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Mi Piace raccontare cosa abbiamo fatto con la parole di Antonio Bonifacio direttore dell’uffico diocesano di “migrantes”
Ore 17 …noi c’eravamo… 17 comunità presenti… 28 nazionalità…
Abbiamo pregato insieme per la Pace e l’Armonia tra i Popoli
Tanti colori… tanta gioia… tanta volontà di raccontare la bellezza dello stare insieme
Ogni comunità ha raccontato negli stand il proprio paese con i colori e sapori del cibo, foto, tessuto
Ognuno ha indossato abiti tipici che raccontano le proprie origini
La piazza era allegra e colorata, pronta a “raccontarne di tutti i colori”
Alle 18 il meteo improvvisamente ci ha fermati… per oggi
Ma vogliamo festeggiare i 10 anni della Festa dei Popoli e quindi a breve gli aggiornamenti
Se il clima metereologico è stato avverso, non possiamo dire altrettanto di quello dell’amicizia. La preparazioni dei mesi precedenti e di questi ultimi giorni, ha permesso di accentuare legami amicizie. La foto dall’alto della platea nel momento in cui la prima pioggia sembrava scampare da l’didea dello stringersi insieme per la Festa dei Popoli che è la Festa di tutti.
Riportiamo di seguito ampi stralci dell’articolo di Giuseppe Pecorelli tratto da “Il Mattino “di oggi
«Camminare insieme all’altro che è costretto a fuggire dalla propria casa, dalla propria tera, dalla propria famiglia, ci fa crescere. Gesù ci ricorda che l’incontro con Dio ci porta all’incontro con l’altro, che non è un nemico, un concorrente, ma un fratello». L’arcivescovo Luigi Moretti, con queste parole, dà inizio alla festa dei popoli, in piazza della Concordia, per quanto rovinata da una pioggia torrenziale.
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E così, rispetto al programma iniziale, che prevede cinque ore di musica, canti, teatro, danza, l’evento si riduce alla durata di un’ora e mezza. Ma il messaggio di pace, di amicizia tra i popoli, di necessaria conoscenza reciproca riesce a comunque a filtrare. E non piove quando, come primo atto, esponenti di varie religioni pregano insieme.
(…)
L’arcivescovo Moretti introduce il Padre Nostro, ponendo la sua attenzione sul secondo termine: «Nostro, lo chiamiamo così anche quando preghiamo da soli», dice. Benedice i presenti.Don Ivan Boryn, cappellano degli ucraini greco cattolici residenti nel territorio diocesano di Salerno-Campagna-Acerno. E ilpresidente della comunità musulmana di Battipaglia, l’imam Hedi Mohamed Khadhraoui, introduce con un augurio, tratto
dal Corano: «La pace sia con voi». E spiega: «Maometto –spiega –ricorda a tutti gli uomini che è stato il Creatore a volerela diversità tra gli uomini. Una diversità di razza, colori, pelle,vita, pensieri. In due sure del Corano, ci chiede la comunione.
Non c’è alternativa”. Pregano poi i rappresentanti della comunità buddista, di quella sikh, degli evangelici filippini. Ed anchepadre Bogdan Filip, che guida la Comunità Ortodosso Rumenadi via Pironti a Salerno, recitauna seconda volta il Padre Nostro.
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I peruviani che indossano abiti vistosi e pittoreschi e le donne ucraine intonano una leggiadra «Ave Maria». La decima edizione della festa è dedicata ai «colo-ri della diversità» e ovunque ci sono fiori, bandiere, prodotti dell’artigianato locale, pietanze tipiche. Malgrado il grigiore del-le intemperie, è un trionfo di co-lori negli stand di Italia, Romania, Filippine, Venezuela, Georgia, di Santo Domingo, Senegal, Bangladesh, Perù, Polonia e Ucraina. Ogni dettaglio era sta-o definito con cura dalla machina organizzativa guidata da Antonio Bonifacio, direttore diocesano della Migrantes, che quest’anno ha beneficiato del grande aiuto offerto dal Centro missionario diocesano, dalla Caritas, in collaborazione con i Missionari saveriani» il Laicato saveriano, l’associazione Tru-moon che ha ideato e curato la grafica dell’evento.