Resoconto di una convivenza “allegra” (agosto 2016)

catturaEccomi a raccontarvi le diverse atmosfere che ho cercato di captare tra le pieghe della nostra annuale convivenza estiva, vissuta quest’anno a Marina Serra, frazione di Tricase (LE), a pochi chilometri da Santa Maria di Leuca, punta estrema del “Tacco” d’Italia.Dividerò le mie diverse sensazioni facendomi guidare da quanto suggerito da Rosina, figlia di questa terra stupenda, che già nella serata iniziale della convivenza ci ha descritto le bellezze del Salento suggerendoci di viverle alla luce dei tre principali elementi atmosferici che lo caratterizzano: Il sole, il mare ed il vento. Farò anch’io così; non seguirò l’ordine cronologico di quanto accaduto ma cercherò di incasellare le emozioni vissute nell’ambito dell’elemento atmosferico che ritengo più congeniale alle stesse. Prima però mi è venuta in mente una cosa che ritengo non secondaria: Sole, Mare, Vento, 3 elementi. Tre, come la Santissima Trinità. Sarà un caso (ma non lo è !) ma la bellezza di questi tre elementi sta proprio nel fatto che da soli sarebbero meno perfetti: provate ad immaginare il mare sempre piatto, senza il vento che lo scuote, o magari perennemente freddo, in assenza del calore del sole; ed il vento, inutilmente violento e minaccioso quando non mitigato dagli altri elementi o il sole non sopportabile nella sua maestà se non attenuato dal vento e dalle nubi gonfie di pioggia che partono e ritornano al mare….

SOLE: che cosa della convivenza mi è sembrato “solare”? TUTTO!!! Come descritto nel titolo, l’intera convivenza è stata pervasa da un clima d’allegria. Quell’allegria che solo una giornata dolcemente calda sa fornirti. Il clima meteorologico, infatti, ci ha accompagnato regalandoci splendide giornate di sole mai roventi.E allora sotto questo elemento mi è facile ricordare:

  • i sorrisi e l’energia dei tanti bambini/ragazzi che hanno allietato il nostro stare insieme;
  • il sentirsi in un clima di famiglia, ogni anno sempre più percepibile;
  • la gita ad Otranto, che oltre alla bellezza geograficoarchitettonica dei luoghi visitati, ci ha donato il calore del sacrificio dei Martiri che di quella città portano il nome, eterni chicchi di grano evangelici;
  • il calore dell’accoglienza di Rosina e Luciano, e della loro grande famiglia, testimonianza viva di come la condivisione del proprio faccia superare ogni limite di spazio e di organizzazione;
  • il calore divino dell’abbraccio del Padre al figlio prodigo, oggetto delle bellissime riflessioni mattutine di P. Enzo;
  • l’energia solare della “Pizzica”, ballo popolare salentino intriso di rituali e significati, magistralmente spiegato ed interpretato da Rita e dalla piccola Giulia, madre e figlia, che cercano di tramandare quanto appreso da antichi avi che le hanno precedute in questa danza, unico ballo al mondo capace di scacciare il male da sé stessi. Devo anche dire, per onestà di cronaca, che la forza della Pizzica e la passione di Rita che la spiegava a noi tutti, sono state sicuramente più forti dei tentativi maldestri degli allievi (compreso il sottoscritto) che si sforzavano a piedi nudi di eseguire passi che somigliavano più ad una danza sui carboni ardenti che alla pizzica vera e propria …
  • il ballo di Claudio alla luce della luna piena: sicuramente diverso da qualsiasi danza umana, qualcosa che ricordava la guarigione dell’indemoniato …..

MARE: sicuramente la convivenza di quest’anno è stata quella più caratterizzata da un’atmosfera “marina”, a partire dall’abbigliamento quasi sempre costituito da ciabatte da mare, pantaloncini/costumi, copricostume, vestitini leggeri …. tutto sapeva ed odorava di mare!Cosa inserire nell’immensità dell’elemento marino:cattura2

  • la bellezza della passeggiata mattutina per andare a fare il bagno in una conca rocciosa naturale (“la piscina”) dove una trentina di signore del luogo guidate da un’istruttrice modello “signorina Rottermaier” erano intente fin dalle 7 del mattino ad eseguire esercizi di acquagym…!!!!!;• il bagno di mezzanotte. Brancolare nel buio fidandosi di qualcuno che ti indica la strada (in questo caso il fondale) e della sicurezza di essere in gruppo. Come la vita: il rischio è sempre individuale ma il sostegno degli altri ti dà sicuramente la forza necessaria;
  • la gita in barca: atmosfera stupenda, grotte marine dai colori magici, grandi e piccoli scatenati in balli che hanno messo in pericolo la stabilità del natante, tuffi spericolati di signore mature, ragazzi entusiasti, nonne nuotatrici ….. friselle al pomodoro con un bicchiere di vino a rendere ancora più frizzante e gioiosa la gita !;
  • gli esercizi di “acquaNIN” con cui si è cercato di sopperire a qualche problema di scarsa tonicità “gluteo/addominale” dei membri del laicato…. (anche per questo è urgente nuova linfa…);
  • la riflessione di P. Rosario durante la Messa conclusiva, piena di sale, quello che “non perde sapore”, come il sale marino;
  • il Santuario della Madonna di S. Maria di Leuca, prospiciente al faro maestoso, luce per i marinai e rifugio sicuro per chi si affida alla Madre di Dio. Sarà un caso, ma nel piccolo reliquiario non è passata inosservata una reliquia appartenente a S. Francesco Saverio…

VENTO: Tutte le mattine la preghiera cominciava con l’invocazione allo Spirito Santo, Vento di Dio, Soffio vitale, Brezza che orienta la vita degli uomini. Ed il vento di allegria, senza dubbio essenza dello stesso Spirito, ha guidato l’intera convivenza, facendo in modo che tutto ciò che è stato detto e vissuto sia penetrato profondamente nel nostro animo.Cosa mi è sembrato “animato dal vento”:

  • l’appartenenza al laicato, un vento forte, impetuoso, convinto. Un insieme di vite e storie, un dichiarare “ci sono” davanti a tutti, nonostante i limiti e le difficoltà. Peraltro, la giornata in cui si è celebrata la cerimonia dell’appartenenza è stata sicuramente quella più ventosa…. guarda un po’…
  • l’elezione del nuovo Consiglio: vento di servizio e del mettersi in gioco;
  • la partenza di Patrick e Franca, la forza che spinge il laicato al “duc in altum”, ad andare tra i lontani, tra gli emarginati, tra quelli che hanno bisogno di sapere che Cristo è venuto per tutti;
  • la vita, la testimonianza ed il suono di una fisarmonica (quest’ultimo solo immaginato) di Don Tonino Bello, pastore delle anime semplici e Vescovo di Molfetta. Il momento di preghiera sulla sua tomba, la visita alla sua casa natale e la testimonianza dell’amico Parroco della Cattedrale di Alessano, suo Paese natio, sono state una serie di ventate di Spirito Santo, un soffio di ricordi e testimonianze su come il cristiano debba incarnare “la Chiesa del grembiule”, quella a servizio della gente, in particolare degli ultimi;
  • le riflessioni/testimonianze di Adriana, missionaria saveriana, a volte sussurrate, come quando il vento si insinua in angoli (anche della coscienza) che niente potrebbe raggiungere, altre volte quasi gridate, implorate, come quando il vento scuote gli alberi apparentemente saldi in un terreno fragile….
  • la bontà dei gelati di Tricase e dintorni, ventata di freschezza in serate dal clima dolcissimo; •  la recita dei bambini/ragazzi, capaci ogni anno di stupirci con il vento limpido dei loro sguardi rivolti al pubblico, in attesa di meritatissimi applausi;
  • il vento di allegria, allegria, allegria…è stata davvero una convivenza allegra.

(Nino – laico saveriano  Salerno)

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