Laicato Saveriano

Desio: dialogo interreligioso

“continuano a Desio gli incontri di dialogo interreligioso che ci stanno portando alla scoperta delle varie realtà, a volte nascoste, che si trovano sul nostro territorio, nella ricerca di un dialogo di crescita comune”

Le diversità ci sono e non vanno cancellate. Ma il dialogo è possibile. Ne sono convinti gli organizzatori degli incontri di dialogo interreligioso, promossi a Desio da gennaio a maggio.

“Perdono, riconciliazione e gioia alla luce del Vangelo” è il titolo dell’ultimo incontro che si è tenuto a febbraio nella casa dei saveriani, dedicato alla riscoperta di alcuni valori che caratterizzano la fede cattolica. Alla serata erano   presenti anche musulmani, buddhisti ed  evangelici.  E‟   il  cammino  del  dialogo avviato a gennaio, col primo incontro che si è tenuto al centro culturale islamico di via Forlanini. In quel caso, sono stati gli islamici ad aprire le porte del loro luogo di preghieraper ospitare fedeli di fedi diverse, presentare alcuni valori fondamentali della loro religione e parlare del loro credo, di usanze e tradizioni. Ora toccherà ai cristiani cattolici parlare di sé. Poi sarà la volta di evangelici e buddhisti.

 

La proposta arriva dalla “equipe del dialogo”, un gruppo nato appositamente, formato  da  rappresentanti  dei  missionari  e laici   saveriani,   l‟associazione   Desio   Città Aperta, la chiesa evengelica Gospel di Desio e il Giglio di Seregno, l‟associazione Vangelo e Zen, l‟associazione Minhaj ul Quran.

 

«La conoscenza dell‟altro – spiega Ashraf Mohammed Koakkhar, responsabile della comunità   pakistana   di   Desio   –   è   parte integrante  della  natura  umana  e  base  per solidi rapporti interpersonali. La stabilità dell‟uomo e della società dipende dal livello di conoscenza dell‟altro. In un mondo globalizzato, non è possibile chiudersi tra “le mura” della propria cultura o religione, ma bisogna aprire delle finestre, per poter vedere il coloratissimo mondo esterno». «Io credo che l‟ignoranza  faccia crescere i pregiudizi – dice Elvia Mazzon rappresentante della Chiesa Evangelica Gospel di via Brennero – Conoscere altre culture, altre realtà, altri modi di vedere le  cose  accresce  la  consapevolezza  di  non avere per forza sempre ragione. E‟ come guardare da tutti i lati un cubo e notare che alcune  facce  non  sono  come  credevamo».

«Conoscere stili  e  contenuti diversi  dal  tuocredo ti fa riscoprire le radici e le motivazioni della tua fede» aggiunge Elisabetta Grimoldi, laica saveriana. Dialogare, conoscersi, interrogarsi e riflettere sui grandi temi della vita ma anche sulle piccole cose, che segnano la quotidianità di ciascuno. Attraverso il confronto,  i  pregiudizi  cadono.  Lo  hanno notato i desiani che sono stati ospitati il mese scorso  in  “moschea”.  Per  molti,  è  stato  ilprimo incontro “ravvicinato” con i fedeli musulmani. Dopo aver tolto le scarpe, come prevede  la  tradizione,  si  sono  seduti  sui tappeti del centro islamico e hanno ascoltato le parole dei giovani pakistani che hanno presentato i valori della loro religione.

«Per me – spiega Jaweria Ashraf, giovane pakistana – promuovere incontri di dialogo tra fedi e culture diverse è importantissimo. Io sono nata in Pakistan e sono arrivata in Italia, con la mia famiglia, ancora piccola: ho frequentato qui le scuole e l‟università. Vivere da musulmana in un Paese a maggioranza cattolica mi ha aiutato ad approfondire la mia fede, i miei valori e la mia cultura. Non è vero che col dialogo si perde la propria identità. Anzi. Le scelte che faccio sono sempre motivate. Niente è dato per scontato. Porto il velo, con convinzione: le persone che mi chiedono perché, mi stimolano a farmi domande e cercare risposte»

Paola