Ieri sabato 12 maggio 2018 è uscito sul quotidiano “Avvenire” un articolo di Giulio Albanese che, mentre illustra la crisi del numero dei missionari “ad gentes” ,accentua la novità che rappresenta la presenza dei laici
Anche se la cosiddetta decrescita vocazionale dei sacerdoi interessa anche i missionari/e ad gentes, vale a dire di coloro che si consacrano per annunciare e testimoniare il Vangelo fuori dal proprio territorio e della propria cultura ,nel corso degli ultimi vent’anni, i dati dicono che diminuiscono i missionari con vocazione ad vitam , ma aumentano i laici che decidono di fare un’esperienza missionaria per qualche anno/o qualche mese ,
L’articolo di “Avvenire” ci ricorda:
“ l picco dei missionari italiani inviati in tutti i continenti si registrò nel settembre del 1990: in occasione del Convegno missionario nazionale di Verona se ne contavano 24.250 . Poi il calo graduale, fino al dato di 15mila nel 2000 che faceva dell’Italia il secondo Paese al mondo per invio di missionari .
Nel 2008, il numero è sceso a 10mila e alla fine del 2014 si è attestato attorno alle 8mila unità .Non è facile avere un quadro attuale dei missionari che fanno parte dei vari istituti esclusivamente ad gentes, ma alla fine del 2008 la Conferenza degli Istituti missionari italiani contava 2.100 italiani in missione. Per spiegare questo numero, però, c’è da precisare che della Cimi fanno parte solo le famiglie ad gentes .
Una lettera del maggio 2009 scritta dalla Cimi ai vescovi italiani denunciava il continuo calo dei missionari ad vitam e l’innalzamento della loro età media, che si attestava intorno ai 63 anni.Attualmente è attorno ai 68 anni.”
Per leggere l’intero articolo di “Avvenire”:
https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/diminuiscono-i-missionari-cresce-il-contributo-dei-laici