Il Laicato Saveriano del Brasile del sud visto dagli occhi di uno studente saveriano

Carlos Eduardo Dos Santos Amorim, per gli amici Cadù, è uno studente saveriano di 28 anni arrivato a Parma da Teresina lo scorso settembre e che abbiamo avuto modo di conoscere durante la convivenza invernale a Monticelli. Cadù conosce i saveriani dal 2008, ma ha fatto il suo ingresso in famiglia a Curitiba nel 2010 e il noviziato a São Paulo e Hortolândia. Da quando ha saputo dell’esistenza del laicato saveriano in Italia, Cadù non ha fatto altro che chiedermi di poterci conoscere e di poter partecipare a qualche nostro incontro con un entusiasmo che mi ha lasciato quasi senza parole; ho scoperto, poi, che questo entusiasmo era dovuto alla sua conoscenza del laicato saveriano in Brasile. Gli abbiamo fatto alcune domande per raccontarci un po’ di lui e del suo rapporto con il laicato. 1) Come hai conosciuto i laici saveriani in Brasile e come sono organizzati? Ho conosciuto i laici a Curitiba perché in Brasile il laicato è molto vicino agli studenti soprattutto nell’animazione missionaria.

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Sebbene a Curitiba ci sia soltanto la Filosofia e quindi non ci sono tantissimi impegni, si lavora comunque insieme ai laici e la Pastorale, la Pastorale missionaria, si fa insieme. Durante il noviziato fatto ad Hortolandia, invece, il laicato era più vicino rispetto alla filosofia. Questo avviene nel Sud del Brasile, mentre al nord – continua Cadù – c’è un gruppo di laici, che assomiglia di più al GAMS… Personalmente sono molto legato al laicato saveriano in Brasile e infatti ho partecipato a diverse assemblee dei laici e anche ad una loro convivenza. Il laicato in Brasile sud è nato più o meno sei/sette anni fa e oggi è presente nelle regioni di São Paulo, nello stato del Paranà e di Minas Gerais. Esiste un coordinamento dei laici con nove membri eletti durante l’assemblea. Anche i singoli gruppi, che sono 14, hanno un loro coordinamento e generalmente un rappresentante per ciascuno di questi gruppi partecipa anche al coordinamento generale di modo che si possa avere un maggior numero di rappresentanti dei vari gruppi. I laici del Brasile del Sud cercano di portare avanti dei progetti e fare delle esperienze missionarie dal Nord al Sud del paese. Ogni gruppo fa il suo ritiro e il suo percorso di formazione; formazione che è comune a tutti i gruppi perché decisa insieme. Durante l’assemblea generale si fa una sorta di professione/ compromesso della durata di un anno. 2) Come vedi i laici saveriani del Brasile e qual è la tua opinione su di loro? «Li vedo come elementi importanti nella Chiesa e nell’attività missionaria perché sono attenti alla missione, soprattutto per l’Ad Gentes. Credo che siano importanti soprattutto perché non sono un “movimento”, ma sono uniti alla famiglia saveriana. Secondo me è importante la presenza dei laici perché i religiosi passano e partono, mentre i laici in qualche modo restano nella comunità e sono testimoni di missione nel quotidiano». 3) Ci hai conosciuto soltanto per poche ore e con la difficoltà di non conoscere bene la lingua, ma durante la mattinata che hai passato con noi cosa hai avvertito, come ci hai visti? Laicato Saveriano Aprile 2016 – 5 – «Ho conosciuto Alessandra e Alessandro in Brasile e per me passare del tempo con i laici saveriani non è stata un´esperienza nuova. Ho sentito forte lo spirito di famiglia e l’attenzione dell’uno verso l’altro. Ho visto molta condivisione anche durante il giro in città fatto insieme durante il tempo libero». 4) Da futuro padre saveriano cosa ti aspetti dal laicato? «Mi aspetto un cammino insieme con coraggio perché la missione ha bisogno di persone come voi, la missione Ad Gentes ha bisogno di voi. Come noi sognate di fare del mondo una sola famiglia, siete testimoni di una caratteristica, cioè essere missionari e far parte di una famiglia ed è questo che da il coraggio di provare a fare del mondo una sola famiglia».

RIFLESSIONI DA PARTE DELL’EQUIPE AMERICA LATINA Necessità di compromettersi Notiamo la necessità di dichiararsi apertamente appartenenti alla famiglia saveriana, nello specifico quella del laicato, e prendersi esplicitamente la responsabilità dell’impegno di camminare insieme; ci riferiamo alla professione/ compromesso dei laici del Brasile e al nostro gesto di appartenenza durante la scorsa convivenza estiva a Bedonia. I laici segni di continuità nell’animazione missionaria locale In più ci piace sottolineare anche la dimensione della continuità che i laici riescono a mantenere nelle case saveriane così come è stato espresso da Cadù nell’intervista. Questo non per inorgoglirci, ma al contrario deve diventare consapevolezza dell’impegno continuo che siamo tenuti a dare nelle case. Pur nella diversità di situazioni che ogni laico vive, infatti, possono essere diversi i tempi di un giovane rispetto ad un adulto o un anziano, o in relazione agli impegni di lavoro e/o famiglia, ma ciò che conta è esserci con il cuore e l’intelligenza che spinge a fare vita di famiglia e animazione missionaria. Laici e padri: la sfida della missione insieme… Se per noi è un momento di crescita la consapevolezza di questa nostra presenza per i padri dovrebbe essere un’ opportunità da utilizzare per costruire insieme il futuro di tutta la famiglia Severiana. Infine l’aspetto che più ci colpisce è l’attenzione e l’importanza che Cadù dà al ruolo dei laici: Cadù sembra dirci che la missionarietà deve necessariamente essere vissuta insieme, laici e padri, e il fatto che un futuro padre saveriano abbia questo pensiero è davvero molto positivo poiché conferma anche la necessità di una Chiesa vissuta davvero come famiglia già nel proprio interno, forse prerogativa fondamentale per fare del mondo un’unica famiglia

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