Tutti i numeri di “Agenda” 2017

per visualizzare tutti i numeri di agenda 2017 clicca qui http://goo.gl/dsAFHG

Se cerchi un articolo Specifico prova a cercare con il motore del sito (lente d’ingrandimento) inserendo una parola chiave : ecco intanto l’ultimo numero del 2017

./wp-content/uploads/2018/01/Agenda_2017-12-2.pdf

 

 

L a i c a t o S a v e r i a n o Dicembre 2017 Le attività del Laicato Saveriano Semi di Fede – Speranza – Carità Le Parole del Padre Il Verbo di Dio, la Sapienza del Padre, che oggi a noi appare sotto le sembianze d’infante che vagisce, pone le basi granitiche del suo regno immortale, inizia oggi quella salutare rivoluzione che dovrà mutare faccia al mondo e segnare una era novella di prosperità e di pace… Egli non nasce tra l’oro e le gemme dell’opulenza gaudente ma nello squallore della povertà in un’umida stamberga…. Semplici e rozzi pastori sono i primi ad approfittare delle sublimi sue lezioni incomprensibili all’umano orgoglio. (Omelia 25 dicembre 1915 )
Il Natale è la grande aurora della nostra liberazione! Roma e Betlemme, la prima nel fasto e nella sua potenza, la seconda nella sua umiltà e nella pace si contendono il dominio del mondo e per quest’ultima doveva decidersi la vittoria. E la lotta si ingaggia subito perché il nato Salvatore per vincere la separazione dell’umano genere da Dio, la combatte in tutte le conseguenze: rompe la notte dell’orgoglio che separa, grazie allo splendore dell’umanità che unisce; vince l’oscurità delle abusate ricchezze che inebriano e dividono, grazie alla luce della povertà di spirito che congiunge e rallegra; combatte le tenebre dei piaceri stemperati che offuscano e spezzano, grazie alla luce della carità e della pazienza che ristora e nobilita. ( Omelia 1 gennaio 1919 )

“Natale è la grande aurora della nostra liberazione ; Gesù Cristo nascente è il sole di giustizia che sorge nel mondo per allontanarne le ombre della morte” Con queste parole di mons. Conforti auguriamo a tutti i lettori di Agenda e gli amici del Laicato Saveriano Italiano i migliori auguri di un Sereno Natale w w w . l a i c a t o s a v e r i a n o . i t – 1 –
Laicato Saveriano Dicembre 2017 Missione Bangladesh Una breve sintesi di questo primo periodo in missione Dal nostro sito ( curato con passione dal nostro Claudio detto Condor ) è possibile accedere al blog di Patrick e Franca, ma per i più pigri o i più occupati abbiamo pensato di riportare su Agenda qualche stralcio di quello che ci scrivono.
La nostra attività nel Sundarban è ripresa regolarmente. L’ambulatorio è attivo ed anche a casa arrivano alcune consulenze. Ricordo in particolare Bahamoni che accompagna la nipote, una ragazzina di 18 anni, che quando la valuto presenta esempi diffusi ed ascite. Dico che deve essere portata in Ospedale quanto prima, e così la inviamo a Khulna al medical college. Purtroppo qui fanno diagnosi di cirrosi in stato avanzato e dicono che ormai non c’è più niente da fare. Nell’arco di pochi giorni muore nel suo villaggio, dove verrà cremata. Purtroppo l’abitudine nei villaggi è di rivolgersi prima al medico locale, il Kobiraj, che cura con la medicina ayurvedica e si rivolgono al medico solo in fase avanzata.
Grazie al favore della stagione secca possiamo iniziare a visitare alcuni villaggi. Il primo villaggio che visitiamo è Dhumghat Mundapara. È il villaggio di Nilima, una delle prime ragazze che sono state accolte da p. Luigi alla Missione, e che ora è ormai sposata da 3 anni; ma è anche il villaggio di Lipi, Supria e di Khuku Moni, che da dopo il matrimonio ha iniziato ad insegnare nella scuoletta locale. Una delle attività che p. Luigi ha sostenuto fin dall’inizio è stata la creazione di scuole nei villaggi Munda. Infatti i bimbi Munda in casa parlano lo Sadri, la lingua della loro tribù, e arrivando alla scuola bengalese si trovano in difficoltà perchè né gli insegnanti né i compagni parlano la loro lingua. Nelle scuolette dei villaggi i bambini possono fare i primi due anni di scuola imparando l’alfabeto e la lingua bengalese da insegnanti Munda e poi dalla classe terza vengono inseriti nella scuola ufficiale. Nelle tre zone di presenza Munda. (Syamnagar, Shatkira e Khoira) ci sono ben 17 scuolette, che nel tempo p. Luigi ha affidato per la gestione al SAMS. Da alcuni mesi 4 di queste scuolette, le più vicine alla missione, sono gestite dalle ragazze che vivono da p. Luigi. Le insegnanti sono Sulota, Sucitra, Fulldashi e Khuku Moni; Minoti è invece la coordinatrice delle scuole. Nella foto sono con Bahamoni e p. Luigi.
– 2 –
Laicato Saveriano Dicembre 2017
La decisione di affidare le scuolette alle ragaze nasce da alcuni motivi: intanto pare che le insegnanti donne siano più affidabili degli insegnanti maschi, e poi le ragazze, che negli anni hanno avuto p. Luigi come professore, hanno imparato un metodo di insegnamento e di studio diverso da quello della scuola locale (che prevede solo lo studio mnemonico in vista dell’esame) facendo in modo che gli alunni comprendano quanto viene spiegato ed imparino ad utilizzarlo quando necessario…. In questi giorni alla Missione sono passati anche numerosi ospiti. Nel primo gruppo c’era p. Alfonso, Missionario Saveriano, che dopo quasi due anni in Italia è tornato in Bangladesh per proseguire la Missione. Con lui sono arrivati nel Sundarban anche Milvia, che da anni viene a trovare p. Alfonso per diverse settimane all’anno e lo aiuta nelle sue attività ed Enrico, un cugino di p. Alfonso, che è invece alla sua prima visita in Bangladesh. La definizione di p. Luigi all’arrivo di P Alfonso è stata: è arrivato l’uragano, il ciclone ed il terremoto tuti insieme…. in effetti p. Alfonso con la sua energia ti travolge e riesce a mettere alla prova anche un veterano come p. Luigi. Insieme alla festa di benvenuto agli ospiti le ragazze hanno festeggiato anche il compleanno di Sagar.
A Dumghat Mundapara siamo stati invitati a pranzo da Nilima insieme ad altri 2 ospiti provenienti da Forlì, Alberto e Fiorenzo, anche loro veterani del Bangladesh dove, con la loro associazione, aiutano diversi progetti. Dopo il pranzo ne approfittiamo per proseguire lungo la stradina sterrata che si addentra sempre più stretta in mezzo ai campi coltivati a riso ed ai pukur e raggiungiamo la casa di Sharoti e Poritosh. Poritosh da un paio di settimane è andato a Dhaka a lavorare nelle fabbriche di mattoni. Sharoti invece alcuni giorni fa ha avuto i gemelli. Purtroppo nonostante le ripetute raccomandazioni di recarsi in Ospedale, ha partorito a casa ed i gemelli sono morti entrambi. Nell’arco di pochi giorni. Andiamo a trovarla, non possiamo fare nulla se non renderci presenti e darle un abbraccio. Le vengono gli occhi lucidi. Mi rendo conto che per noi, che veniamo dal di fuori, è difficile riuscire a scardinare delle abitudini radicate da secoli, forse potranno riuscirci le ragazze che hanno la possibilità di studiare. Uscendo dalla casa di Sharoti, dico a Shamoli (una di loro che ci accompagna) che deve studiare e diventare medico, per lavorare per la sua gente, annuisce, lei è studiosa e responsabile e potrebbe anche farcela se lo volesse, ma per ora è ancora piccola, deve andare in classe 8^. Franca e Patrick
PER RESTARE AGGIORNATI SULLA MISSIONE IN Bangladesh di Franca e Patrick consulta il loro blog: http://patrickefranca.blogspot.it/ – 3 –
Laicato Saveriano Dicembre 2017 Ecuador Alessandro ci racconta alcune emozioni del suo recente viaggio Per me questo viaggio è stata la quarta volta in Ecuador ma ogni ritorno si carica sempre di novità e di pennellate inaspettate. Provo a sintetizzarle così come emozioni. E’ stato un viaggio nel quale, più che in altri, ci siamo tutti coinvolti emotivamente, fino alla commozione, di fronte a certe situazioni e certe realtà di povertà e precarietà che non possono lasciare indifferenti e che ci hanno interrogati e provocati… anche a fare qualcosa e fare di più.
C U A
come cooperazione. Sempre di più, andando in Ecuador,si vede come il modello della cooperazione e del credito fatto con il cuore e ponendo al centro la persona è strumento efficace per creare sviluppo integrale. come umanità. Quella fatta di accoglienza, calore, semplicità dignità della gente che con poco si accontenta, che lavora per migliorare e che condivide ciò che ha come amicizia. Quella che si ritrova dopo tanti anni: con gli amici del Fepp, di Bancodesarrollo, della Cooperativa Fernando Daquilema e con tante altre persone che ogni volta si aggiungono per un legame che si rafforza sempre di più
come dono. Quello di persone che, facendo della loro vita un dono totale, hanno permesso la realizzazione di questo miracolo economico e umano: Bepi Tonello, p. Antonio Polo.. ma anche p. Pio e i tanti collaboratori del Fepp di Bancodesarollo che vivono ogni giorno il loro lavoro come una missione per gli ultimi. come organizzazione. “senza soldi non si fa sviluppo. Ma anche solo con i soldi non si fa sviluppo”. Ce lo ripeteva spesso Bepi. Per creare sviluppo servono risorse ma serve organizzazione, formazione, intelligenza, sudore amore… e in Ecuador ci stanno dimostrando che tutto questo non è solo utopia ma una possibile realtà come risate. Le tante risate che hanno accompagnato questo viaggio su e giù per le Ande. I lunghi trasferimenti in pulman non sono mai stati noiosi perché vivacizzati sempre dalla contagiosa allegria di un gruppo che si è subito integrato. Grazie Ecuador! Asta pronto! Alessandro Andreoli – 4 –
Laicato Saveriano Dicembre 2017 Brasile P. Diego Pelizzari, amico del laicato saveriano e compegno di missione di Alessandro e Alessandra durante la loro esperienza in Brasile, ci invia una breve riflessione e un augurio per il Natale
Carissimi/e tutti/e del Laicato SX, um abraço. Ritornato dai villaggi degli indios Guaraní della regione di frontiera, ho trovato qui in casa il giornaletto della mia parrocchia di Villa d’Ogna. É sempre un momento di grande allegria ricevere notizie della Comunitá, delle attivitá, celebrazioni, eventi, feste…. Feste in famiglia per i bambini nati e per i matrimoni. Da lontano mi fanno partecipare alla vita della mia gente. Anche l’ultima pagina, quella dei defunti, é importante. Mi aiuta a ricordare, nella preghiera, persone care che adesso sono in paradiso. Ogni fotografia, ogni volto é una storia che ricordo volentieri, anche se con nostalgia, e riconduce alla memoria i momenti vissuti con loro e mi riporta anche alle mie origini. Leggendo le notizie della “Pagina Sportiva” mi hanno ricordato anche l’ultima impresa della nazionale italiana di calcio, eliminata da quella svedese questa settimana. Chiaramente
dispiace dover assistere ai prossimi mondiali di calcio senza l’Italia. Come molti, anch’io da ragazzo giocavo a calcio e anche oggi mi piace assistere ad una bella partita. Vi lascio immaginare come mi stanno prendendo in giro qui i miei amici che sanno che sono un appassionato di calcio. Spiace perché “vedere” il calcio alla TV é un divertimento bello e gratuito. Qui in Brasile, uno dei pochi divertimenti che non si comprano è il calcio visto in televisione, a cui anche i poveri hanno accesso. Il resto ormai é tutto a pagamento. Peró questa eliminazione mi ha fatto pensare un po’, come la recente sconfitta della Ferrari in quest’ultimo campionato di F1. Un budget di 386 milioni di euro non é stato sufficiente per far vincere il titolo alla Scuderia. Le cifre del mondo dello Sport, come quelle dello spettacolo, degli stipendi dei dirigenti delle grandi aziende solo per fare alcuni esempi, sono cifre da capogiro, che stridono con la realtà quotidiana della stragrande maggioranza dell’umanità. Credo che si debba fare una riflessione serena, onesta ed anche autocritica, in merito ad un certo tipo di tifo. Spesso sono chiamato a tenere conferenze e ritiri spirituali ai giovani e anche ai meno giovani e devo richiamare l’attenzione su certi atteggiamenti ormai molto comuni. Mi impressiona sentir dire “il
– 5 –
Laicato Saveriano Dicembre 2017
Flamengo é la mia vita!”, “il Palmeiras é la mia fede!”. Fare il tifo per una squadra di calcio o per un evento ludico é un motivo di vita? Un giovane studente, un padre di famiglia, una mamma possono pensare esclusivamente al gioco della domenica, investendo denaro e tempo? Qual’é la scala dei loro valori? Un gioco non può avere la prioritá sugli affetti familiari, sull’educazione ed sul benessere delle persone. Quanti falsi miti del mondo sportivo, dello spettacolo, stiamo inseguendo come modelli di vita? Questa eliminazione dai mondiali di calcio mi fa pensare, ci deve fare pensare. Dev’essere un’opportunitá per ristabilire quella scala di valori che il Vangelo indica ad ogni cristano/a. La miseria di due terzi degli uomini e delle donne che abitano il pianeta non é frutto del caso, non é destino, ma é il risultato di sistemi discriminanti creati dall’uomo. Sono noti gli squilibri nella distribuzione delle risorse e delle ricchezze, anche qui da noi. La nostra élite, ereditata dal periodo coloniale, é cinica e crudele e concentra in poche mani potere e ricchezze. I conflitti con chi vive nella miseria e nella povertà sono all’ordine del giorno. Anche questa settimana sono stato chiamato dagli indios Guaranì per intervenire in uno scontro sorto in un villaggio distante alcuni chilometri dalla frontiera col Paraguai. Due famiglie hanno montato le loro baracche, fatte
di pali di bambú e teloni neri di plastica, ai margini di un campo di soja. Dopo poche ore si sono concentrati nei pressi circa duecento proprietari terrieri (fazendeiros-latifondisti), che hanno malmenato gli indios, strappato i teloni e bruciato pali e documenti personali degli indios. Dei duecento, sicuramente la maggior parte é cristiana e molti di loro sono cattolici e vanno in chiesa. Aiutano con offerte e donazioni la parrocchia, partecipano alla preparazione della festa della patrona, montano il presepio, organizzano la Via Crucis… ma il loro cuore é di pietra. Per loro una cosa sono la religione, la Fede, le pratiche liturgiche, un’altra la Misericordia e la Giustizia. Dal modo di agire di queste persone si puó notare che, dopo duemila anni, a Gesú é ancora negato il diritto all’ospitalitá. Maria lo ha dato alla luce in una stalla. Oggi Maria farebbe fatica a trovarla… la stalla, non per mancanza di mucche (noi ne abbiamo 800 milioni qui), ma per “eccesso di proprietá privata”! La mia intenzione iniziale era ringraziare e farvi gli auguri di Buon Natale. Poi, pensando, pensando, mi sono scappate alcune riflessioni. Non so se serviranno a qualcosa… Vi ricordo sempre tutti/e con molto affetto. Prego perché il Natale del Signore anche quest’anno rinnovi in noi il desiderio di Credere di piú, di Sperare costruendo di piú, di Amare piú intensamente. AUGURI p. Diego Pelizzari
– 6 –
Laicato Saveriano Dicembre 2017 Vita di famiglia Bedonia Animazione missionaria per il Brasile Alberto e Serena tracciano un breve racconto dell’esperienza di animazione missionaria organizzata dall’equipe America latina a Bedonia per sensibilizzare sulla questione indigena
Organizzata dall’Equipe America del Laicato Saveriano e dal Gruppo missionario della Parrocchia di Bedonia, si è tenuta in Valtaro nei giorni 18 e 19 novembre una due giorni missionaria sul tema della pastorale delle popolazioni indigene e del loro sostegno. Protagonista è stata l’esperienza missionaria della famiglia Andreoli di Ancona che, tempo fa, ha vissuto un anno presso la missione dei padri saveriani di Laranjeiras do Sul nello stato brasiliano del Paranà. Alessandra, Alessandro e i loro due figli più grandi, Francesco e Miriam (Giovanni sarebbe nato due anni dopo), hanno convissuto nella missione con i Saverani aiutando i loro sforzi pastorali e le loro iniziative sociali. Fra le varie attività che i padri seguono, gli Andreoli hanno scelto in particolare un lavoro di condivisione con gli Indios Kaingang. La due giorni è iniziata il sabato a Borgotaro con l’incontro con quattro classi dell’Istituto Zappa-Fermi. Alessandra e Alessandro hanno saputo coinvolgere i ragazzi raccontando la loro scelta di missione e la loro amicizia con gli Indios Kaingang. Dapprima sospettosi di
questi stranieri arrivati dall’altra parte del mondo, gli indios hanno poi accolto gli Andreoli nella loro comunità costruendo un sincero rapporto d’amicizia. Questa ha anche avuto un riscontro concreto con la messa in opera di un orto comunitario finanziato con la vendita in Italia degli oggetti di artigianato indigeno. Lo sguardo si è poi allargato alla condizione generale degli indios brasiliani che da sempre sono oggetto di persecuzioni, soprusi ed angherie da parte di chi vuole mettere le mani sulle ricchezze naturali del loro territorio. La storia degli indios sudamericani da quando gli europei sono sbarcati nel continente è stata infatti una storia di violenza ed emarginazione. La giornata di sabato è poi proseguita nel pomeriggio con l’incontro con la Comunità parrocchiale di Bedonia in cui, oltre al racconto dell’esperienza missionaria già fatto al mattino, si è approfondito il tema della
– 7 –
Laicato Saveriano Dicembre 2017
pastorale indigenista ed il sostegno che la Chiesa brasiliana offre a queste popolazioni. La pastorale indigenista nasce nel 1972 con la creazione da parte della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile del CIMI (Consiglio pastorale indigenista) con cui ha cercato di aiutare le popolazioni indios, favorendo nel contempo la riconciliazione fra i gruppi etnici brasiliani. E’ partendo dal Vangelo che la Chiesa brasiliana ha deciso di promuovere una pastorale della vita, della giustizia e della solidarietà di fronte alle aggressioni del modello neoliberista, supportando le comunità e le organizzazioni indigene, favorendo il rafforzamento del processo di autonomia di questi popoli e cercando di costruire un progetto alternativo di società multietnica, popolare e democratica. Per sottolineare l’importanza di questa pastorale, quest’anno il Gruppo missionario di Bedonia sostiene economicamente i progetti di don Giancarlo Dallospedale, che per la diocesi di Piacenza opera a Boa Vista in Roraima, e padre Diego Pelizzari, saveriano, che lavora invece a Laranjeiras do Sul proprio nella missione dove hanno vissuto gli Andreoli.
L’incontro in parrocchia è stato animato per la partecipazione del pubblico ed in particolare delle suore Messaggere dello Spirito Santo che, essendo un ordine di origine brasiliana, hanno raccontato anche alcune esperienze personali. La due giorni si è conclusa domenica con l’animazione della messa solenne presso la parrocchiale di Bedonia dove, anche con la collaborazione di Joseph seminarista saveriano, la funzione si è colorata di suoni e gesti tipici delle tradizioni dei popoli sudamericani. Il pranzo con i sacerdoti della zona presso il Seminario ha suggellato l’iniziativa in un clima di amicizia. E’ stata un’esperienza così positiva che il Laicato saveriano e Il Gruppo missionario hanno intenzione di ripetere l’esperienza quando Franca e Patrick, un’altra famiglia del Laicato, torneranno dal loro anno missionario in Bangladesh. Alberto Chiappari e Serena Rolandi
– 8 –
Laicato Saveriano Dicembre 2017 CONVIVENZA INVERNALE Si è svolta ad Ancona dal 7 al 10 dicembre scorso la convivenza invernale del laicato saveriano. Rosaria ne traccia un breve riassunto.
Come ogni anno noi laici saveriani ci siamo ritrovati nella casa saveriana di Ancona per i tre giorni della convivenza invernale. Pochi giorni, ma tante cose in cantiere. E’bello ritrovarsi tutti insieme dopo diversi mesi, innanzitutto ci siamo raccontanti, ogni gruppo territoriale con le proprie attività: Ancona, Desio, Parma, Salerno… I “lavori” sono cominciati con la messa dell’Immacolata e l’introduzione al libro di Tobia che, insieme agli scritti del Fondatore, ci accompagneranno nella formazione annuale che avrà come tema “Dall’umanità alla scelta”. Ad aiutarci nella meditazione è stata Lucia
Citro (mmx) che ringraziamo per la profondità e per le linee guida sul testo biblico. Come di consueto si sono riunite le Equipe per la missione: Africa, America e Asia; un momento importante per fare il resoconto sui progetti di ciascuna e determinare quanto ci vedrà impegnati sino alla prossima convivenza. Il punto principale di questa convivenza è stato portare a termine il lavoro sull’Animazione Missionaria cominciato ad Assisi ad agosto: si è letta e discussa la bozza del documento e si sono tenuti ulteriori laboratori per ampliarne il contenuto. Non è mancato il collegamento skype con il
– 9 –
Laicato Saveriano Dicembre 2017
Bangladesh dove sono presenti Franca a Patrick, che emozione! Altro momento fondamentale è come sempre l’Assemblea in cui abbiamo discusso per confrontarci e progettare le varie attività. I momenti di preghiera e l’Eucarestia sono stati fondamentali per chiedere al Signore di guidarci e portarci dove Lui vuole e sono stati occasione per stringerci in preghiera intorno ad una nostra laica e alla sua famiglia, colpita da una grave malattia: anche questo è famiglia. Durante la messa di fine convivenza inoltre c’è stata occasione per chi non aveva partecipato
alla convivenza estiva di Assisi di rinnovare la popria appartenenza al Laicato: Anna, Giuseppina e Milly hanno con gioia condiviso con il resto dei presenti il loro SI al laicato. La sera del 9 dicembre ci hanno fatto visita anche p. Gigi Signori e p. Javier Peguero, di passaggio ad Ancona. La convivenza è terminata con le lodi di domenica 10 dicembre a seguito delle quali sono cominciate le partenze; è sempre triste salutarci anche se solo per un arrivederci ad agosto. M. Rosaria
SINTESI EQUIPE Durante la convivenza invernale tenutasi ad Ancona dal 7 al 10 Dicembre le varie equipe per la missione si sono riunite. Ecco un breve resoconto dei lavori dell’Equipe Africa e America Africa I laici di Goma chiedono del materiale in lingua francese sulla spiritualità confortiana.Aggiornamento sulla situazione politica del paese: il mandato del presidente Kabila è scaduto nel 2016 ma ancora non ha lasciato la presidenza. Ha ricevuto un ultimatum per la fine di quest’anno, bisognerà vedere cosa succederà sia nel caso che si dimetta sia che si presenti il panorama di nuove elezioni.Per il prossimo anno è approvata la proposta che un padre saveriano accompagni un gruppo di giovani in missione a Goma.Paolo e Giovanna hanno manifestato l’intenzione di ritornare a Goma per un periodo più lungo. Quest’anno andranno in Africa per vagliare la possibilità di un nuovo progetto da realizzare a Goma. Quindi si prospetta la possibilità anche per altri laici di accompagnarli.Il progetto Nyota sta andando avanti: abbiamo in cura circa 100 bambini con spese coperte fino alla fine di gennaio. Quindi vanno attivate nuove raccolte per questo progetto.Abbiamo realizzato una cartolina del gruppo Africa per promuovere le attività di raccolta ed informazione.Giovanna ha espresso la problematica per le tempistiche delle raccolte e degli invii dei contributi a Goma. Il Consiglio deve verificare la procedura dell’invio dei contributi in modo da stabilire che arrivino al progetto per cui sono stati raccolti. Giovanna – 10 –
Laicato Saveriano Dicembre 2017
America Latina L’equipe comincia l’incontro con il racconto del progetto “Gli Indios in Val di Taro”, una due giorni (sabato 18 e domenica 19 novembre) in cui ci siamo cimentati nell’animazione missionaria, grazie alla testimonianza di Alessandra e Alessandro sulla loro permanenza in Brasile. Dopo diversi incontri via skype tra i Chiappari, gli Andreoli e M. Rosaria (Bedonia-Ancona-Potenza) si è potuto dar via all’evento: il sabato mattina c’è stato l’incontro con quattro classi dell’Istituto Superiore “Zappa-Fermi” di Borgotaro – due incontri di un’ora ciascuno – mentre nel pomeriggio si è incontrato la comunità della parrocchia di Sant’Antonio a Bedonia. La due giorni si è conclusa la domenica mattina con l’Eucaristia a cui hanno partecipato Joseph, studente saveriano, e Giovanna e Paolo di Parma. L’equipe è molto soddisfatta sul come è andata l’iniziativa di animazione missionaria, grazie anche ai feedback positivi avuti dai docenti dell’istituto e dai membri della comunità; siamo certi che si è smosso qualcosa. La cosa importante è che siamo riusciti a far passare il messaggio di cosa significa per un laico fare missione. La testimonianza della famiglia Andreoli ha lasciato un segno, infatti è probabile il coinvolgimento delle suore francescane di Bedonia all’interno del gruppo missionario della parrocchia di cui fanno parte Serena e Alberto. Ci si è chiesti su come affrontare le spese per queste iniziative e si sono rimandate al consiglio dei laici le linee guida. In seguito i membri dell’equipe si sono domandati se questo progetto può essere ‘esportato’ altrove e con quali modalità tenendo conto delle difficoltà di frequenti spostamenti per la famiglia Andreoli.
I prossimi mesi saranno utili per riflettere su come continuare l’animazione missionaria sulla pastorale indigenista. L’incontro è continuato con la lettura di una e-mail inviataci da p. Diego Pellizzari. Dal momento che p. Diego il prossimo anno sarà in Italia per le vacanze, è nostro intento non solo incontrarlo ma anche coinvolgerlo in attività da programmare nei prossimi mesi. Uno dei temi su cui si può focalizzare l’attenzione dell’equipe America è sicuramente quello dei nuovi stili di vita, perciò per la prossima convivenza estiva il nostro obiettivo capire come connotare e declinare gli stili di vita con il carisma del laicato in generale e quello dell’equipe America in particolare. L’equipe si propone, inoltre, di focalizzare l’attenzione sul Sinodo dei Vescovi dell’Amazzonia, annunciato e voluto da Papa Francesco per il 2019. Rosaria
– 11 –
Laicato Saveriano Dicembre 2017 Per nutrire la riflessione Per il consueto spazio dedicato alla riflessione, proponiamo questa volta il materiale con il quale sr Lucia Citro ha guidato la sua meditazione durante la convivenza invernale di Ancona.
Il Libro di Tobia Una storia edificante, coinvolgente. Il libro racconta la storia di due famiglie ebree in diaspora che vivono in un contesto di marginalità e di tribolazione. L’autore del libro di Tobia, vissuto molta probabilmente, nel II secolo a.C. ambienta la vicenda nell’VIII – VII sec. a.C. quando la potenza Assira raggiunge il massimo splendore, fino a sottomettere la Palestina e addirittura l’Egitto. Dalla diaspora, dove il popolo ebraico visse per più di un secolo l’autore, scrive questo libro per offrire un esempio di tipo sapienziale, che potesse illuminare e incoraggiare gli esiliati a perseverare nella fede. Il libro, infatti, racconta una storia verosimile, in cui chiunque può rispecchiarsi e trarre numerosi spunti di riflessione. I personaggi principali del racconto sono: Tobi, Tobia e Sara. Tobi, discendente della tribù di Neftali è esiliato a Ninive (Assiria), con la moglie Anna e il figlio Tobia. Tobi, incarna il modello dell’ebreo devoto e fedele, che obbedisce scrupolosamente alla legge e rispetta le usanze della sua terra: prega, fa elemosine, digiuna, seppellisce i morti. Nonostante i divieti dei regnanti del suo tempo, Tobi si prodiga per alleviare le pene dei suoi connazionali. Proprio in occasione di un’azione caritatevole, Tobi diventa cieco a causa di un banale incidente. La moglie Anna, deve provvedere da sola alle necessità della famiglia. Tobi,
però, con i suoi eccessivi scrupoli e sospetti arriva perfino a dubitare dei doni che la moglie porta a casa: le chiede di restituire un capretto che le è stato regalato. Questo fa molto arrabbiare Anna la quale reagisce umiliando profondamente suo marito. Sopraffatto dallo sconforto, Tobi chiede al Signore di farlo morire: l’esistenza è diventata ormai insopportabile per lui. Contemporaneamente il libro racconta la storia della giovane Sara, figlia unica di Raguèl e Edna che con la sua famiglia è esiliata a Ecbàtana (in Iran). Sara vive una situazione assai penosa. Sposa sette volte, ha visto morire la prima notte di nozze tutti gli aspiranti mariti. La causa di questa sventura è attribuita al demonio, Asmodeo, che uccide i suoi pretendenti. Addolorata e ferita dalle amare umiliazioni che subisce, Sara tenta il suicidio. Ma ravvedutasi, anch’essa, come il vecchio Tobi, prega il Signore chiedendo di morire, per essere liberata dalla sua grande vergogna. Dio ascolta le preghiere di entrambi e interviene inviando l’angelo Raffaele con la missione è di quella di guarire (3,16-17). Prendendo una forma umana, l’angelo diventa compagno di viaggio di Tobia, che deve recarsi in Media, a recuperare una somma di denaro che suo padre aveva lasciato anni prima presso un suo lontano parente (6,1-17). Con l’aiuto dell’angelo, che prende le sembianze di un giovane chiamato Azaria, Tobia junior riesce, a recuperare non solo il denaro, ma anche a sposare la sfortunata Sara. I genitori di Sara organizzano una grande festa per questa felice unione (8,1,21). Il seguito della storia racconta il ritorno a Ninive dei novelli sposi e il recupero della vista di Tobi. (11,1-20; 12,1ss). La storia si conclude in cui l’angelo svela la sua identità e
– 12 –
Laicato Saveriano Dicembre 2017
l’esultanza del protagonista che loda Dio con un inno che abbraccia l’intero capitolo tredici. La felicità è ritrovata e non può essere contenuta! Il cantico di Tobia Uscito dal suo incubo di sofferenza e amarezza Tobi prorompe in un solenne canto di lode e di ringraziamento a Dio. Il Tobi del cantico non è più lo stesso dell’inizio del libro. Ora è capace di “vedere che Dio è buono”. Tobi, significa, infatti: “Dio è buono”. Il grande cambiamento di Tobi avviene nel momento in cui riconosce la sollecitudine di Dio nella sua vicenda. Chi fa esperienza della bontà di Dio “entra nel ritmo della creazione e riconosce le implicazioni dei nomi, cioè che Dio è buono, molto buono!” (J.Craghan). La preghiera di lode è “gratuità pura” – afferma Papa Francesco, perché canta Dio per se stesso e gli rende gloria perché egli è. (cfr Compendio CCC n. 556). La lode di Tobi diventa messaggio di “apertura universale”; oltrepassa i confini di Israele e si fa annuncio profetico di gioia e di speranza per l’umanità di ogni tempo. Il messaggio del libro di Tobia Scopo principale di tutto libro è esaltare la bontà di Dio, ovunque e in ogni situazione: sia quando irrompe la gioia, sia quando si è visitati dalla sofferenza. Il racconto intende trasmettere proprio questo. Il vero protagonista del libro è Dio che interviene nella vita dei protagonisti in modo delicato e discreto. Dio è vicino ma non s’impone, perché è rispettoso della libertà umana. Occorre discernere la bontà di Dio nelle pieghe della storia, dentro il quotidiano. Cercare di riconoscere le opere di Dio affinché il suo Nome sia conosciuto e amato. Per noi, che ci nutriamo della spiritualità saveriana, il messaggio del libro di Tobia risuona come nuova conferma dell’attualità dell’eredità che Conforti ha lasciato alla nostra famiglia missionaria: “spirito di viva fede che
ci faccia veder Dio, cercar Dio, amar Dio in tutto, acuendo il desiderio di propagare ovunque il suo Regno” (LT 10). “Ogni momento arriva a noi, carico della volontà divina, sappiate sempre, oggi e domani, momento per momento, corrispondere a tale volontà”- amava ricordare alle saveriane, p. G. Spagnolo sx (LP.1) Il libro di Tobia è prima di tutto un viaggio interiore. Il viaggio è l’immagine della vita, in cui ci si muove per motivi diversi: per necessità, per scelta. … si va verso l’ignoto, affondando separazioni, superando pericoli, incrociando volti e mani accoglienti. Il cammino prosegue e la meta finale non è un salto nel vuoto, ma l’incontro con un Dio che ci chiama per nome, che offre “vita in abbondanza”. Questo viaggio diventa possibile specie se è fatto assieme ad altri, quando ci si affida con fiducia a chi può indicarci il percorso… Quanti compagni nella fede hanno fatto strada con noi! Il testo biblico può spingere a una riflessione salutare sulle proprie cecità e delusioni. Può essere un ammonimento a considerare l’“esilio spirituale” da cui uscire per non rimanere bloccati dentro una religiosità fatta di rituali sterili; un ruolo ricevuto; all’idea di un Dio che ricompensa sempre chi fa il bene e punisce l’ingiusto. La prova serve a noi per scoprire quanto la nostra fede può sostenere un momento difficile. “La fede comincia quando Dio non risponde” (H. Boulad sj). L’autore del libro cerca di dare una risposta al grande scandalo del male e della sofferenza innocente. È l’angosciosa domanda a cui in ogni tempo si è cercato di rispondere. Il libro tenta di risolvere questa difficoltà mostrando che il dolore è provvisorio, che il giusto è sempre ricompensato con la felicità, dopo un momento di prova. Ma questa risposta non è molto soddisfacente. Cosa si può dire davanti alla dura realtà del
– 13 –
Laicato Saveriano Dicembre 2017
malato che non può guarire nemmeno parzialmente, di donne, bambini ingiustamente sfruttati e umiliati, delle tragedie che dividono le famiglie, rompono i legami di affetto più cari.… La risposta di senso verrà solo da Gesù che ha scelto di abbracciare fino alla morte il dolore degli uomini e delle donne di tutti i tempi; che ha annunciato che anche in mezzo alla prova c’è una dimensione della vita che si spalanca verso un “oltre” … di vita piena e duratura. Da quando il Figlio di Dio è venuto ad abitare perennemente la storia, non esiste più nulla di “profano” che non possa essere toccato dalla grazia. Occorre allora uno sguardo diverso, un atteggiamento non pregiudiziale su Dio e sugli altri. Occorrono occhi, orecchi, piedi, cuore, memoria per non “porre impedimento a Dio” (cfr At 10). Non c’è nessuna vicenda umana, anche la più negativa o fallimentare che possa impedire a Dio di essere Dio. Piste per la meditazione “La Liturgia delle Lodi ha accolto tra i suoi Cantici un frammento di un inno, posto a suggello della storia narrata dal Libro biblico di Tobia: […]. L’inno, piuttosto ampio e solenne, una tipica espressione della preghiera e della spiritualità giudaica che attinge ad altri testi già presenti nella Bibbia. Il Cantico si sviluppa attraverso una duplice invocazione. Emerge innanzitutto un ripetuto invito a lodare Dio (vv. 3.4.7) per la purificazione ch’egli sta operando per mezzo dell’esilio. I «figli d’Israele» vengono esortati ad accogliere questa purificazione con una sincera conversione (vv. 6.8). Se fiorirà nei cuori la conversione, il Signore farà sorgere all’orizzonte l’alba della liberazione […]. La seconda parte del testo, intonata dal vecchio Tobi, protagonista col figlio Tobia dell’intero Libro, è una vera e propria celebrazione di Sion. Essa riflette l’appassionata nostalgia e l’ardente amore che l’ebreo della Diaspora prova nei confronti della città santa (vv. 9-18).
Lungo tutto il Cantico del capitolo 13 di Tobia si ripete spesso questa convinzione: il Signore «castiga e usa misericordia… castiga per le vostre ingiustizie ma usa misericordia a tutti… ti ha castigata per le opere dei tuoi figli, e avrà ancora pietà per i figli dei giusti» (vv. 2.5.10) L’ultima parola del Dio giusto resta tuttavia quella dell’amore e del perdono; il suo desiderio profondo è quello di poter riabbracciare i figli ribelli che tornano a lui con cuore pentito. Nei confronti del popolo eletto la misericordia divina si manifesterà con la ricostruzione del Tempio di Gerusalemme, operata da Dio stesso: «Egli ricostruirà in te il suo tempio con gioia» (v. 11). Appare, così, il secondo tema, quello di Sion, come luogo spirituale verso cui deve convergere non solo il ritorno degli ebrei ma anche il pellegrinaggio dei popoli che cercano Dio. Si schiude, così, un orizzonte universalistico: ricostruito, il tempio di Gerusalemme, segno della parola e della presenza divina, risplenderà di una luce planetaria che squarcerà le tenebre, così che possano mettersi in marcia «nazioni numerose, gli abitanti di tutti i confini della terra» (v. 13), recando i loro doni e cantando la loro gioia di partecipare alla salvezza che il Signore effonde in Israele” […] (Udienza generale di Giovanni Paolo II, 13-8- 2003). Quale messaggio trasmette questo inno al termine del libro? Il cantico sottolinea innanzitutto la dimensione della lode. La fede di Tobi era chiusa bloccata nel moralismo, accecata dal dolore, ma ora riesce a “vedere” la bontà di Dio. Il cantico del capitolo tredici, è stato probabilmente aggiunto al resto del libro da Tobia in un tempo successivo. Sembra slegato dal resto racconto, ma i frequenti richiami ai temi dei primi 12 capitoli impediscono di percepirlo come un corpo estraneo. Il poema ha come modello il cantico di Mosè nel libro del Deuteronomio (Dt 32), il cantico di Giona, il cantico di Anna nel primo libro di Samuele, anticipando il Magnificat di Maria.
– 14 –
Laicato Saveriano Dicembre 2017
Il cantico si compone di due parti: la prima è un grande inno di lode e di ringraziamento a Dio; la seconda un appello profetico a Gerusalemme in quanto meta dell’umanità redenta, “calamita di tutti i popoli”. Questo è il grande sogno di Dio: che l’umanità abbia tanta gioia e che assieme a tutti i popoli abiti per sempre nella sua casa, la “nuova” Gerusalemme . Il senso dell’inno si può intravedere nel rapporto che c’è tra l’uno e il tutto: tra la vicenda di Tobi e quella di tutto il popolo (D. Barsotti). Tobi contempla la sua vita e riconosce che se Yhwh ha fatto tutto questo per lui e la sua famiglia, quanto non farà per il suo popolo e per la città santa? Ecco perché l’inno invita tutto il popolo a lodare e contemplare ciò che Dio ha compiuto. La lode è l’espressione più sublime della preghiera, perché è “gratuità pura”- “Noi sappiamo pregare benissimo quando chiediamo cose…, ma la preghiera di lode è un po’ più difficile per noi: non è tanto abituale lodare il Signore. E questo lo possiamo sentire meglio quando noi facciamo memoria delle cose che il Signore ha fatto nella nostra vita: ‘In Lui – in Cristo – ci ha scelti prima della creazione del mondo’. Benedetto sei Signore, perché tu mi ha scelto! E’ la gioia di una vicinanza paterna e tenera” (Papa Francesco, Omelia 16 ottobre 2014). La dimensione della lode dirompe e valica i confini dello spazio e del tempo. L’inno esprime infatti un messaggio di “apertura universale”. Alla luce del intero racconto il cantico mostra che, quando viene riconosciuta la presenza di Dio nel cammino dei diversi protagonisti, la famiglia diventa essa stessa un segno profetico di speranza “La famiglia si fa così portavoce della bontà misericordiosa di Dio e si apre alla soglia del popolo di Israele e del mondo intero” (L. Mazzinghi), per tutta l’umanità. Riconoscere la presenza di Dio nella propria vita rende capaci di leggere la storia alla luce del progetto di Dio.
Il cantico di Tobi diventa il segno di come trovare “Dio in tutte le cose” e “tutte le cose in Dio” e dunque che è possibile benedirlo sempre, anche nelle vicende dolorose, perché Lui c’è sempre e la sua risposta va ben al di là delle nostre attese. Da quando il Figlio ha preso la nostra carne, “non c’è più strada nella storia umana sulla quale noi possiamo sentirci smarriti, dispersi, perché sempre e dappertutto siamo anticipati dal viaggio che il Figlio ha compiuto precedendoci con quell’efficacia amante, creativa, salvifica che è propria della misericordia di Dio”. (Mosconi). Da un racconto di tradizione ebraica. Il nipote di Rabbi Baruch, Jehiel, giocava un giorno a nascondino con un altro ragazzo. Egli si nascose ben bene e attese che il compagno lo cercasse. Dopo aver atteso a lungo uscì dal nascondiglio, ma l’altro non si vedeva. Jehiel si accorse allora che quello non lo aveva mai cercato. Questo lo fece piangere; piangendo corse nella stanza del nonno e si lamentò del cattivo compagno di gioco. Gli occhi di Rabbi Baruch si riempirono allora di lacrime e disse: «Così dice anche Dio: Io mi nascondo, ma nessuno mi vuol cercare».(BUBER M., Dai Racconti dei chassidim) Spunti per condivisione Cosa mi colpisce della storia di Tobia? Cosa dice a me? La fede di Tobi era chiusa nel dolore e bloccata dal moralismo. La svolta grande della sua vita avviene nel momento in cui riconosce la presenza di Dio nella sua storia. Da quel momento entra nella dimensione della lode. Alla luce di questo, quanto incide la lode a Dio, nella mia vita personale/familiare/gruppo? Di quali opere di Dio è portavoce la mia famiglia/gruppo/comunità?
– 15 –
Laicato Saveriano Dicembre 2017 Bacheca Il 14 dicembre è salita in cielo Nuccia. Siamo senza parole e con gli occhi pieni di lacrime, eppure se ricordiamo qualcuno dei momenti vissuti insieme a Nuccia spunta il sorriso. Prendiamo in prestito le parole, per consolare il nostro cuore, da un altro “amico” di Dio. Un affettuoso abbraccio a Carmine, i figli e i genitori. E’ buio dentro di me, ma in te c’è luce. Sono solo, ma tu non mi abbandoni. Sono impaurito, ma presso di te c’è aiuto. Sono inquieto, ma presso di te c’è la pace. Io non comprendo le tue vie, ma tu conosci la mia via. ( D. Bonhoeffer ) Auguri affettuosi a Vito Marano, fratello di Angela, che il 6 Dicembre si è sposato con Rosa nella chiesa dell’Annunziata a Salerno. Il 4 dicembre è nato Valerio, il nipotino di Nella e Saverio; auguri ai nonni ed ai genitori. Associazione “Laici Saveriani Ad Gentes” ASPETTIAMO LE VOSTRE NOTIZIE E LE VOSTRE FOTO Scrivete a: Alessandro Andreoli <caiman99@libero.it> Elena <elenarmento@libero.it> Laura Baioni < laurabai4@virgilio.it> www.laicatosaveriano.it Organizzazione non lucrativa di utilita sociale – ONLUS Via Fra Acquaviva, 4 – 84135 Salerno – C.F. 95073720658 Per offerte e contributi: C/C bancario intestato a: Associazione Laici Saveriani Ad Gentes – Onlus IBAN: IT 66 S 05018 03400 000015116007 presso Banca Popolare Etica C/C postale n. 12182317 intestato a Banca Popolare Etica Causale: contributo su C/C 511600/J a favore di Associazione Laici Saveriani Ad Gentes – Onlus – 16 –

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *