Ottobre, mese missionario

Ottobre è il mese della missione. In diverse città italiane, i laici saveriani hanno partecipato con entusiasmo alle veglie missionarie e agli incontri di testimonianza, accogliendo l’invito a essere “missionari di speranza tra le genti”, come ricorda Papa Francesco nel messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale 2025.

A Salerno, il Laicato ha preso parte alle tre veglie promosse dalla diocesi e dall’Ufficio Missionario — a Colliano, San Leonardo e Montoro — dove si è potuta ammirare la mostra di Chiara Loca e ascoltare la testimonianza di Fernando D’Urso sull’esperienza di dialogo e pace di Nevè-Shalom. Non sono mancate poi le trasferte nella diocesi di Cava-Amalfi, nelle parrocchie di Tramonti, Benincasa e Cava de’ Tirreni, dove i laici saveriani hanno condiviso esperienze e cammini di fede.
Un mese intenso, vissuto nella convinzione che ciò che conta davvero è ciò che si semina nei cuori, lasciando spazio allo Spirito.

Ad Ancona, la veglia si è tenuta nella chiesa del SS. Crocifisso, recentemente affidata ai Padri Saveriani. Padre Emanuele Maria Borelli ha raccontato la sua lunga esperienza missionaria nelle Filippine, mentre un giovane, Andrea, ha condiviso il proprio viaggio in Camerun, segno di una speranza che nasce dall’incontro. Durante la celebrazione, i fedeli hanno acceso candele dal cero pasquale e deposto ai piedi dell’altare fiori di carta con parole di speranza, ricevendo in dono semi di girasole, simbolo della preghiera per la pace.

A Milano, nel Duomo, la veglia diocesana intitolata “Gente di primavera” ha posto al centro i giovani: alcuni hanno consegnato la propria regola di vita, altri hanno ricevuto un mandato missionario. Tra loro anche missionari saveriani come padre Pandri e padre Lupo, e due giovani della diocesi, Cristina e Filippo, in partenza per Mozambico e Sierra Leone. Un momento che ha espresso la vitalità di una Chiesa ambrosiana aperta, accogliente e missionaria.

Infine, a Parma, la veglia si è aperta con una processione dai colori dei cinque continenti. A portare il drappo giallo dell’Asia sono state Shusmita e Tanjina, due giovani bengalesi — una indù e una musulmana — testimoni di un incontro che supera le differenze. Le realtà missionarie della diocesi hanno portato simboli e preghiere davanti all’altare; i laici saveriani hanno offerto manufatti artigianali del Bangladesh, segno concreto di fraternità universale.

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