Agenda novembre 2017

 

Le Parole del Padre

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L’Estrema Unzione cancella gli avanzi dei nostri pecca-
ti, ristora le forze dell’anima e la prepara al gran passo
dal tempo dell’eternità, dissipando le tristezze ed i ter-
rori che essa necessariamente seco porta.
State preparati, ci ripete in ogni pagina del Santo
Vangelo il Divino Maestro, non sapete a che ora venga
il Signore vostro,……in quell’ora che non pensate ver-
rà il Figliolo dell’uomo e voi ignorate se verrà a sera,
se a mezzanotte, se al canto del gallo, se alla mattina.
Per molto che tardi, verrà relativamente presto
quell’estremo momento in cui dovremo lasciare per
sempre gli onori, i piaceri, gli amici, i parenti, ogni co-
sa insomma. Alziamo almeno adesso gli occhi a quel
Dio che è fedele, buono, onnipotente e la speranza in
lui ci incoraggi al doloroso passo.
In una soave visione dei nostri giorni primaverili l’im-
magine del bene ci si è presentata allo sguardo e non
ci è sfuggita più mai dalla mente.
Non era questo o quel bene: era il bene, tutto il bene, il solo
bene. E noi tra le gioie e i dolori l’abbiamo cercato per tanti e
tanti anni senza raggiungerlo perchè lo chiedevamo alle crea-
ture che non l’avevano.
Ora invece quel sommo bene ci è vicino, ci stende le braccia
e ci si offre, ma si dona soltanto a chi lo vuole e a chi lo ama.
Però più che mai in quest’istante la natura e la grazia ci ripe-
tono il grande precetto: ama il Signore Iddio con tutto il tuo
cuore e con tutte le tue forze.
8 Dicembre 1924 – Omelia “Estrema Unzione” Cattedrale di
Parma.
IN QUESTO NUMERO
– Notizie dalla missione
ο Bangladesh
– Vita di famiglia
ο Brescia
ο Ancona
ο Parma
ο Salerno
– Per nutrire la riflessione
– Bacheca

Laicato Saveriano
Novembre 2017
– 2 –
Notizie dalla Missione
BANGLADESH
Lontano da noi, ma insieme a noi si continua a vivere una storia che cambierà in modo misterioso ed
impercettibile la vita della nostra famiglia del Laicato Saveriano.
Per continuare il racconto di agosto veniamo a
qualcosa di bello. Il 4 agosto, p. Lorenzo Valoti
ci invita a Shatkira per la festa di inaugurazio-
ne e consacrazione di una nuova chiesa nel
villaggio di Shantola.
La Chiesa è stata costruita in parte sullo stile
delle chiese occidentali, ed è la prima Chiesa
del Bangladesh dedicata alla Sacra Famiglia.
P. Lorenzo vorrebbe che diventasse anche una
meta di pellegrinaggio in particolare per le fa-
miglie.
Alla celebrazione partecipa molta gente, è pie-
na la Chiesa, il colonnato ed anche tutto il cor-
tile. Il Vescovo entra solennemente accolto da
canti, balli ed incenso. La celebrazione è molto
partecipata. È una buona occasione anche per
salutare il Vescovo che chiede a noi e a p. Lui-
gi come vanno le cose a Syamnagar. Raccon-
tiamo brevemente la nostra esperienza e lo
invitiamo a venirci a trovare.
La seconda settimana di Agosto ci spostiamo a
Khulna. Mercoledì 9 è la giornata internaziona-
le per i popoli indigeni. Quest’anno il tema è il
10° anniversario della Dichiarazione Onu sui
Diritti dei popoli indigeni.
Il gruppo dei Munda del Sundarban ha deciso
di celebrare questa giornata a Khulna, riunen-
do i Munda di Syamnagar, Shatkira e Koira,
alla presenza delle più alte autorità locali, il
Division Commissioner ed il District Commis-
sioner.
I responsabili dei vari gruppi dei Munda, p.
Luigi e alcuni rappresentanti di associazioni
che lavorano con i tribali hanno tenuto i loro
discorsi, presentando anche le richieste del
gruppo che ricalcano i diritti sanciti dall’ONU,
che sono stati riassunti nel diritto alla soprav-
vivenza, alla dignità ed al benessere. Le auto-
rità locali hanno promesso di aiutare i Munda
nella difesa dei loro diritti.
Anche in questo caso la giornata si è conclusa
con un pranzo e con le danze rituali.
La settimana successiva i giovani dell’associa-
zione studenti dei Munda hanno subito inviato
una lettera alle autorità sollecitandole a man-
tenere le promesse fatte durante il loro discor-
so staremo a vedere. La settimana successiva
era previsto che restassimo a Khulna per so-
stituire Dr. Sr. Roberta che doveva recarsi a
Dhaka 3 giorni…. purtroppo mentre era a
Dhaka è giunta la notizia della scomparsa del
suo papà. Sr. Roberta è dovuta pertanto rien-
trare in Italia all’improvviso e ci ha affidato il
compito di sostituirla in Ospedale e nei vari
ambulatori in giro per la città. Quindi la nostra
breve sosta a Khulna si è protratta… Syamna-
gar ci manca…. soprattutto le ragazze, ma
speriamo di tornare presto alle nostre attività.
Patrick e Franca

Laicato Saveriano
Novembre 2017
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Vita di famiglia
Brescia
Echi dal 1° Festival della missione di Brescia
Roberta, Beatrice e Fabrizio hanno partecipato, come laici saveriani e su mandato dell’ufficio missio-
nario diocesano di Ancona, al I festival della missione, organizzato da Missio, organismo della CEI, e
dagli istituti missionari con la collaborazione della diocesi di Brescia. Ecco alcuni spunti interessanti…
E’ stato un festival ricco di iniziative, incontri,
spunti di riflessione e un’occasione preziosa di
incontro e confronto tra laici e consacrati.
Primo spunto:
“Tu stesso sei una missione”: così dice Papa
Francesco e ce lo ricordava ad un incontro de-
dicato al laicato missionario proprio un dipen-
dente dell’ufficio missionario di Brescia, un uf-
ficio che, grazie ad un forte impegno e alla
professionalità di alcuni laici, segue molti pro-
getti a livello nazionale ed internazionale. Co-
me battezzati tutti abbiamo ricevuto una mis-
sione, siamo testimoni della Buona Notizia, ci
sentiamo salvati dal grande annuncio di Gesù
e quindi ciascuno di noi è sempre, in realtà,
una missione vivente.
Secondo spunto:
Un altro intervento che ci ha colpito è stato
quello del padre generale della Consolata, che,
parlando del momento di crisi che attraversa-
no tutti gli Istituti religiosi, ha evidenziato co-
me molte delle vocazioni oggi arrivino da paesi
extraeuropei e il nostro eurocentrismo fa an-
cora fatica ad accogliere questa novità.
Ci si è interrogati insieme sulla difficoltà di re-
lazionarsi, ma ne è scaturita una rinnovata
freschezza di intenti che deve integrarsi con la
crisi sempre più attuale ed evidente delle vo-
cazioni e alla difficoltà di formazione dei sa-
cerdoti in terra di missione.
La crisi è segno di una macerazione vitale.
Ciascun momento di morte, se vissuto con fe-
de, è prodromo di una nuova vita, qualcosa di
nuovo sta già nascendo.
Lo stile di missione sta cambiando e si
sperimenta che la cooperazione tra laici e con-
sacrati è già una fruttuosa realtà.
Terzo spunto:
Un’altra bellissima figura che ci è stata pre-
sentata è quella di Padre Matteo Ricci, un mis-
sionario originario di Macerata che ci parla in
modo attualissimo a distanza di centinaia di
anni. Un uomo che, giunto in Cina tra i primi,
ha trovato nell’amicizia e nella condivisione
una via nuova di fare missione.
Vivendo le relazioni con i suoi nuovi amici ci-
nesi con passione e verità, ha saputo trovare il
modo di farsi prossimo e di annunciare il Van-
gelo. Si è appassionato alle loro passioni e,
attraverso di esse, ha annunciato.
In questo momento storico, in cui le strutture
ecclesiali non sono più efficaci e numerose
come in passato, ci ha colpito l’esempio di
questa persona che ha messo al centro le
relazioni come strategia dell’annuncio.
Ci sembra profetico e ci ricorda che la Parola
di Dio trova sempre nuove strade per farsi
presente nella vita degli uomini e che la con-
divisione rimane prioritaria e interroga cia-
scuno di noi, perché ognuno può e deve esse-
re annunciatore, missionario, con i propri col-
leghi, gli amici, nei luoghi di lavoro, nei luoghi
del proprio impegno.
Quarto spunto:
Il tema della partenza verso le terre di missio-
ne è stato un altro caposaldo delle giornate di
Brescia. È vero che in Europa e nella nostra

Laicato Saveriano
Novembre 2017
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Italia c’è tanto bisogno di aiuto e di annuncio
ma l’andare fuori, ad extra, rimane un
movimento importante perché rappresen-
ta il lasciare tutto per l’essere solo di Dio,
è fedeltà ad una vocazione specifica. Ciascuno
nella Chiesa, che è corpo di Gesù, ha un pro-
prio compito e i missionari hanno prioritaria-
mente questo: l’annuncio ai non cristiani e a
chi non appartiene alla propria cultura
d’origine, oggi ancora di più sono inviati verso
coloro dai quali nessuno va.
Concludiamo con le parole del Vescovo di Ber-
gamo che riportiamo testualmente come au-
gurio affettuoso al nostro Vescovo Angelo e a
tutta la nostra Chiesa di Ancona-Osimo
“Nella Chiesa italiana è assolutamente neces-
sario ritrovare le ragioni della missione ad
gentes, che non è facoltativa, non può essere
solo un ornamento!
La Chiesa Italiana senza la missione ad
gentes muore!
Come vescovi abbiamo questa responsabilità
perché la missione ad gentes è il paradigma di
tutta la pastorale.”
Buona missione a tutti!
Beatrice, Roberta Fabrizio
Tanti tasselli di un volto solo o tante immagini dello stesso volto?
Quanti volti della missione esistono! A Brescia
durante Mission is Possible ne abbiamo incon-
trati tanti.
– Marco ci ha raccontato come dal rientro
dell’esperienza di tre anni in Brasile con la
famiglia ha sentito la responsabilità di IN-
FORMARE, ovvero di smettere di fare forma-
zione ma di dare informazione perchè la co-
scienza che ciascuno di noi ha possa leggere
i fatti , la storia e gli incontri che ogni giorno
la vita ci propone.
– Padre Piero e Chiara (Consolata) ci hanno
fatto toccare con mano che pensare ad una
comunità di Laici e Consacrati che vivano in-
sieme mettendo in comune i loro beni per
camminare con la comunità del loro territorio
“is possible” .Le esperienze di famiglie che
vivono in missione a KM0 (magari nella par-
rocchia di origine) o a 1000 KM da casa sono
tante, come i progetti di collaborazione in-
ternazionale. Abbandonare le proprie como-
dità per andare verso le periferie , che siano
esse a Milano o in Nigeria.
– Quanta ricchezza e quanti carismi: questo è
un dato di fatto che tutti riconosciamo. Anco-
ra però facciamo fatica a mettere insieme
tutte questi diversi aspetti della missione, a
volte abbiamo ancora bisogno di essere un
volto diverso e distinto dagli altri, ma poi ri-
scopriamo il valore e la potenzialità nel met-
terli insieme. Da qui la domanda del titolo:
siamo tanti tasselli che messi insieme forma-
no il volto di Gesù missionario, o tante im-
magini che rappresentano in modo distinto il
volto di Gesù?
Spesso ci fermiamo a disquisire su quale sia la
responsabilità dell’uno o dell’altro. Continuia-
mo a parlare di corresponsabilità, soprattutto
tra laici e consacrati, ma ci dimentichiamo che
esiste una sola responsabilità, quella che ogni
cristiano ha: vivere la missione che Gesù stes-
so ci ha affidato.
Come ci hanno ricordato i giovani di Missio, il
Vangelo lo incontri nella azioni, nei volti, nelle
parole del tuo quotidiano. A volte solo messi
insieme riusciamo a rendere Gesù presente, a
volte ne rappresentiamo un aspetto (acco-
glienza del povero, informazione, gioia, spe-
ranza).
Vivere la missione vuol dire continuare ad es-
sere il volto di Gesù e continuare ogni giorno a
rendere la vita un vangelo, ovvero l’annuncio
della Buona Novella. Ci sono ancora tanti passi
da fare, ma i cambiamenti si ottengono met-
tendo insieme tanti piccoli progressi. Quindi
missionario, dovunque tu sia, qualunque sia la
tua vocazione ed il tuo carisma, vivi il cam-
biamento che vuoi vedere realizzato; inizia ad
incarnare il Vangelo vivendo LA missione .Caro
missionario, ogni mattina iniza a vivere con
l’entusiamo e la creatività che ti caratterizza-
no, fallo credendo che la missione del VANGE-
LO sia possibile: il contagio sarà assicurato!

Laicato Saveriano
Novembre 2017
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Ancona
Laici saveriani “protagonisti” alla presentazione del Bilancio sociale
della caritas diocesana di Ancona
Siamo chiamati come famiglia missionaria a collaborare ed essere presenti alle iniziative missionarie
del nostro territorio; ad Ancona i laici hanno partecipato attivamente alla presentazione del Bilancio
sociale della Caritas
Ponti, archi e frecce ieri sera, il 16 ottobre ap-
pena passato, alla presentazione del Bilancio
sociale della Ass.ne SS. Annunziata, braccio
operativo della nostra Caritas Diocesana di
Ancona-Osimo.
Per la prima volta, quest’anno, la scelta co-
raggiosa di “mettere in scena” i volti e le sto-
rie vissute nelle diverse strutture di solidarietà
gestite dall’Annunziata in un incontro-
spettacolo proposto nel teatro principale di
Ancona, condotto da un noto giornalista locale
e animato da persone, musiche e parole sca-
turite anche dall’amicizia con altre associazioni
locali.
Amicizia…parola chiave di questo evento in
cui grande e ben riuscito è stato il tentativo di
“uscire” dalla struttura Chiesa per poter incon-
trare il territorio, parlare alla città raccontando
la propria storia con un linguaggio semplice e
godibile a tutti, tendendo la mano anche a
persone e Associazioni non di settore.
La sfida era quella di poter così allungare i fili
d’oro dell’annuncio, espandere a macchia
d’olio la cultura dell’accoglienza e le logiche di
Dio al di là dei soliti orti.
Suggestioni papali unite ad un carisma mis-
sionario sempre sotteso?! Di certo noi laici sa-
veriani c’eravamo, grazie a Dio e grazie
soprattutto a Simone Breccia (infatica-
bile coordinatore dell’Annunziata da an-
ni), tutti lì pronti ad essere anche noi
(come il nostro specifico status laicale
vuole), quella piccola ma ostinata longa
manus necessaria ad estendere il mes-
saggio dell’Annunziata oltre i suoi con-
fini… così alla presentazione del Bilancio
sociale c’era il mondo della Banca , il
mondo della musica, il mondo delle fa-
miglie, dei nostri amici e per amicizia o
per una passione, sono arrivati tanti
che solitamente non sono “dei nostri” e che
probabilmente mai sarebbero andati ad un e-
vento così tanto “di chiesa”: familiari dei gio-
vani protagonisti di un progetto musicale, gli
appassionati del microcredito che è nato da
una collaborazione lavorativa tra Alessandro e
la Caritas, i nuovi amici dei figli coinvolti in
una settimana di fraternità e cultura, etc…
Il coro finale ha ben visualizzato il grande so-
gno: accolti e accoglienti insieme, non perfetti,
non sempre in armonia, ma contenti e deside-
rosi di camminare insieme, di ascoltarsi, di
supportare e sopportare le reciproche stonatu-
re, consapevoli che solo insieme si può fare la
più bella Musica.
A conclusione la sala era piena di sorrisi, ami-
cizia, racconti e cose buone: l’Annunziata si è
raccontata con efficacia, le reti funzionano, i
fili d’oro si allungano, i laici fanno missione
con il loro specifico e la Buona Notizia è “in
uscita”!
(Unico neo: non abbiamo messo il logo del lai-
cato saveriano nel volantino… sarà per il pros-
simo anno!)
Beatrice

Laicato Saveriano
Novembre 2017
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Parma
…dopo Goma…
Giovanna ci racconta dell’ iniziativa, realizzata dai laici saveriani e dai giovani amici che quest’estate
hanno vissuto l’esperienza del viaggio a Goma, di incontrare i padri della Casa madre di Parma.
A confronto quindi le emozioni di chi ha messo per la prima volta i piedi sulla terra d’Africa e i ricordi
di chi calpestando quella terra ha donato gran parte della sua vita.
“Ho rivisto Laura, Emanuela, Marica, Domeni-
co e Leonardo dopo poco più di due mesi dal
nostro ritorno da Goma.
Ci eravamo lasciati alla stazione di Roma Ter-
mini il 5 agosto al rientro da due settimane
trascorse insieme in terra africana.
Cinque ragazzi molto in gamba: Laura e Leo-
nardo sono una giovane coppia di fidanzati
vicentini, lei studentessa di teologia, lavora
per la Diocesi di Vicenza nella pastorale giova-
nile; Leonardo lavora in una Cooperativa so-
ciale; Emanuela di Venezia, insegnante di reli-
gione alle scuole elementari; Marica di Anco-
na, ispettrice del lavoro e Domenico di Bassa-
no del Grappa, insegnante di scienze alimen-
tari.
Li ho rivisti a Parma il 28 ottobre per racconta-
re del nostro viaggio, una richiesta nata dai
Padri della Casa madre. Un incontro semplice,
ma commovente perchè erano presenti tanti
Padri che hanno vissuto in Congo che vivono
al 4° piano della Casa Madre e che nel sentire
le riflessioni dei ragazzi e le diapositive che
abbiamo proiettato si sono commossi nel ri-
cordare anni di impegno al servizio del Vange-
lo e della Missione. I ragazzi hanno racconta-
to, a distanza di due mesi dal nostro rientro, le
sensazioni e gli interrogativi che sono rimasti
in loro: perchè tanta sofferenza? Perchè tanta
disuguglianza fra il nord e il sud del mondo?
Quale impegno da parte di ciascuno di noi per
una vita migliore?
Marica, già impegnata come catechista nella
sua Parrocchia, sta iniziando un cammino con
il laicato di Ancona per conoscere la nostra
Famiglia di laici; anche Laura e Leonardo, che
appartengono al gruppo di giovani di Vicenza
“Insieme per la missione” desiderano conosce-
re il laicato saveriano. Lasciamo che il Signore
prenda per mano questi giovani e li conduca,
chissà un giorno anche in terra di missione…
Noi intanto li ricordiamo con la preghiera.
Giovanna

Laicato Saveriano
Novembre 2017
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Salerno
Notizie dalla comuntà
Riparte il cammino formativo del gruppo dei Laici di Salerno, un breve resoconto perchè anche chi
non c’era possa respirare quella giornata insieme.
Domenica 08/10/2017, dopo la Santa Messa
celebrata da padre Arduino, si è tenuto il pri-
mo incontro di formazione dei laici saveriani di
Salerno. Gli spunti di riflessione sono stati
suggeriti dalla rilettura del Messaggio del San-
to Padre Francesco per la “ Giornata Missiona-
ria Mondiale 2017″. Tre le domande che come
cristiani e laici saveriani ci siamo poste e che
richiamavano la nostra attenzione su i tre a-
spetti sottolineati nella lettera del Papa: Fon-
damento – Atteggiamenti – Cuore del nostro
essere missionari.
Ognuno ha dato il proprio spunto da inserire
nelle rispettive colonne. Suggestivo e stimo-
lante il confronto tra le varie interpretazioni,
sia quelle già suggerite dalla lettura della let-
tera, che quelle presentate da osservazioni
personali. Sempre seguendo le tre domande
iniziali ci si è interrogati su qual è la missione
del laicato per quanto riguarda i laici nelle di-
verse attività e campi d’impegno attualmente
in essere. Proficuo è stato il confronto che co-
munque necessita di ulteriore approfondimen-
to.
Aggiungo una nota personale, probabilmente
condivisa anche dal resto del gruppo: sono
stato contento di aver conosciuto padre Ardui-
no in cui un po’ ho ritrovato padre Nazareno.
Padre Arduino è stato anche incaricato dal ret-
tore della comunità dei Saveriani di Salerno di
seguire il nostro gruppo in questo nuovo anno
di attività e cammino formativo.
Saverio

Laicato Saveriano
Novembre 2017
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Per nutrire la riflessione
Porziuncola – Santa Maria degli Angeli
( dal lat. portiuncola, diminutivo di portionis: parte, porzione)
“La Casa”
Nota: Affisse fuori la porta della Chiesa Nuova in Assisi, mi hanno colpito, tra le altre, le seguenti
parole: “Fratello, Sorella fatti pellegrino della mia casa terrena, ma cammina verso la casa
di Dio in te, verso la Sua casa, verso il paradiso”…
A. Cenni storici
Fu in una stalla a Rivotorto
che nacque l’ordine francescano. La stalla dei
fratelli era piccolissima … la condivideva-
no. Dormivano, mangiavano, pregavano
insieme … andavano a lavorare coi conta-
dini della zona … poi andavano ad elemo-
sinare per la città e il ricavato se lo divi-
devano con i poveri e i lebbrosi del posto.
Intanto andavano avanti a ristrutturare la
chiesa di San Damiano.
Un giorno rientrando dalla preghiera trovarono
dentro la loro “stalla” un povero contadino col
suo asino. Questi espresse il desiderio di otte-
nere la stalla per il suo asino e poterci venire a
vivere con lui. Francesco e i suoi fratelli
cedettero la capanna e decisero di trasfe-
rirsi alla Porziuncola, dopo aver ottenuto il
permesso dell’Abate benedettino. Si diceva
che i Cavalieri dalla Terra Santa avessero udi-
to, in questo luogo, la voce degli angeli. Perciò
più tardi fu chiamata Santa Maria degli Angeli.
E’ una piccola chiesetta attorno alla quale
venne costruita tra il XVI e il XVII secolo la
Basilica, a protezione dello stesso più antico
edificio di culto. (a) La Porziuncola fu la terza
chiesa riparata da Francesco (in obbedienza
alle parole del Crocifisso in San Damiano) do-
po la sua vocazione/chiamata. Luogo molto
significativo per lui, e dove sostava spesso in
preghiera.
Qui capì che doveva vivere “secondo il Van-
gelo”: il 24 feb. 1208, giorno di San Mattia,
dopo aver ascoltato il passo del vangelo se-
condo Matteo 10, 1-42 (2) Francesco sentì
fermamente di dover portare la Parola di Dio
per le strade del mondo. Iniziò così la sua pre-
dicazione, cominciando dai dintorni di Assisi.
Da notare un episodio importante: nel 1216
stando alla Porziuncola e vedendo come il nu-
mero dei Francescani cresceva e non sapendo
scegliere tra “ vita contemplativa” e “vita atti-
va”, mandò i suoi a chiedere consiglio a Chia-
ra, che dimorava a S. Damiano e a frate Silve-
stro che dimorava all’Eremo e la risposta sia
dell’uno che dell’altro furono “divinamente
identiche”: “Ha detto il Signore che non
devi preoccuparti solo di te ma anche dei
fratelli” … cioè che si dedicassero alla predi-
cazione, che andassero per il mondo ad an-
nunziare il Vangelo. Francesco accolse con
gioia questa scelta del Signore; consigliava
però sempre ai frati, mandati per il mondo, di
prepararsi con l’orazione e la contemplazione,
per meritare dal Signore la grazia di testimo-
niare con la vita, la verità di quanto annuncia-
vano.
Questo fatto ci rimanda direttamente al
Santo Vescovo e Fondatore nostro G.M. Con-
forti: “Il missionario deve essere un con-
templativo in azione” e ancora: “Il futuro
della missione dipende in gran parte dalla
contemplazione”. Questo vale per tutti NOI!
La Porziuncola, per volontà dello stesso
Francesco è anche il luogo del “trapasso” del
santo: mentre già gravemente malato dimo-
rava nel palazzo del Vescovo di Assisi, ”pregò i
frati di trasportarlo in fretta alla Porziuncola
per rendere l’anima a Dio, là dove … per la
prima volta aveva conosciuto chiaramente la
via della verità” (FF 507)
Qui, la sera del 3 ott. del 1226 accolse
cantando Sorella morte:
Laudato si, mi Signore,
per sora nostra morte corporale,
da la quale nullo homo vivente po’ scampare.
Guai a quelli che morranno

Laicato Saveriano
Novembre 2017
– 9 –
ne le peccata mortali!
Beati quelli che troverà
ne le tue sanctissime voluntati,
ca la morte seconda
no li farrà male. (FF 263)
B. Cosa suggerisce a noi la Porziuncola
in Santa Maria degli Angeli
La prima cosa che colpisce entrando in
Santa Maria degli Angeli è la vista di quella
piccola casa nella grande casa, ossia una pic-
cola Chiesa nella grande Chiesa! Questa im-
magine ci sfida e ci suggerisce importanti
applicazioni: dopo quanto ascoltato possiamo
ben dire che non esisterebbe materialmente la
grande chiesa se non ci fosse stata la piccola
chiesa (a’); allo stesso modo – in senso spiri-
tuale – non esisterebbe … o “non potrebbe
sussistere ”la Chiesa” senza ”la chiesa do-
mestica” LG 11 = la famiglia o comunità
cristiana: “La Chiesa è famiglia di famiglie co-
stantemente arricchita dalla vita di tutte le
Chiese domestiche” AL 87. “E’ nella famiglia
che matura la prima esperienza ecclesiale del-
la comunione tra persone, in cui si riflette, per
grazia, il Mistero della Santa Trinità” AL 86 .
“Per l’oggi della Chiesa – sarà certamente un
dono prezioso considerare anche la reciprocità
tra famiglia–piccola chiesa domestica – e
Chiesa: la Chiesa è un bene per la famiglia, la
famiglia è un bene per la Chiesa” AL 87
“L’amore vissuto nella Chiesa domestica
è una forza permanente per la vita della
Chiesa” AL 88 …”E’ qui che si apprende la
fatica e la gioia del lavoro, l’amore fraterno,
il perdono generoso, sempre rinnovato e
soprattutto il culto divino attraverso la pre-
ghiera e l’offerta della propria vita“ CCC
1657 “in questo amore celebrano i loro
momenti felici e si sostengono nei passaggi
difficili della loro storia di vita” AL 88
Non stupisce allora che è proprio nella piccola
chiesa domestica della Porziuncola ( … ) che
San Francesco ha dettato le ultime tre strofe
del Cantico:
Laudato si, mi Signore,
per quelli che perdonano per lo Tuo amore
e sostengo infermitate e tribulazione.
Laudato si, mi Signore
per sora nostra morte corporale …
L’amore percepito trasfigura anche la morte e
libera la Lode a Dio!
A sottolineare ancora l’importanza della
piccola chiesa domestica o comunità cristiana
o “porziuncola” all’interno della Chiesa,
S. Guido M. Conforti nella sua Lettera
Testamento scrive: …“Non deve succedere
che, mentre ci occupiamo della santificazione
degli altri, avessimo poi a trascurare la nostra
… colla carità verso Dio dobbiamo alimentare
nei nostri cuori la carità per noi e pei fratelli,
ed innanzi tutto per quelli che formano con noi
una stessa famiglia religiosa ed hanno in co-
mune le fatiche, i meriti, la direzione, tutto …
Su questo dovere essenziale non possiamo
nutrir dubbii di sorta. Questo comandamen-
to è stato dato da Dio, … che chi ama Dio
ama anche il proprio fratello … <Oh, quan- to buona e dolce cosa ella è, che i fratelli siano insieme uniti!> Voglia il Cielo che il sodalizio
nostro abbia sempre ad offrire di sé questo
spettacolo consolante, e lo offrirà, senza dub-
bio, se la carità di Cristo, quale la descrive il
sublime Apostolo delle genti, regolerà tutti i
rapporti scambievoli e formerà di tutti i mem-
bri che lo compongono un cuor solo e
un’anima sola”…
Allora: la Chiesa è costituita da piccole
Chiese domestiche, la grande chiesa contiene
la piccola chiesa… Ma manca ancora qualcosa:
nella piccola chiesa domestica c’è un altro e-
lemento essenziale: il mio – il nostro cuore
= luogo appartato – carcere interiore da dove
trae origine la nostra forza … Il tutto ci dà l’
idea di: uno nell’altro, e non uno accanto
all’altro! … Pensiamo alla relazione tralcio-
vite (Gv 15) o “Io nel Padre, il Padre in
me” – “io e Lui, una cosa sola” – “Voi sie-
te tempio”= abitati dalla Trinità.
Riuscire a vedere Dio nell’altro: “Quel che
avrete fatto al più piccolo dei miei … lo avete
fatto a me”, “Chi accoglie voi, accoglie me, e
chi accoglie me, accoglie Colui che mi ha
mandato” : uno nell’altro!
… Il cuore, dunque: la “stanza” o la
porziuncola interiore in cui Gesù ci suggerisce
di entrare e chiudere la porta (tanto Lui entra
anche a porte chiuse!) … è lì dentro che per
un dono dello Spirito Santo avviene l’incontro
col Risorto: nell’intimità … sul suo cuore co-
me Giovanni, o ai suoi piedi come Maria di

Laicato Saveriano
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– 10 –
Lazzaro, o come Rut ai piedi di Booz … “copri-
mi col lembo del tuo manto” che significa: sì,
Signore, fammi tua/o!
Mc 3,13 “… chiamò a sé quelli che Egli volle
ed essi andarono PRESSO (1) di Lui. Ne co-
stituì Dodici che STESSERO CON LUI e anche
PER MANDARLI A PREDICARE ” : la Mis-
sione si riceve solo nel rapporto intimo con il
Signore.
Per me:
– “Sto rendendomi conto”… At 10,34-35
(Pietro in casa del pagano Cornelio) : so “en-
trare nella casa dell’altro”, ascoltare
senza pregiudizi o censure, senza togliere spa-
zio o la parola … per poi concludere con Pietro
“Hanno ricevuto lo Spirito al pari di noi”?
– Riesco a tenere insieme l’amore di Dio
e quello del prossimo? (ovvero: metto
al centro la liturgia e la preghiera trala-
sciando i “poveri” (inclusi quelli in casa
mia!) oppure mi dedico ai poveri ma
dimentico di pregare e dare onore a
Dio?)
– Mc 2,1-5 e Lc 5,17-20 Molte volte in-
contriamo ostacoli e difficoltà, a volte
proprio nelle nostre stesse case: fami-
glia, gruppo o anche nella nostra intimi-
tà ed emozioni: proprio come questi
quattro uomini non dobbiamo perderci
d’animo. Forse questo ci costringerà a
scoperchiare qualcosa della nostra vita,
a togliere qualche “tegola”… allo scopo
di andare davanti al Signore, con i no-
stri progetti …
Rifletti, parla con il Signore. Soprat-
tutto, ascolta.
– Gv 20,19-29; Lc 24.36-49; Mc
16,14 …” mentre le porte del luogo
in cui si trovavano i discepoli erano
chiuse … Gesù venne, e si presentò in
mezzo a loro, e disse:”Pace a voi!”
Invece di rimproverarli per la loro “in-
credulità e durezza” … mentre erano
“sconvolti”, “atterriti”, “turbati”, “non cre-
devano” e “si stupivano” – proprio in quel
momento Gesù affida loro il mandato
missionario. Con quali sentimenti esco
dalla mia “casa” e con quali sentimenti vi
rientro?
(1) “PRESSO” [gr. Pròs] questo avverbio
è molto ricorrente nel vangelo di Gio-
vanni (prendetevi il tempo per fare una
ricerca) ed è traducibile con: rivolto, o-
rientato, proteso, inclinato VERSO … E-
sprime l’atteggiamento del discepolo-
missionario verso il Maestro;
l’atteggiamento figurativamente espresso
nella Trinità di Rublev (cf) … una posizione
statica ma anche dinamica: quanto mi ca-
ratterizza nell’arco della giornata?
(2) “Chi ama il padre o la madre più
di me non è degno di me”: Francesco
diseredato e ripudiato si spoglia dei suoi
abiti , li restituisce al padre e aggiunge
:”Fin ora ho chiamato te, mio padre sulla
terra; d’ora in poi posso dire con tutta si-
curezza: Padre nostro che sei nei cieli, per-
ché in Lui ho posto ogni mio tesoro e ho
collocato tutta la mia fiducia e la mia spe-
ranza”.
Appendici
“Non uscire fuori di te, ritorna in te stes-
so: la verità abita nell’uomo interiore
e, se troverai che la tua natura è mutevo-
le, trascendi anche te stesso [ … ] Tendi
pertanto, là dove si accende il lume stesso
della ragione”
Sant’ Agostino, La vera religione 1,39-72
“Lontananza di Dio è lontananza da se
stessi”
Confessioni III, 6,11
“L’uomo ritrova se stesso solo incontran-
dosi con Dio”
Confessioni IV, 4,9 e 14,22
… Tardi Ti ho amato … io Ti cercavo fuori e
Tu eri dentro …
“La stanza interiore” è là dove il Signore
ci incontra e ci invia.

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