I laici saveriani in Congo RD

I laici saveriani in Congo RD

Riportiamo un articolo apparso sull’ultimo numero di “Missionari Saveriani” (giugno/luglio 2020)

  • Con il Concilio Vaticano II, abbiamo riscoperto il ruolo dei laici nella Chiesa. In pratica però, dopo più di mezzo secolo dal Concilio, per vari motivi, la presenza attiva dei laici nella Comunità Ecclesiale non è molto visibile. L’ho notato in Italia durante i quattro anni passati felicemente a Taranto e ora comincio a notarlo anche in Congo RD.Dico “ora”, perché sia le Comunità ecclesiali di base, sia alcuni ruoli laicali a livello parrocchiale, stanno perdendo energia per mancanza di animazione e formazione. Tornando a Bukavu ai primi di giugno del 2018, ho notato però un nuovo fenomeno: i laici affiliati alle congregazioni religiose. Non è precisamente quel che prospettava il Vaticano II, ma è qualcosa di buono, se il carisma di ogni congregazione, anche attraverso i laici, arricchisce la chiesa locale e il mondo in cui viviamo. Così ho incontrato anche i Laici Saveriani a Bukavu. Un pomeriggio, cinque di loro (quattro uomini e una donna) erano in uno dei locali di accoglienza della nostra Casa di Formazione di Vamaro/Bukavu. Mentre passavo, mi chiamarono.

    Si presentarono come Comitato di coordinamento dei Laici Saveriani. Mi chiesero di aiutarli un po’. Uno di loro, il vice presidente Natanaele, chiese di riflettere sulle condizioni durissime in cui versavano i carcerati di Kabare (a circa 15 chilometri da Bukavu). Su questo punto presi la parola: “L’obiettivo carcere – dissi – vi offre un luogo di vera periferia umana, in cui lo spirito missionario laicale potrebbe fare tante cose”. Accennai all’esperienza di Paolo e Sila in carcere: “Paolo e Sila in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli (At 16,25). Il terremoto che seguì fece saltare materialmente porte e catene” (At 16,26). È il segno divino per mostrarci che Paolo e Sila, in preghiera e in canto, avevano svuotato il carcere, nel loro cuore: esso infatti non pesava su di loro né li opprimeva… La viva presenza di Cristo Risorto nel loro cuore li faceva cantare! Ben lungi dal piangere, dal lamentarsi, dall’arrabbiarsi, dal covare vendette o dal litigare e farsi del male l’un l’altro, come succede ordinariamente nelle prigioni. Ecco l’evangelizzazione delle carceri! La riflessione è piaciuta.

    Da quel giorno, continuarono a chiamarmi ai loro incontri. P. Sebastiano Amato, nostro Superiore Regionale dal 2016, che era stato l’iniziatore del gruppo, approvò la mia presenza. Cominciai a seguirli con il ritiro spirituale ogni due mesi e nei loro vari incontri. Arrivammo presto anche al programma concreto per il carcere di Kabare. Ai loro Esercizi Spirituali annuali del 2019, presentai anche i quattro passaggi che dovrebbero segnare il cammino dei Laici Saveriani.

    1. Gli amici dei saveriani. Nel gruppo ci sono molti membri, specie tra i nostri ex-alunni e i parenti dei confratelli congolesi. Molti hanno anche creato il gruppo whatsapp (72 membri). Ma sono soltanto “amici”: amano i saveriani e il nostro carisma (Fare del mondo una famiglia in Cristo!); contribuiscono anche materialmente alle nostre opere. Ma tanti di loro non si spingono oltre…

    2. I Laici Saveriani in formazione. La formazione comincia a mostrare chi, al di là della buona amicizia, può cominciare a essere chiamato “laico saveriano”. In formazione sono entrati in 38. P. Amato, in quattro fine settimana (32 ore totali), ha dato il suo contributo nel settore della Liturgia: approfondire, gustare e vivere la liturgia, specie l’Eucaristia. Altri due saveriani hanno contribuito con altrettanti corsi, per altri quattro weekend. Ora dovrebbe toccare al mio corso di introduzione alla Bibbia. Speriamo che il Covid-19 non ci si metta di traverso. In alternanza alle visite alla prigione di Kabare, abbiamo continuato anche i ritiri spirituali.

    3. I Laici Saveriani Agenti di Evangelizzazione in “loco”. Sono quelli che cominciano a “fare missione”. In questo si stanno distinguendo in una ventina, precisamente attraverso le visite alla prigione di Kabare. Si tratta di un primo approccio all’attività missionaria. Occorrerà tempo per vedere veri laici saveriani, secondo lo spirito del carisma di San Guido.

    4. I Laici-Saveriani Agenti di Evangelizzazione all’estero. Sono quelli che, studiando le possibilità di tempo e attitudini, vedono concretizzabile qualche progetto fuori dal Congo RD. Per ora è una prospettiva ancora lontana. Sono molto apprezzati i laici saveriani italiani che hanno lavorato qui: Francesco, Mauro, Natalina a Bukavu, Luisa e Antonina a Goma. C’è chi ricorda Edda e Paola con p. Silvio a Goma, come pure il dottor Paolo con sua moglie Giovanna a Goma. La madre del nostro p. Guy Batano, nel corso di Esercizi Spirituali, ha rievocato l’opera di Emma, Luisa e della famiglia di Marino e Bruna con il loro bebè Simone cresciuto a Bunyakiri… Se i nostri “Laici Saveriani” sono opera dello Spirito, certamente alcuni arriveranno anche a questo quarto grado.

    Carmelo Sanfelice Sx

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