https://www.laicatosaveriano.it/wp-content/uploads/2018/05/Agenda_2018-aprile.pdf
Le Parole del Padre
I DONI DELLO SPIRITO SANTO
Il dono della sapienza ci fa conoscere e gustare le cose di Dio, Dio mede-simo e tutto ciò che ci guida a possederLo…spandendo certa tal quale soa-vità sopra i beni dell’ordine soprannaturale ci fa aspirare a tutto ciò che è degno di un’anima immortale…
Il dono dell’intelletto ci rende capaci di afferrare con facilità ed intendere per quanto è dato alla mente nostra limitata e debole le verità della Reli-gione. Fa predominare l’anima sul corpo e ne induce alla sobrietà, virtù indispensabile a tutti gli uomini di studio……
Il dono del consiglio ci fa discernere le vie del cielo, prendere ed indicare i mezzi più propri per camminarvi con sicurezza. Ci rende lo spirito retto con il farci preferire il più al meno; ci mostra con tutta l’evidenza che i beni temporali non possono appagare il no-
stro cuore fatto per l’infinito. E distaccando questo nostro cuore da tutte le preoccupazioni materiali vi conferi-sce una grande oculatezza per giudicare saviamente, per risolversi, e per risolvere gli altri nelle loro titubanze….
Il dono della fortezza ci rende superiori alla nostra innata debolezza, ci fa grandi cose operare per Dio e per i fratelli e vincere gli ostacoli che si oppongono all’adempimento dei nostri doveri. E tutto questo perché da nuo-vo slancio all’anima e alle sue potenze facendoci affrontare le più ardue imprese come è avvenuto negli aposto-li, nei martiri, nei missionari di ogni tempo………
Il dono della scienza ci dà una conoscenza certa delle verità della fede e ci aiuta a fare un retto uso delle cogni-zioni umane. E questo perché rischiara l’intelletto e dirigendo il nostro criterio nei vari giudizi impedisce che si vedano le cose in falso lume. Ci trattiene dallo sdegnarsi per ragioni che ne siano immeritevoli…….
Il dono della pietà dilata il nostro cuore nell’adempimento dei doveri religiosi comunicandogli un senso di amore delicato e forte che lo nobilita, lo intene-risce e lo rende rispettosamente filiale verso Dio e verso tutto ciò che lo ri-guarda, vale a dire la sua chiesa, la sua parola, i suoi templi, i suoi sacerdo-ti, le sue membra afflitte. Fa sì che prodighiamo a tutti gli uomini l’amore di un fratello per il fratello, la compassione di un amico per l’amico.
Il dono del timore di Dio, infine, imprime nell’anima nostra un grande ri-spetto verso la divinità, un grande terrore dei suoi giudizi, un grande orrore per il peccato. Per questo come veramente siamo ci rende piccoli sotto la possente mano di Dio, umili, modesti, dolci verso il prossimo. E lungi da umiliare il nostro spirito lo affranca da ogni timore umano conferendoci un carattere franco ed indipendente……..
( Omelia “Credo in Spiritum Sanctum” del 6 Gennaio 1920 – Parma )
IN QUESTO NUMERO
- Notizie dalla missione
o JNAnews di marzo (alle-gato)
- Vita di famiglia o Parma
o Salerno
o Notizie dal consiglio
o Per nutrire la riflessione
Vita di famiglia
Parma
Notizie dalla Fraternità
In Fraternità stiamo tutti bene, attendiamo la fine di questa settimana per festeggiare Paolo che dal 2 marzo, che è anche il giorno del suo sessantacinquesimo compleanno, va in pen-sione!!
Abbiamo poi accolto da pochi giorni due nuovi ragazzi provenienti dalla Costa d’Avorio e dall’Etiopia:
Amara e Abdurazak, sono anche loro, come tanti, arrivati dalla Libia con un barcone dopo un viaggio difficile e doloroso.
Amara ha 41 anni è sposato e ha due bambini che vivono in Africa con la mamma; Abdura-zak è molto più giovane, solo 24 anni, ma an-che lui ha già 4 bambini. Sono qui con tante speranze nel cuore, trovare un lavoro prima di tutto che possa permettere loro di aiutare le loro famiglie. Cercheremo di volere loro bene e di accompagnarli verso una vita migliore. Un caro abbraccio a tutti!
Giovanna
Nuovi amici…
Pubblichiamo un simpatico articolo a quattro mani e due cuori di Paolo e Giovanna, relativo ai due incontri con laici vicini ai saveriani tenutisi ad Udine e a Vicenza.
Ci siamo sempre detti della necessità di pro-porre senza timori il percorso vocazionale del laicato a quanti incontriamo, “pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione del-la speranza che è in voi” (1Pt 3,15).
Perciò, anche se con un po’ di paura, vista la nostra inadeguatezza, abbiamo risposto alle richieste che ci sono pervenute da Udine e Vi-cenza, due situazioni molto diverse.
A Udine P. Andrea con P. Enzo e gli altri padri della casa, stanno seguendo da tempo alcune famiglie, coppie e singoli, alcuni dei quali po-trebbero essere interessati al laicato.
L’incontro è avvenuto all’interno della casa sa-veriana, seguito da una bella cena in comune, anche con gli altri padri della casa.
Erano presenti circa una quindicina di persone, ma chi è realmente interessato sembrano tre/quattro famiglie; parallelamente all’appro-fondimento della conoscenza della spiritualità e della struttura del laicato (è in previsione un ulteriore incontro per giugno) è emersa la possibilità di iniziare un’attività concreta a Rizzolo, luogo di incontro e spiritualità save-riana, in collaborazione con P. Enzo e P. An-
drea: come si diceva qualche anno fa la “pras-si” aiuta a chiarire le idee…
Diversa la realtà incontrata a Vicenza: siamo stati invitati a partecipare da Laura e Leonar-do, due dei giovani che hanno partecipato al viaggio a Goma la scorsa estate, all’incontro di tutto il gruppo diocesano “Insieme per la Mis-sione” che comprende sia coloro che si prepa-rano per partire la prossima estate, sia chi è rientrato e cerca di metabolizzare l’esperienza fatta Perciò tanti giovani, magari senza parti-colari legami con i saveriani, anche se pure quest’incontro si è tenuto nella casa dei Padri. Ci è sembrato importante poter proporre un percorso vocazionale successivo alla coinvol-gente esperienza fatta, per non lasciar cadere una tensione, un possibile cammino.
Non sappiamo a cosa possono portare questi incontri: certo non saranno le nostre parole a suscitare la “passione” per la missione, ma contiamo sull’attività di un Altro, che davvero fa innamorare.
Paolo e Giovanna
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Laicato Saveriano Aprile 2018
Salerno
A volte un’intera mattina non basta….
Abbiamo la fortuna o meglio dire la grazia di ascoltare belle anime nei nostri incontri mensili, alcuni di essi ve li raccontiamo perché anche voi tutti ne possiate godere…….
E’ successo nell’ultimo incontro dei laici save-riani a Salerno, che si è tenuto l’11 marzo. Ad aiutarci nella riflessione biblica su Tobia, la nostra amica saveriana Adriana, che ancora una volta è stata preziosa.
Il tema “scegliere la svolta” è stato interioriz-zato durante il deserto personale e, a seguire, il confronto tra noi è stato quanto mai ricco e intenso, riuscendo a comunicare molto della storia di ciascuno di noi.
Nel nostro cammino della vita siamo stati aiu-tati da tante persone che il Signore, nella Sua Provvidenza, ci ha inviato, pertanto il nostro deserto ha avuto inizio con un atto di ringra-ziamento verso Colui che sarà con noi fino alla fine dei tempi.
Tobia , prima di intraprendere il viaggio, deve accettare il suo passato e i valori della sua fa-miglia e noi, alla luce di questo comportamen-to, ci siamo chiesti se abbiamo fatto recupero della nostra storia e quale testamento spiri-
tuale vorremmo lasciare ai nostri figli o co-munque a chi amiamo.
Abbiamo riflettuto, da genitori e educatori, sulla generosità ad accompagnare chi ci è sta-to affidato nel viaggio della vita e sulle paure che invece hanno rallentato ciascuno di noi in questo delicato compito.
Durante la celebrazione eucaristica ancora un dono: i laici di Salerno che non erano presenti alla convivenza estiva o non avevano ritenuto, per diversi motivi di rinnovare l’appartenenza al laicato in quell’occasione, l’hanno fatto te-stimoniando la propria fedeltà al cammino, in presenza del gruppo giovanile della casa di Salerno che era presente.
Il passaggio dal banchetto eucaristico a quello conviviale è stato breve: ancora tutti insieme pranzando con i giovani del gruppo saveriano. Il tempo davvero non è bastato e ce ne vorrà ancora per rileggere, riflettere e pregare sul capitolo 4 di Tobia.
Mirella
Mostra interculturale
Marta è una delle “pensatrici”/”realizzatrici” della Mostra, lasciamo che sia lei a raccontarcela..….dal
suo punto di vista ( anche questa è stata una mostra da vedere, nonostante tutto!)
Si è da poco conclusa la XII edizione della Mo-stra Interculturale Saveriana in Salerno. Le stanze dell’esposizione sono state svuotate e tutta la Ricchezza in esse contenuta è stata impacchettata e spedita a Lissone (MB), dove a breve si darà vita ad una nuova esperienza di Racconto. Riecheggiano in queste sale le voci dei 1000 visitatori che ci hanno fatto visita presso l’Istituto Saveriano; si odono an-cora le domande e le curiosità espresse dagli studenti dei 9 Istituti Scolastici che si sono lasciati interpellare dai quesiti sull’Esistenza. Sembra ancora di vedere le mani frettolose dei bambini del catechismo delle 4 Parrocchie del territorio che si sono cimentate nel ricom-
porre il puzzle finale del percorso, connotato anche da dinamiche divertenti e video interes-santi. Emozionante la visita di un gruppo di giovani diversamente abili di una casa fami-glia che ha riflettuto con noi sui valori dell’Esistenza umana e sull’Arte di vivere. Si-gnificativa la partecipazione anche dei giovani migranti di 2 Centri di Prima Accoglienza del territorio che hanno interagito con noi, portando la Missione in casa.
Tutto è nato dalla necessità che noi Laici Sa-veriani avvertiamo nel voler parlare di Inter-cultura; è per noi una Missione fondamentale in questa particolare epoca storica in cui le nostre città sono abitate da una società mul-
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Laicato Saveriano Aprile 2018
tietnica e nelle quali si cerca di vivere, so-pravvivere e convivere.
Al centro della nostra riflessione abbiamo po-sto il valore dell’esistenza umana, della nostra vita, quella di tutti, delle umane genti. Del va-lore della vita si parla soprattutto nelle discus-sioni su problemi etici (inseminazione artificia-le, aborto, eutanasia). Troppo spesso però ci si dimentica che tra la nascita e la morte c’è un susseguirsi di giorni – mediamente sempre più lungo – di cui va scoperta l’importanza in-trinseca, anche quando sembrano essere sempre uguali, privi di avvenimenti che diano risalto alla quotidianità.
Abbiamo separato, dunque, l’ARTE del VIVERE dalla SCIENZA DI ESISTERE e abbiamo attiva-to un percorso espositivo basato sulla Risco-perta del nostro quotidiano; abbiamo compre-so che non dobbiamo permettere al negativo di soffocare il positivo, né dobbiamo lasciare affogare la nostra esistenza nell’abitudinarietà di azioni e atteggiamenti, così come la società occidentale impone, poiché siamo chiamati a vivere con creatività per favorire l’evoluzione culturale della nostra società!
Abbiamo avvertito la Responsabilità di essere propositori di una società nuova, basata sul Rispetto di ogni forma di vita, così come ci ha insegnato Albert Schweitzer. Allertiamo la so-cietà come fecero gli “Albert del XX secolo” (Schweitzer ed Einstein) perché ancora oggi sentiamo la minaccia del nucleare e, con la stessa angosciosa certezza, rileviamo che ai progressi della scienza non ha corrisposto un eguale progresso della cultura e dell’etica.
Sull’esempio di Etty Hillesum, possiamo impa-rare a vivere in maniera straordinaria la nostra ordinarietà. La vita diviene davvero bella quando la parte più profonda ed essenziale di noi, ascolta la parte più profonda ed essenzia-le dell’altro.
La Relazione con l’altro s’intavola rompendo i preconcetti che, come inferriate, imprigionano la vita: solo così si avrà la forza di affrontare il dolore nella nostra vita e in quella degli uomini che sono a noi vicini. Questo si scopre nella lettura del Racconto offertoci da Etty nei suoi quaderni, dai quali abbiamo estratto significa-tive frasi che hanno pungolato l’esistenza di molti. Gli eventi della vita possono essere tali da chiederci di assumere un atteggiamento Resiliente, proprio come ha fatto Lia Tivoli, protagonista del romanzo di Federica Pannoc-
chia “Quando dal cielo cadevano le stelle”, nel quale è scritto: “Sono nata a Roma e ho tre-dici anni. Amo il cielo infinito, il sole, le stel-le, la gente, la vita. Ho lunghi capelli neri e ho cura del mio aspetto. Ho molti sogni e pro-getti che sempre cerco di condividere con la mia famiglia e i miei amici. Rispetto le per-sone e conservo sem-pre le buone maniere. Ovvio e banale? Prova-teci voi al mio posto:
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braccata e costretta a nascondermi con i nazi-
sti alle calcagna, fino all’arresto, e poi stipati
come sardine in un carro bestiame fino ad Au-
schwitz in un incalzare di orrori. Oltre la guer-
ra, oltre i nazisti, oltre l’orizzonte: nel pieno
della vita coltivando sogni e progetti. Mi hanno
marchiata con il numero 76903, per provare
ad annullarmi, ma sono e resto Lia Tivoli.”
La lettura di queste pagine si è tradotta in e-
sperienza d’incontro tra i visitatori e i sogni di
una fanciulla, la cui Resilienza è una caratteri-
stica cardine di chi ama fortemente la vita e
scopre il senso profondo dell’esistenza.
Tanti alti contenuti si sono esplicitati anche in altrettanti momenti di incontro, come quello avvenuto con Alessandra Zanin, nipote di Pa-dre Marino Rigon,
missionario save-riano che ha tra-dotto le opere del grande poeta Tago-re, in un’ottica di rispetto e immer-sione totale della cultura bengalese. A nome del Centro Studi Tagore di Vil-laverla, Alessandra ci ha presentato la bellezza artistica delle Nockshi Kan-ta, ovvero le coltri ricamate dalle don-ne dei villaggi del Bangladesh. Questi
capolavori hanno grande capacità narrativa ed evidenziano un’importante caratteristica delle donne bengalesi: saper trarre molto dal poco che hanno.
La tematica della XII Mostra Interculturale Sa-veriana ci ha permesso di conoscere anche Takoua Ben Mohamed, una graphic journalist, di origine tunisina, emigrata a Roma, che ha scelto il fumetto per raccontare e parlare di: integrazione, cittadinanza, discriminazione, dialogo e culture, avvertendo, proprio come noi, un forte senso di Responsabilità verso il mondo che ci circonda. La Mostra è stata an-che occasione per presentare nuovamente alla città la Festa dei Popoli, esperienza cardine dell’Animazione missionaria saveriana che si
struttura proprio intorno ai tre verbi: Vivere, sopravvivere e convivere. Per noi, essi si de-clinano così:
–Vivere, ovvero, impegnarsi nella politica dell’interAzione, della convergenza che, a par-tire dalle reali differenze culturali e attraverso logiche comunicative, tenta di conciliare le molteplici identità, sia quelle personali che quelle di comunità, mediante il dialogo;
- Sopravvivere, ovvero, favorire relazioni di Comunità, elemento chiave nel rapporto politi-co tra Stato e cittadino, a sostegno di chi soc-combe alla fatica del vivere;
- Convivere, ovvero testimoniare la convivia-lità delle differenza.
Anche quella di quest’anno è stata una propo-sta interculturale davvero ricchissima di spunti
di riflessione, che ha ricevuto gli ap-prezzamenti da molti, tanto da me-ritare l’invito alla “Settimana della Creatività” promos-sa da un istituto superiore della cit-tà. Il percorso e-spositivo ha visto anche le lacrime di chi si è confrontato coi modelli proposti o si è rispecchiato nelle storie di vita raccontate dalle preziose guide. Ab-biamo presentato
paesi, come il Congo, il Burundi, il Buthan, il Bangladesh, la Patagonia (Cile-Argentina); abbiamo raccontato storie di uomini e di don-ne che hanno speso la loro esistenza, lascian-do un segno che ha contribuito al migliora-mento della società. La novità dell’annuncio missionario passa, dunque, anche attraverso la visita ad una mostra, divenuta segno di e-vangelizzazione ad una nuova umanità. Avva-lorano la tesi tutte le emozioni che abbiamo colto sul volto dei visitatori che hanno ascolta-to le testimonianze di chi ha vissuto la terra di missione; Padre Claudio Marano, P. Franco e Padre Arduino Rossi hanno saputo riaccendere l’ardore missionario nel cuore di molti.
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CURIOSITÀ: cosa rappresenta la Mostra Inter-culturale Saveriana per i Laici Saveriani di Sa-lerno?
- l’opportunità di ritrovarsi a lavorare insieme per dar vita a qualcosa di grande, di magico che si va definendo man mano che si costrui-
sce. È esperienza di sintesi delle nostre sensi-bilità e segno di comunione; è occasione di confronto su tematiche che ci interpellano nel quotidiano e momento di crescita culturale.
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Notizie dal consiglio
Il consiglio dei laici saveriani si è incontrato a Parma il 3 e 4 marzo: riportiamo una breve sintesi del lavoro svolto.
Preparazione prossima convivenza estiva Si è ricevuta conferma della disponibilità da parte della struttura di Campitello Matese per realizzare la convivenza estiva. La data previ-sta è stata confermata: 12-18 agosto 2018. Resta confermata, pure, la quota di parteci-pazione che è di euro 250 per single, euro 500 per la coppia, euro 700 per la famiglia con figli sopra i 4 anni. Entro fine marzo bisogna comunicare la propria adesione ai consiglieri locali.
Commissione lavoro laicato, Padri save-riani e D.G.
Ad Ancona, il 10 dicembre 2017, si è svolto un primo incontro dei rappresentanti del laica-to, dei padri saveriani e della Direzione Gene-rale per riflettere circa la presenza dei laici nelle case saveriane nel mondo, pertanto nei prossimi mesi si provvederà a definire la pre-senza delle realtà laicali in ogni Circoscrizione.
Esperienza in missione di Franca e Patrick Franca e Patrick rientrano in Italia il 3 aprile 2018; bisognerà comunicare questa esperien-
za di missione a tutti i laici, anche durante la convivenza estiva.
La famiglia del laicato accompagnerà Franca e Patrick nella delicata esperienza del rientro in Italia, cercando di capire le loro difficoltà e aspettative.
Viaggio estivo a Goma
Il viaggio è programmato tra il 3 e il 23 agosto 2018; si prevede la partecipazione di 15 per-sone.
La programmazione è già stata fatta, anche per l’accoglienza e la prenotazione dei voli.
La mostra a Salerno “R esistenza” e le mostre itineranti
A Salerno è aperta al pubblico la mostra inter-culturale dal titolo R –Esistenza che si conclu-derà il 29 marzo per poi riaprire i battenti a Lissone (MB) dal 14 aprile al 6 maggio 2018. Il 19 e 20 maggio il consiglio dei laici si riunirà a Roma e incontrerà i padri della Direzione Generale. Ci auguriamo che questo incontro produca i frutti che Dio ha pensato per tutta la famiglia saveriana.
I Consiglieri
Antonio, Emanuela, Matteo, Mirella, Simone.
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Per nutrire la riflessione
Questa è la relazione che Adriana, sorella saveriana, ha tenuto al gruppo del Laicato Saveriano di Salerno nell’incontro del mese di Marzo
Cap.IV: Il Testamento di Tobi ( titolo
dell’incontro secondo il nostro sussidio: Sce-gliere la svolta: il viaggio per recuperare il patrimonio)
- questa differenza mi ha messo un pò in dif-ficoltà: mi ero preparata ad affrontare il tema del VIAGGIO – che pure mi piace molto ma che viene dopo. Credo sia giusto il titolo dato nella Bibbia a questo 4° capitolo.
Il viaggio vi appare solo in filigrana. E meta di questo viaggio è: per Tobi il RECUPERO della memoria di un tesoro – simile a quel tesoro “nascosto”in un campo… che lui, Tobi, ha ac-cumulato grazie alle sue opere buone… “che né ladri né tignola” possono diminuire o intac-care (Mt 16,19)
Il viaggio che si prospetta a Tobia invece è un viaggio verso l’ignoto come quello di Abramo
Nei consigli che Tobi da al figlio (vv . 3-19) vi sono molte cose davvero valide per il credente di oggi, cose che ognuno di noi è in grado di scoprire anche da sé:
- prima di mettersi in viaggio, di intrapren-dere quel cammino che farà di lui un adulto, il giovane Tobia deve accettare il suo passato e i valori della sua famiglia, e con questi valori partire.
Il vecchio Tobi sta consegnando nelle mani del figlio le tradizioni della propria famiglia e del proprio popolo, a sottolineare che nessuno può iniziare un nuovo cammino dimenticando le proprie radici.
Leggendo questo 4° capitolo è parso di rileg-gere i dieci comandamenti, la “Legge antica”:
- 3- 5 “Onora il padre e la madre” – rispet-tandoli fino alla fine anche col tuo comporta-mento morale – sociale … “Non fornicare” 12 : siamo chiamati a “sposare” amare-rispettare-custodire la realtà non ad abusar-ne (cf. Laudato sii) … Ma anche la Legge nuo-va promulgata da Gesù nel Discorso della montagna (Mt 5 – 6 – 7). E ancora: “Chiunque si umilia sarà esaltato” Lc 14,1.7, e “Ama il prossimo tuo come te stesso” Lc.10,27; “ac-cumulate beni in cielo dove né tignola né rug-gine…” Mt 6,19
Questo c’insegna anche a non contrapporre l’Antico al Nuovo testamento … Inoltre non dimentichiamo mai che Gesù ha avuto in ma-no e si è formato “sull”’Antico testamento …
- Al 7-8 emerge il valore dell’elemosina – pur se limitato ai “fratelli buoni”( manca l’amore al nemico – proprio della legge nuova Mt 5,43 ss.). Viene allo spi-rito Mt 25 “Avevo fame ….”, o “Tutto quello che volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro” Mt 7,12… “Date e vi sarà da-to”… o “ la misura con cui misurate agli altri “…
Mettendosi in viaggio Tobia diventa un pel-legrino e, dipendendo dall’ ospitalità altrui, deve imparare il valore primario del dono. So-lo un povero lo può capire: lo ha capito Tobi, perché vive in esilio, e lo capirà Tobia, perché si trova in viaggio.
- Il secondo valore è la famiglia12: al di là delle regole endogamiche (sposare solo una della tua parentela per ottenere la benedizio-ne di Dio) … , Tobi è preoccupato che il figlio costituisca una solida realtà familiare sulla scia del progetto divino verso l’uomo: Gen2,24 …
C’è un legame tra le raccomandazioni riferite al matrimonio e l’essere “figli di profeti” v.
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- Ciò significa che il matrimonio è concepito come una sorta di carisma profetico: nella coppia si realizzano le promesse fatte da Dio agli uomini: LA COPPIA è PROFEZIA VI-VENTE nei confronti dell’intera umanità.
- Abbiamo poi l’insistenza sul denaro di cui Tobi parla all’inizio v.1 e alla fine vv 20-21 del suo discorso. Sembra dire: è bene com-portarsi secondo la legge di Dio, ma non dob-biamo dimenticare i SOLDI! Sembra di vedere e di sentire i discorsi di alcuni cattolici … pro-babilmente la maggior parte …. e noi stessi … che credono di poter tranquillamente abbinare alla loro fede nella provvidenza divina, una vita vissuta alla luce della preoccupazione del denaro.
D’altra parte qui sta forse la grandezza della storia di Tobia: nella sua apparente banalità / quotidianità: quando tutto sem-bra perduto, un fatto esterno ed estraneo co-me il ricordo del denaro muove la storia dell’uomo verso la sua salvezza. Tobi si ricor-da di un tesoro dimenticato a causa delle molteplici e dure vicissitudini che la vita gli ha riservato, e Dio gli farà scoprire qual è in real-tà questo tesoro! Anche le nostre azioni più irrilevanti possono divenire occasioni per un intervento di Dio … per farci “veni-re alla memoria” … Viviamo spesso da “smemorati”…
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- Notiamo infine come Tobi raccomandi al figlio Tobia di comportarsi in un modo che a lui , in realtà, non ha portato successo. L’aver osservato quelle norme etiche che egli stesso adesso tramanda al figlio è stata, anzi, la cau-sa della sua infelicità.
Eppure Tobi, cieco padre, vorrebbe che il fi-glio seguisse in tutto e per tutto le sue orme. E, ancora ciecamente convinto delle sue ra-gioni … non si accorge di ciò che agli altri ap-pare così evidente: che non basta osservare la legge di Dio per essere felici.
Tobi è uomo di fede e certamente è in grado di accogliere i valori che pure gli hanno garan-tito la felicità.
Tuttavia resta viva l’impressione che attraver-so il lungo discorso di Tobi al figlio, il narratore
abbia voluto suggerire ai suoi ascoltatori – ed anche a noi – che: Tobia accetterà i valori con-tenuti nel discorso del padre Tobi, MA dovrà staccarsi dal padre e vivere autonoma-mente e in piena libertà la sua vita.
Infatti non sarà grazie all’insistenza di Tobi sul comportamento corretto da seguire che Tobia troverà la propria strada.
Qui Tobia, più che ascoltare SUBISCE, o sem-bra subire la lunga predica paterna – lunga tutto il capitolo!
Troppe volte la comunità cristiana rischia di comportarsi come il vecchio Tobi: prodiga di buoni consigli per l’umanità, di valori positivi (certamente!) da seguire.
MA l’uomo di oggi, come ricordava Paolo VI nella Evangelii Nuntiandi, non ha bisogno di maestri bensì di testimoni. Non ha bisogno di una chiesa chiusa nella difesa della propria identità, fino al punto di diventare cieca come il vecchio Tobi. Ha bisogno di una chiesa che lo accompagni in un cammino di vera li-bertà, come farà l’arcangelo Raffaele (= Dio guarisce), un cammino nel quale la morale è il frutto stesso del cammino percorso, piuttosto che esserne il fondamento.
E qui terminerebbe la mia riflessione sul cap. 4
Ma aggiungo che, sì, in questo capitolo comin-cia ad emergere con vigore il tema del VI-AGGIO … dell’USCIRE – per dirla col lin-guaggio di Papa Francesco.
Viaggiare in quell’epoca era qualcosa di fatico-so e pericoloso. Il viaggio di Tobia è il sim-bolo della sua crescita e del suo passag-gio alla vita adulta.
Tobia, come avviene in ognuno di noi, DEVE PARTIRE, staccarsi dalla famiglia di origine e gettarsi nella pericolosa e rischiosa, ma anche affascinante, avventura della vita.
Il viaggio di ognuno di noi è sempre det-tato da uno scopo e per Tobia è uno scopo materiale: il metter mano sui soldi che assi-curino la vecchiaia della famiglia. MA NON SOLO! Sempre al v21 si intravede un altro
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“viaggio” … di crescita: “Non temere se siamo diventati poveri. Tu avrai una grande ric-chezza se avrai il timore di Dio, se rifuggirai da ogni peccato e farai ciò che piace al Signore Dio tuo”… qui c’è in ballo molto più dei “soldi”…
Per il credente – ecco la fede evocata da San Guido M. Conforti nel testo messo a nostra disposizione – al di là dei nostri scopi, c’è sempre una meta diversa, che molte volte è addirittura oscura, come accadde ad Abramo. Gen 12,1-3. Anche Tobia deve partire per un viaggio il cui esito è incerto.
Così succede a ciascuno di noi: la vita da un lato è un viaggio verso l’ignoto, dall’altro è un viaggio verso una meta che è possibile sco-prire solo lasciandosi guidare da Dio.
Tobia si incammina e … scoprirà la propria strada- identità (Tob-ya = bontà di Dio) quella di salvare due vite: quella del padre e quella della sua futura moglie: ben al di là del recupero del denaro!
MA questo Tobia non lo sa ancora: OCCOR-RE PARTIRE, OCCORRE USCIRE … E da solo diventa difficile: la presenza di un compagno diventa essenziale. Allora al suo fianco ci sarà Dio stesso che si pone con grande di-screzione accanto all’uomo e lo accompagna nel suo cammino. Tobia lo sa? Ne è coscien-te?
- Tobia sperimenta una presenza amica, ma non sa che quella presenza è divina. L’amico
– angelo Azaria – Raffaele è un segno ambi-guo: … è un essere divino che ci accompagna, o è un uomo che diviene presenza di Dio?
L’intervento di Raffaele è l’introdursi di Dio nella storia, nella vita di un uomo …
L’angelo deve per forza manifestarsi come un vero uomo, perché solo un altro uomo può diventare per noi la via, la guida per scoprire Dio. L’angelo è così segno di ogni persona che ha l’amore e il coraggio, la pazienza e la di-screzione di mettersi a camminare a fianco ad un altro, rispettandone i tempi e guidandolo in questo modo alla propria libertà.
Così accade a ciascuno di noi: Dio si rende presente attraverso uomini e donne che ci guidano senza pretendere mai di domi-narci.
– La storia di Tobia ci mostra in modo esem-plare che credere alla Provvidenza non signifi-ca rinunciare alla propria libertà. Anzi! L’azione provvidenziale di Dio presuppone la libertà dell’uomo!
Il VIAGGIO di Tobia non è una fuga come quella del figlio prodigo: Tobia sceglie di obbedire a un Dio che conosce appena, però si fida e si affida cf Citazione di S. Guido M. Conforti
Notiamo anche in questo capitolo la figura dei genitori di Tobia.
Il padre cieco afferma di non avere più la gioia della vita, visto che è condannato a vivere cie-co. Abbiamo anche visto che la sua religiosità gli è servita a ben poco, visto che non è riusci-ta a dargli ciò che cercava: la gioia di vivere. Una fede così, che non riesce a comunicare la gioia, è davvero una povera fede, se non addi-rittura nemica dell’uomo.
Forse è per questo che tante nostre catechesi e insegnamenti, magari pieni di sante parole, non riescono a smuovere il cuore degli uomi-ni del nostro tempo … che allora vanno a cer-care la gioia da altre parti.
Infine, anche Anna, la madre di Tobia: preoc-cupata del denaro fin dall’inizio della storia, ora si preoccupa del figlio-bastone della sua vecchiaia (5,19) … e non vorrebbe lasciarlo USCIRE per quel VIAGGIO di crescita …
L’amore dei genitori spesso confina con l’egoismo: entrambi Tobi e Anna, dovranno imparare che i figli non sono loro proprietà e che il dono più grande che possono fare loro è prima di tutto il dono della libertà. Tobia co-mincia a capire che deve recidere definitiva-mente il cordone ombelicale, altrimenti non sarà mai adulto.
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Bacheca
Il 31 Marzo, durante la Veglia Pasquale della comunità parroc-chiale di Santa Margherita in Salerno, ha ricevuto il Battesimo Maurizio, il figlio di Francesco e Marianna. A lui e a tutta la fa-miglia i più cari auguri da parte di tutto il Laicato!
Nel mese di Aprile è risorto in cielo il papà di Emanuela. Tutto il Laicato italiano lo ricorda nella preghiera e manda un grande abbraccio a Emanuela e la sua famiglia
Convivenza estiva – agosto 2018
Ricordiamo che la data prevista per la convivenza estiva è dal 12-18 agosto 2018. Resta confermata la quota di partecipazione che è di euro 250 per single, euro 500 per la coppia, euro 700 per la fa-miglia con figli sopra i 4 anni. Ogni laico comunichi la propria adesione ai consiglieri locali.
Associazione “Laici Saveriani Ad Gentes”
ASPETTIAMO LE VOSTRE NOTIZIE E LE VOSTRE FOTO
Scrivete a: Alessandro Andreoli <caiman99@libero.it>
Elena <elenarmento@libero.it>
Laura Baioni < laurabai4@virgilio.it>
Organizzazione non lucrativa di utilità sociale – ONLUS
Via Fra Acquaviva, 4 – 84135 Salerno – C.F. 95073720658
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