Alcuni laici saveriani hanno partecipato all’incontro Assemblea Missionaria E Vocazionale (AMEV) che si è tenuto a Desio; a nome loro Marta racconta l’esperienza..
Nel laboratorio dell’AMeV: cosa bolle in pentola? Dal 20 al 22 Novembre 2015, presso la casa saveriana di Desio (Mi) si è svolto l’incontro dedito all’Animazione Missionaria e Vocazionale, che prevede un tavolo di confronto tra le diverse esperienze di animazione missionaria che i Padri, le Sorelle e i Laici Saveriani portano avanti nei vari territori, al fine di identificare stili comuni, modalità di annuncio condivise e promuovere attività comuni in cui vivere l’appartenenza alla più vasta famiglia saveriana.
Nel racconto di condivisione delle diverse esperienze di animazione missionaria, ci siamo resi conto che non occorre limitarsi al pianto e al lamento per l’assenza di giovani che vivono pienamente la nostra dimensione spirituale e di famiglia, ma, animati dal carisma del nostro fondatore e chiamati ad uscire dalle strette e, talvolta, aride dimensioni parrocchiali, ad andare incontro loro, nei contesti che essi stessi abitano, come la scuola: loro grande impegno di vita.
Andiamo lì ad incontrarli, non aspettiamo che loro giungano nelle nostre case. Non sono più solo le parrocchie i luoghi d’incontro con coloro che hanno una sensibilità; “scandalizziamoli” col nostro essere comunità e famiglia, esperienze che non vivono né riconoscono più nel loro quotidiano. Scandalizziamoli con la nostra missionarietà, essendo noi i primi testimoni della proposta che offriamo loro.
Questa deve tralasciare la catechesi di base, che sarà recuperata quando gli stessi giovani saranno mossi dalla passione per Cristo, ma deve essere pregnante della spiritualità confortiana, ricca dei contributi missionari che il Pontefice oggi annuncia a tutti i fedeli.
Programmi nuovi che non possono essere condotti solo dai Padri, ma accompagnati da corresponsabili formatori come i Laici Saveriani, nei quali occorre riporre fiducia e renderli sempre più parte dell’equipaggio: del resto, ciò che resta in piedi e che nessuna partenza archivia, sono le attività in cui i laici garantiscono la presenza continuativa.
La relazione personale e di famiglia diviene dunque fulcro di una nuova modalità di annuncio; l’Animazione Missionaria e Vocazionale oggi necessita di una spinta nuova e non di tensioni e freni, né può tirarsi dietro il “carrozzone pesante” di comunità chiuse nella loro anzianità e nel solo ministero.
Nelle comunità dedite all’attività AMeV è necessario che vi siano padri che possono dedicarsi a tempo pieno a tale esperienza, ma è altrettanto importante che tutta la comunità si senta parte del progetto, ne conosca e condivida la modalità e, secondo talento e ricchezza spirituale, possa offrire testimonianza del volto umano.
A partire da ora, ci impegneremo insieme (Padri, Sorelle e Laici sx) a portare avanti questi buoni propositi, dando vita ad equipe di lavoro per progettare i campi di servizio e formazione a livello nazionale (Udine ed Ancona 2016), nei quali diviene primario presentare il nostro carisma, soprattutto quando vi è partecipazione di gruppi esterni, creando un percorso formativo che veda la forte relazione tra missione e vita concreta, ricordando la missionarietà della Chiesa Universale.
Alla base di un buon lavoro di squadra deve esserci altrettanta buona programmazione per non tralasciare nessun aspetto: dalla scelta dei luoghi dell’ospitalità, a tutti i dettagli dell’evento, avendo cura di soddisfare l’emergente volontà dei giovani che vogliono capire qualcosa di più e di più profondo, elaborando così un modo nuovo per: fare formazione, vivere la preghiera ed esternare la missionarietà.
Su tali basi si delineerà la nuova proposta del Tabor e si connoteranno le esperienze in terre di missione, nelle quali i giovani si approcceranno alla conoscenza del tessuto sociale, della Chiesa e della cultura, dove il fare sarà relativo, ma sarà primaria la scoperta dell’essere missionario in quei luoghi.
Finalmente si è compreso anche il valore che le esperienze espositive hanno in termini di Animazione Missionaria; le esperienze di Brescia, Salerno e Desio, e quella più strutturata e continuativa di Parma, con il Museo d’Arte Cinese ed Etnografico, si interfacciano con le scolaresche con un obiettivo chiaro che non si basa sul proselitismo cattolico, ma sulla conoscenza delle altre culture, sul messaggio d’intercultura e mondialità.
Sono tutte esperienze di alto livello didattico e luogo d’incontro con la missione che possono stimolare le comunità dedite all’animazione missionaria verso nuove forme di annuncio.
Marta