La sera del 14 marzo 2025, nella chiesa di Santa Maria delle Grazie ad Ancona, si è svolta una veglia di preghiera per la pace nella Repubblica Democratica del Congo. L’incontro, promosso dai Missionari Saveriani e dal Laicato Saveriano, ha ricalcato la veglia celebrata a Parma nel mese di febbraio, i cui promotori hanno gentilmente condiviso la traccia con noi.
Abbiamo iniziato con un momento di ascolto e riflessione, introdotto da don Willy, prete congolese della diocesi di Ancona. Attraverso un excursus storico sui conflitti del suo paese, ha evidenziato i diversi scenari di guerra che si sono susseguiti, sottolineando la connivenza dei paesi più ricchi, da sempre interessati alle immense risorse minerarie del Congo. Tuttavia, don Willy ci ha ricordato che lo stesso Occidente, responsabile di molte ingiustizie, ha anche saputo alzare la voce contro il colonialismo, contribuendo alla fine degli imperialismi. È per questo, ha detto, che momenti come quello che stavamo vivendo sono fondamentali: tenere accesa la luce sul Congo e far conoscere a quante più persone possibili questa drammatica situazione. Pregare, informare, denunciare e mobilitarsi sono strumenti essenziali per dare speranza al paese.
Alle sue parole abbiamo risposto con l’ascolto della Parola di Dio, tratta dal profeta Geremia, che ha richiamato il dolore di un popolo sofferente in cerca di giustizia.
Uno dei momenti più intensi della veglia è stata la testimonianza di Sisto, studente universitario congolese, che ha condiviso il dolore della sua terra e la sua preoccupazione per i familiari rimasti in Congo. Ogni messaggio proveniente da Uvira, la sua città natale, è carico di angoscia: il timore che possa portare brutte notizie lo accompagna costantemente. Anche lui, come don Willy, ha rivolto a tutti noi un accorato appello a non dimenticare il Congo.
Riecheggiando le sue parole, la veglia è proseguita con una preghiera litanica di perdono, in cui l’assemblea ha chiesto misericordia per le responsabilità dirette e indirette nei conflitti: dalle armi vendute ai paesi in guerra, fino all’indifferenza verso le sofferenze altrui.
Successivamente, è stata letta la testimonianza di suor Rehema, missionaria saveriana, che attraverso il racconto della vita quotidiana della sua famiglia durante gli interminabili anni di guerra, ha restituito l’orrore di un’esistenza segnata dall’insicurezza e dalla violenza. La sua testimonianza ha dato voce alla sofferenza della povera gente, dei più fragili, dei bambini, e al tempo stesso è stato un appello alla pace e alla responsabilità del mondo occidentale, chiamato a riconoscere il proprio ruolo nei conflitti.
A conclusione della celebrazione, ogni partecipante ha acceso un lumino, segno dell’impegno a tenere accesa la luce sul Congo. L’incontro si è chiuso con un gesto concreto di solidarietà: le offerte raccolte sono state destinate ai Padri Saveriani del Congo, per sostenere le loro missioni a fianco della popolazione locale.
Infine, padre Diego, che ha presieduto la celebrazione, ha voluto lasciare ai presenti un segno di speranza e responsabilità: ha regalato a ciascuno una piantina di violetta, invitando tutti a prendersene cura come simbolo del nostro impegno a coltivare la pace, a partire dai piccoli gesti della vita quotidiana.
Roberta