui realizziamo podcast dal 2014. Intorno alla fine 2016 ci siamo un po’ interrogati su come potessimo esprimerci, creando ponti non solo attraverso la voce, ma anche attraverso l’artigianato e quindi con l’aiuto della Lola, nostra amica stilista e fondatrice del Lo la love Atelier, abbiamo dato vita a una prima linea di oggetti, alcuni (come sacche e borse) realizzati nel laboratorio sartoriale del centro saveriano Ndosho a Goma, e altri (come t-shirt e felpe) creati in Italia in pezzi unici, utilizzando tessuti italiani mischiati ai coloratissimi “wax” africani del Congo.

Da un anno a oggi, abbiamo reso ancora più luminoso questo cerchio di collaborazioni preziose, poiché il lavoro in Italia è svolto dalla Onlus torinese Articolo 10, la quale, attraverso il laboratorio sartoriale Colori Vivi, dà la possibilità a donne africane di inserirsi nel mondo del lavoro, occupandosi di seguirle nel loro percorso di integrazione e di supporto.

Progetto

 Tutto questo progetto, difficile da sintetizzare, ma prezioso in ogni parte, ha accresciuto in noi quel desiderio di cui dicevamo prima, tanto che finalmente siamo atterrati a Goma. Prima di raccontarlo con il nostro veicolo principe; quello del cast, abbiamo colto l’occasione di proporlo per iscritto qui. Abbiamo scelto di farvelo arrivare attraverso un gioco che abbiamo inventato una delle ultime sere congolesi: giocavamo con le parole e con le immagini, provando a descrivere tutto quelle che noi abbiamo visto e vissuto nei giorni di permanenza. Ci sembra importante provare a restituire la nostra voce a quel luogo e a quei volti che abbiamo incontrato e che sentiamo vicini.

Se il Congo fosse ...

 Un verbo Girovagare. Sperare. Controvertire. Siamo stati definiti intraprendenti per come ci siamo mossi, con scioltezza e disinvoltura per le strade congolesi. I primi giorni eravamo colpiti dal continuo girovagare delle persone, sembrava che ognuno stesse andando verso un determinato luogo, fiumi di persone a piedi che proseguivano tutte verso una destinazione, dall’alba fino al tramonto. E mentre anche noi ci trasformavamo in viandanti iniziavamo a fare domande su quella terra e da quasi tutti i racconti emerge la parola corruzione, ogni tanto abbiamo fatto un po’ fatica a capacitarci di come sia possibile e d quanto sia difficile convivere con questa consapevolezza. La ricchezza più grande sta in una parola pronunciata con un sorriso contagioso quando i congolesi che abbiamo incontrato guardano al futuro: Speranza. Speranza che viene alimentata da molte persone che si battono per controvertire e smuovere sistemi e idee statiche, cercando di supportare le persone locali istruendosi, imparando lavori, e rifiutando scelte di (non) vita dannose.

Se il Congo fosse

Un suono. Confusione e poi silenzio. Una grande-opera musicale a cielo aperto, strumenti da mercato, clacson, schiamazzi, risate basse in sottofondo, dita che s’intrecciano. I bambini ti vengono accanto piano e ti dicono una parola, sempre la stessa, che tu non capisci. Sembra una città diporto, ma il mare non c’è, è lontano. Una città di confine, questo sì. Un viadotto di scambi, gente che entra, gente che esce, si arriva da altrove, ci si ferma, si riparte. In Congo gli sguardi fanno rumore. Se passeggi, uomo bianco, lungo la via, gli sguardi assomigliano ad uno scricchiolio. Sarai tu ad interpretarne la proporzione: la tua figura è seguita – la tua aura incuriosisce. Al terzo giorno hai altro a cui pensare. Le parole di chi laggiù s’impegna rimangono forti a galla. Senza dubbio, a un certo momento, tutta l’energia del giorno cala insieme al sole. Il suono del tramonto si misura da casa, perché tu la casa ce l’hai. Ed è proprio lì che puoi raccoglierti a metter in fila i suoni, a pronunciare le parole di swahili che hai scritto su un foglio di diario. Lo swahili balla sul palato ride insieme a te. Lo swahili non ti guarda, il suo sguardo non scricchiola. Balla sul palato.” Com’è sperare in swahili lo ripeti, lo declini provi a non dimenticarlo.

Se il Congo fosse …

Un colore. Goma è situata tra un vulcano e un lago. A pochi chilometri dal centro città è presente un vulcano, il Nyiragongo, che è attivo. Nel2002 è l’ultima abbondante eruzione che ha distrutto gran parte delle strade e delle case. La lava è scesa dalle pendici ed ha raggiunto il lago attraversando la città. Il vulcano è divenuto il signore dei colori, modificando l’intero paesaggio. Il colore prevalente in tutti i quartieri è il colore della lava pietrificata, un nero grigio dissestato che rende gli spostamenti con qualunque mezzo a dir poco turbolenti.

Tuttavia, nelle periferie attorno, si scorge un paesaggio rigoglioso e verdeggiante. Attenendoci fedelmente al gioco, troviamo scritto, oltre a «lava di vulcano», anche «riverbero rosso», «sfumature di nuvole» , blu. Il vulcano si è preso anche i colori del cielo. Di giorno attrae le nuvole, le rigurgita, è circondato da un fumo bianco incessante. La notte, quando è limpido e quando il vento arriva da nord, è possibile intravedere il rosso del cratere che si riflette nel cielo, un cerchio di fuoco proiettato a mezza altezza nel buio.

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