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Febbraio in Bangladesh

 

continua il racconto dell’intenso mese di febbraio, iniziato nello scorso numero

Noi però continuiamo le nostre piccole attività con gli ambulatori al SAMS, torniamo anche al di là dei due fiumi per un medical camp a Koyra.

Questa volta decidiamo di raggiungere Koyra facendo tutto il giro con la barca, del resto il gruppo è nutrito perchè con noi ci sono Milly, Stacey ed anche i videomaker, che devono girare alcune riprese da quelle parti.

Arrivati a Nil Dumur oltre alla barca ci attende anche la pioggia, che a dire il vero già la sera precedente aveva dato un suo assaggio. Quindi ci imbarchiamo accompagnati da una pioggerella insistente, che però non ci impedisce di goderci il viaggio.

Arrivati a Koyra, dopo qualche attimo di tregua, il temporale riprende vigore proprio mentre stiamo iniziando l’ambulatorio, costringendoci ad urlare per sovrastare il rumore della pioggia sulla tettoia metallica della veranda, dove abbiamo allestito le nostre postazioni.

Nonostante ciò arriviamo in fondo alla mattinata con la solita trentina di pazienti visti… fra cui recuperiamo anche il ciacia, già in terapia e che aveva saltato il controllo previsto a Khulna pochi giorni prima.

Per fortuna nel frattempo il sole torna a splendere e possiamo goderci un tè in attesa del resto della truppa per imbarcarci verso la Missione. Nel frattempo anche altri 3 ospiti provenienti da Forlì, dopo alcune tappe nel nord del paese e alla Rishilpi, sono approdate nel Sundarban. Appartengono al Comitato di Gemellaggio e Cooperazione fra i popoli, e girano il Bangladesh per visitare le varie opere cui hanno prestato sostegno, fra cui alcune delle scuolette dei villaggi dei Munda, gestite da P. Luigi.

progetto sostenuto da Nuovi Spazi al Servire ong onlus e Laicato Saveriano

 

Per continuare a mostrare questo remoto angolo di oriente anche alle nostre ospiti, decidiamo che il giorno seguente, dopo l’ambulatorio, possiamo imbarcarci per un breve tour nella foresta del Sundorban partenza da Munshiganj per arrivare a Kalagachia Watch Tower, dove in un parco c’è una torre per avvistare gli animali della foresta, in particolare la tigre del Bengala.

 

Purtroppo anche in questo caso siamo sfortunati ed una pioggia battente ci accompagna durante tutto il viaggio, con un solo breve sprazzo di sole durante il viaggio di ritorno.

 

La bellezza della natura si fa apprezzare nonostante il brutto tempo. Infatti la foresta di mangrovie del Sundarban è una delle più grandi foreste del pianeta, che si estende nel golfo del Bengala al confine tra Bangladesh ed India. È percorsa da una fitta rete di vie d’acqua soggette a maree, distese fangose ed isole di Mangrovie adattatesi all’acqua salata, è ricchissima in biodiversità ed è l’habitat di diverse specie animali a rischio di estinzione. Purtroppo la pioggia battente non ci consente di arrivare alla torre di avvistamento, quindi per questa volta niente tigri, solo qualche scimmia che si diverte a rubare le borse dei turisti.

E poi si riparte per Khulna, destinazione Khusto Hospital di Boyra, dove sr. Roberta ci aspetta per passarci le consegne in vista delle sue vacanze. Ci sarebbe molto da raccontare anche qui, ma sarà per la prossima volta.

E’ stato un mese ricco di incontri. Per provare a scrivere qualcosa ho chiesto alle nostre compagne di viaggio di questi giorni di provare a riassumere in una parola le loro prime impressioni sul Bangladesh. Stacey mi lascia un “very good” e Milly la parola “mistero” parola che, mi dice, è riduttiva, ma vuole cercare di esprimere il fascino di quanto vissuto in questi giorni.

Quanto a noi di parole ne abbiamo scritte tante (troppe), ma ogni volta che ci soffermiamo a pensare alle tante modalità di presenza in questa terra di Missione ci vengono in mente fantasia, generosità, amore, gioia e che ognuno senza paura può mettere a disposizione la propria unicità.

Alla prossima

Franca e Sagar (Patrick)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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