Laicato Saveriano

L’ANIMAZIONE MISSIONARIA,LA FRATERNITA’ E L’ACCOGLIENZA (relazione dei Laici Saveriani per il xv capitolo italiano dei padri saveriani)

Di seguito riportiamo il testo della relazione presentata dal conisglio del laicato ai padri saveriani riuniti in capitolo regionale

 

Cari Padri e Fratelli saveriani,

sono trascorsi circa venticinque anni dalla nascita del Laicato Saveriano che è divenuto una famiglia di persone, accomunate dal desiderio di vivere la missione come annuncio, come liberazione per sé ed il mondo, come proposta di giustizia e di pace, come dialogo tra i popoli.

In questo, ci riconosciamo all’interno del carisma e della spiritualità saveriana.

Viviamo la missione ciascuno all’interno della propria vocazione e, come gruppi, esprimiamo il nostro carisma collaborando con voi Padri e Fratelli nell’animazione missionaria in Italia e all’estero con progetti che vedono periodicamente la presenza di laici in terra di missione.

In Italia la nostra esperienza di comunione si è concretizzata nel percorso dei diversi gruppi locali che, calati nella realtà territoriale in cui risiedono, hanno dato vita ad esperienze di interculturalità e di solidarietà, ormai consolidatesi negli anni e nella Fraternità di Parma.

Abbiamo scelto di non presentare nuovamente la storia e le caratteristiche della nostra identità laicale in quanto già in passato l’abbiamo condivisa sia nei capitoli che in altre occasioni.

Vorremmo che questa lettera rappresentasse uno spunto di riflessione comune su tre aspetti del nostro essere ed operare che abbiamo maturato in questi anni e che ci sembra possano orientarci in una prospettiva condivisa:

  1. l’animazione missionaria a carattere interculturale e di mondialità;
  2. la fraternità;
  3. l’accoglienza.
  1. L’animazione missionaria a carattere interculturale e di mondialità

Il nostro presente e il nostro futuro sono segnati dai processi dell’integrazione europea e della globalizzazione planetaria. Per viverli a pieno siamo chiamati ad educarci pazientemente al confronto e al dialogo interculturale e religioso, cercando di evitare facili stereotipi e ricorrenti pregiudizi.

Il Laicato Saveriano, dal 2006, presso l’Istituto Saveriano di Salerno, propone agli studenti delle scuole di ogni ordine e grado, una mostra interculturale. La scuola riveste infatti un ruolo di primaria importanza quale laboratorio concreto di relazione, conoscenza reciproca e di pensiero. Il Laicato Saveriano, da sempre impegnato nella promozione di una cultura della condivisione, dell’integrazione e del rispetto cerca di tracciare, attraverso un tour espositivo dinamico e coinvolgente, un percorso di crescita della comunità tutta verso un modello di cultura che riconosca e valorizzi tali obiettivi.

La novità dell’annuncio missionario, che promuove una fraternità inclusiva e prossima all’accoglienza, può passare anche attraverso la visita ad una mostra?

A nostro avviso, è proprio così, dal momento che ciò avviene già da diversi anni a Salerno e l’interazione nata lo scorso anno con altre realtà saveriane d’Italia, come Desio ed Udine (che hanno già accolto l’esperienza, mentre Vicenza, Taranto e Cagliari ne stanno valutando l’opportunità), ci fa seriamente pensare alla Mostra Interculturale come strumento che possa continuare ad evolversi nell’essere segno di evangelizzazione ad una nuova umanità.

I membri dell’equipe formativa della Mostra Interculturale non immaginavano che il progetto espositivo a cui avevano dato vita, potesse far compiere alla Mostra Interculturale un viaggio così straordinario, capace di proporre con la profonda attualità del suo tema momenti di riflessione che sono diventati, per noi Laici Saveriani, occasione di Animazione Missionaria nelle diverse case saveriane d’Italia e in tante altre realtà (Associazioni, Comuni, Scuole) nelle quali i laici sono presenti o intessono relazioni.

  1. La fraternità

Il nostro essere e vivere la fraternità, testimonianza della nostra identità, si realizza in più modi:

Il laico si impegna a vivere nella sua realtà familiare, lavorativa e relazionale il suo battesimo secondo l’invito di Gesù di annunciare ai “lontani”.

Alcune esperienze di animazione possono incuriosire e “segnare” le persone che incontriamo per il nostro stile di fraternità condivisa, come ad esempio la proposta del Tabor che ci auguriamo possa ripartire a breve.

Sogniamo ancora che in futuro si possa realizzare un’esperienza di comunità mista costituita dai padri e dai laici.

2.2 La Fraternità di Parma

La vita in fraternità è una modalità che il laicato ha scelto per esprimersi nel contesto sociale ed ecclesiale italiano.

La Fraternità di Parma, realizzando lo stile di famiglia e facendo esperienza di accoglienza, è di stimolo a tutta la famiglia saveriana. È la concretizzazione di un sogno possibile: essere noi, nellanostra vita, sulla nostra pelle, il cambiamento che vorremmo avvenisse nel mondo, superare le differenze tra noi attraverso un sogno comune, accogliere noi stessi e gli altri per quello che siamo, semplicemente uomini e donne. In questa casa ci scopriamo fratelli e sorelle perché figli di Dio, in qualunque modo lo intendiamo.

  1. L’accoglienza

Lo stile dell’accoglienza deve necessariamente essere quello di San Guido Maria Conforti ossia sobrio, familiare e missionario.

Accogliere caratterizza e costituisce l’azione missionaria del Laicato in Italia. Crediamo in un’accoglienza che vive e si rafforza nella dimensione della reciprocità in cui si stemperano le differenze tra chi accoglie e chi viene accolto.

In questo periodo distinguiamo tre tipologie di accoglienza.

Accogliere nuovi laici. L’accoglienza è vissuta tra noi e sperimentata quotidianamente con le persone che si avvicinano ai nostri gruppi. Negli ultimi anni abbiamo constatato che ad accostarsi ai nostri cammini, spesso, sono persone che hanno sentito parlare della nostra realtà, attraverso esperienze di altri oppure tramite i social network. Purtroppo il numero di persone che chiedono di conoscerci e che frequentano le case saveriane è invece diminuito.

Abbiamo riflettuto su questi dati ed è emersa la consapevolezza che nelle case dove l’animazione

Accogliere le differenze religiose e culturali. L’accoglienza diventa missione in Italia nell’incontro con persone che appartengono a credi religiosi diversi dal nostro. In più case saveriane ci sono esperienze legate all’incontro con fratelli e sorelle appartenenti a religioni non cristiane; frutto di questo impegno, a Salerno e a Desio, è l’iniziativa della Festa dei Popoli e l’accompagnamento delle comunità che abitano lo stesso territorio, con le quali la relazione si è spinta ben oltre il singolo evento cittadino, dando vita a quegli scambi che trasformano la diversità in ricchezza comune.

 

Il gruppo locale di Desio segue con passione e dedizione la comunità pakistana, avendo da tempo superato la semplice condivisione degli spazi che la casa saveriana mette a disposizione. Lo stesso stile, improntato sull’amicizia e la condivisione, contraddistingue l’esperienza salernitana, in relazione con comunità straniere di differenti e variegate provenienze.

È questo un modo per noi significativo per vivere la missione ad gentes.

Accogliere gli ultimi. L’accoglienza di persone disagiate ha dato vita, nella realtà laicale saveriana, ad iniziative interessanti e continue nel tempo, come quella dedita ai senza fissa dimora a Salerno e a Desio, oltre che di persone e famiglie nella Fraternità di Parma.

L’esperienza dell’Accoglienza nelle case saveriane, a nostro dire, potrebbe essere migliorata tenendo presente i luoghi e le situazioni che le differenziano. Noi crediamo che l’accoglienza debba essere vissuta come un pellegrinaggio, da fare con gli altri, come un percorso che richiede la capacità di liberarsi dai pregiudizi per incontrare “la verità” dell’altro.

Per realizzare queste modalità di accoglienza è richiesta una più consapevole responsabilità tra padri e laici saveriani, intesa come progettazione comune sia nell’animazione missionaria che nella realizzazione di spazi di vita e di condivisione.

Conclusioni

 

La realtà italiana delle case saveriane è caratterizzata dall’alternarsi delle presenze dei Padri e dei Fratelli tra l’Italia e i luoghi di missione e inoltre dall’età spesso avanzata degli stessi. E’ una piacevole sinergia tra chi ha donato la sua vita a Cristo nel servizio missionario ed ora deve rimanere per motivi di salute e chi può ripartire per annunziare ai non cristiani.

I Laici, all’interno delle case saveriane, si nutrono di queste esperienze e, laddove l’animazione è ben curata, possono rappresentare un elemento di continuità sia perché rimangono a vivere nello stesso territorio sia perché sono memoria storica di quella comunità saveriana.

Bisogna avere maggiore chiarezza negli intenti e nei modi per raggiungere gli obiettivi prefissati. Ancora di più, dobbiamo scegliere di vivere lo stile dell’essere, piuttosto che del fare, sia nelle esperienze numerose che in quelle dove si rimane in pochi.

E’ nostra intenzione crescere come realtà missionaria, realizzare sempre più un percorso di comunione con i Padri, i Fratelli e le sorelle saveriane secondo il sogno di San Guido Maria Conforti: fare del mondo una sola famiglia in Cristo. Vi confermiamo le nostre preghiere per il prossimo Capitolo Regionale, invochiamo lo Spirito Santo perché possa guidarvi nelle scelte che Lui sta sognando per voi e a beneficio di tutta la famiglia saveriana.