Dal 15 al 27 ottobre si è tenuta Presso la Casa Madre dei Missionari Saveriani la mostra “Ti racconto una storia… C’era un volto”, approdata a Parma per la prima volta.
All’organizzazione della mostra hanno partecipato con grande impegno i padri e gli studenti saverini , guidati dalla coordinazione di Padre Filippo Rondi e con l’ aiuto delle sorelle Saveriane e dei laici di Parma.
Inoltre un ruolo molto importante è stato giocato dal gruppo di insegnanti di religione di alcune scuole primarie e secondarie di Parma, che già ad aprile di quest’ anno avevano curato l’ installazione della mostra “Mille e una rotta” nella parrocchia Corpus Domini a Parma.
La mostra ha suscitato un grande interesse e dall’ apertura al pubblico, il giorno 15 ottobre, è stata visitata da circa trecento persone a settimana, tra classi di scuole primarie e secondarie, gruppi di catechismo e gruppi parrocchiali di adulti.
Tra questi Giovanna Vettori, che ha visitato la mostra assieme alle signore che frequentano la fraternità la mattina
Ci racconta le loro impressioni al termine della visita:
“Ho accompagnato alcune amiche a vedere la mostra””C’era un volto” allestita presso i Missionari saveriani. Le ragazze che hanno visitato la mostra sono persone semplici con varie disabiità che ogni mattina vengono nella sala della Fraternità missionaria in viale Mentana, con loro svolgiamo piccoli lavoretti di cucito, ricamo, cucina e in occasione di iniziative cittadine volentieri andiamo a conoscerle.
Dopo le visite, le ragazze scrivono le loro impressioni su di un quaderno, un diario delle nostre attività.
Vi riporto i loro pensieri.
Katia: E’ stato bello vedere tanti volti, c’era tutto il mondo, la grande foto della nonnina mi è piaciuta tanto, sembrava la mia nonna che vive in Sicilia.
Chiara: c’erano i bimbi africani, anche quelli indiani, mi piacciono i bambini, vorrei sposarmi e averne tanti.
Silvana: quanti volti! Giovani, vecchi, italiani, stranieri, mi sembrava di essere in un grande mappamondo, è stato interessante, vorrei tornare.
Francesca: mi ha colpito il volto di quell’uomo che aveva tante, tante rughe, deve aver lavorato tanto nella sua vita, ma anche molto sofferto.
Uscendo dalla mostra e anche poi arrivate a casa, abbiamo continuato a parlare di quanti siamo nel mondo, di quante storie porta con se il volto di una persona, di cosa racchiude uno sguardo, un sorriso e perchè no un bacio!
Milicent Donth (Milly)
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