Spazia la mente fra il verde dei boschi della Slovenia e l’intensità delle promesse scritte da San Guido Maria Conforti e pronunciate dai Laici Saveriani a suggello dell’impegno per la diffusione del Regno di Dio nel mondo.
“La messe è abbondante ma dobbiamo trasformare il nostro sguardo” ha evidenziato padre Paolo Tovo, saveriano, rivolgendosi al laicato nazionale riunito a Mirensky Grad nel percorso di formazione durante la convivenza estiva svoltasi dal 18 al 24 agosto 2019. Nella casa gestita dall’Associazione S. Vincenzo de Paoli e S. Luisa de Marillac, dove in una struttura attigua vivono e operano anche le Figlie della Carità da loro fondate nel diciottesimo secolo, si respira aria di semplice pace nell’impegno quotidiano di lavoro, preghiera e accoglienza.

“Siamo in un momento cruciale per la Chiesa in cui fare delle scelte- ha ricordato Padre Tovo- mentre la secolarizzazione avanza viviamo una crisi antropologica provocata anche dai progressi delle biotecnologie, viviamo il problema dell’eutanasia e siamo in un’Europa che vuol costruirsi ma rischia di essere senza cuore, così come si evince dal rapporto con i migranti”.
C’è un sisma culturale in atto per cui bisogna mettersi in stato di missione permanente, così come ha ricordato papa Francesco nell’Evangelii Gaudium– ha proseguito padre Tovo che ha poi proposto in tre step una “pedagogia di riforma missionaria” partendo dalla pericope evangelica contenuta in Luca 14.
E’ importante quale primo passo da compiere sedersi e calcolare forze e progetti e ricercare la messe intesa come persone già pronte a ricevere il seme del vangelo. Radicare è il secondo passo facendo proprio l’invito racchiuso in Luca 10 e poi immaginare la Chiesa del futuro così come si evince in Luca 8.
La sfida-ha proseguito padre Paolo che vive a Parigi dopo aver vissuto otto anni in Africa e si ispira nei suoi scritti e incontri di formazione al pensiero dei monaci di Tibhirine- è anche ecologica ma non è importante cercare la soluzione più rapida e facile quanto fare un’analisi critica e reinventare il cristianesimo seguendo una pastorale organica che tenga conto di tre direttrici: vangelo, realtà e annuncio.
La sfida sociale richiede l’impegno di aprire le porte e creare le “Case del Vangelo” nelle quali i protagonisti siano i laici così come avvenuto in Francia nella Diocesi di Creteil dove convivono ottanta etnie diverse. L’esperimento d’oltralpe si è avvalso della meditazione della parabola del Buon Samaritano nei tre incontri di condominio, svoltisi una volta al mese, in cui si è costruita la Chiesa della conversazione. Al termine del percorso tutti gli scritti elaborati da un referente sono stati inviati alla diocesi che ne ha tratto un testo.
“Il non cristiano è un partner, un interlocutore così come si evince nella Gaudium et Spes al n° 22- ha proseguito padre Paolo calamitando l’attenzione dei presenti- lo Spirito Santo permette a tutti di entrare in contatto con il mistero pasquale di Cristo. Il mio uscire verso l’altro è un’esperienza di incontro con Cristo stesso”.
Gesù è ciò che accade quando Dio parla senza ostacoli in un cuore d’uomo. Maria tace eppure tutto un catechismo ha preso corpo in Lei e scopre che il Potente ha operato meraviglie nel suo seno nel momento in cui Elisabetta lo comunica nell’incontrarla. “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e santo è il suo nome”. La missione di Maria è quella di andare per servire ma la Chiesa non si presenta come Maria.
Possiamo essere “missionari senza battello” ma verso quale missione va la Chiesa oggi?
Nel profilare una “pedagogia della riforma della Chiesa” padre Paolo ha spostato il baricentro dell’impegno dalla difesa alla missione sull’esempio del Cristo che incontrava e parlava con tutti anche se poi non tutti diventavano suoi discepoli. E’ importante vivere il “carisma del rabdomante” ( ossia di quelli che ricevono il racconto della vita degli altri) –ha proseguito- e liberare le ali.
In Atti 8, 26-40 p. Paolo ha individuato il punto di partenza del percorso attuale del cristiano, nella parola di Dio in simbiosi con gli eventi della realtà odierna il punto di appoggio, nel Battesimo il punto culminante e nell’autonomia delle persone battezzate il punto terminale.
Il percorso del futuro si sostanzia- partendo dal presupposto che il Concilio Vaticano II ha aperto strade ma non ha terminato il suo compito- nello studio dell’Ad Gentes, nella rilettura degli Atti degli Apostoli e nell’individuare e vivere i luoghi dove oggi la Chiesa dei nostri giorni è in rigenerazione.
Sinonimo di Chiesa è servizio, con Lui prendersi cura gli uni degli altri e condividere la gioia del vangelo.
La buona notizia da vivere.
Patrizia de Mascellis
Giornalista e Laica Saveriana