Luigi Paggi, missionario saveriano, vive nel sud del Bangladesh, a stretto contatto con la tribù dei Munda. Nella sua missione i nostri missionari laici Franca e Patrik hanno vissuto per circa un anno, con le giovani sottratte a matrimoni precoci, favorendone la scolarizzazione. Periodicamente P. Luigi manda notizie del suo cammino, attraverso un foglio di collegamento con tutti gli amici in Italia e in Europa. Nell’ultimo numero della fine di dicembre, dopo aver raccontato le novità della “missioncina” e delle ospiti, allega un documento, intitolato “Tentativi di evangelizzazione in Mundaland”, che al nostro laico Paolo Volta è sembra davvero interessante.Da qui l’articolo che segue, una sintesi del documento di padre Lugi intervallato da interventi di Paolo
“Secondo la classica strategia missionaria chi è stato chiamato dall’Alto a diffondere la Buona Novella dovrebbe seguire questo percorso espresso con quattro parole della lingua Greca: Kenosi – Koinonia – Diakonia – Kerigma. Per Kenosi si intende quanto leggiamo nella lettera di San Paolo ai Filippesi: «Cristo pur essendo di natura divina non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma spogliò se stesso assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini in forma umana umiliò se stesso … (Phil 2, 5- 8)». Sull’esempio di Cristo il missionario deve abbandonare il suo complesso di superiorità che si porta dietro con i suoi vari poteri… pelle bianca, istruzione, potere economico etc… Per Koinonia si intende “il piantare la tenda” come la piantò il Bambino di Betlemme. Per Diakonia si intende il darsi da fare per migliorare le condizioni di vita della gente a cui il missionario è stato inviato… e qui il campo di azione è immenso. Per Kerigma si intende quanto si legge nella prima lettera di Pietro: «Siate pronti a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. (1 Pt : 3,15)». Laicato Saveriano Gennaio 2022 – 3 – A questo punto nella vita missionaria può arrivare la richiesta da parte di qualcuno di sapere qualcosa sulla Persona di Cristo e allora può iniziare la quarta tappa del lavoro missionario cosiddetto del “primo annuncio”. Questa quarta tappa può anche non esserci… ma se le prime tre tappe non sono mancate, prima o poi può arrivare anche il quarto momento. Mi sembra una potentissima sintesi: prima di tutto essere come tutti, rinunciando ai tanti privilegi che abbiamo, facendo e creando comunione, nel servizio disinteressato; poi, se richiesto, dare “ragione della speranza che è in noi”. Il testo prosegue, grazie alle grandi conoscenze dell’autore, analizzando come il cristianesimo è percepito dai membri delle varie religioni del subcontinente indiano, hindu, islamici, buddisti, ecc. Poi prosegue: “Il nostro timido tentativo di presentare il Vangelo alla nostra gente in Bangladesh (a qualsiasi estrazione religiosa essa appartenga!) segue questa strada: Gesù Cristo è un personaggio storico che ha portato nel mondo la grande bella notizia (Euanghelion in Greco, Ingil in Arabo, Mongolbarta in lingua Bengalese) che Dio è Padre… Padre non solo dei Cristiani ma Padre anche dei Mussulmani e Hindu’ e Buddisti e anche degli atei, che se nel vasto Subcontinente Indiano non esistono, in Occidente non sono pochi.” P. Luigi prosegue poi analizzando le reazioni delle varie religioni presenti a questa grande e bella notizia, ma non si ferma qui: “Sempre nel nostro timido tentativo di evangelizzazione facciamo poi un altro passo avanti. Ed è questo! La paternità di Dio è il fondamento della fratellanza umana. Già menzionata nella triade della Rivoluzione Francese che pensava di aver fatto chissà quale grande scoperta dimenticando però chi per primo aveva parlato di fratellanza. Dalla Rivoluzione Francese in poi si sono fatte delle grandi battaglie per la libertà e per l’uguaglianza ma la fraternità è rimasta come la scopa dietro la porta. E allora noi presentiamo ai nostri ascoltatori la buona notizia non tanto come una proposta religiosa ma come una PROPOSTA DI VITA. La proposta che il “GURU” dei Cristiani fa è la seguente: se vuoi, tu Hindu o Mussulmano o Buddista, puoi vivere la tua vita secondo queste due dimensioni: quella verticale come figlio e figlia di Dio e quella orizzontale come fratello e sorella dei tuoi simili a qualsiasi razza o religione appartengano. Ma ricordati che se la dimensione verticale sarà impegnativa quella orizzontale lo sarà ancora di più perché la fratellanza esige la pratica delle 14 opere di misericordia che sono le opere della GRAZIA e della gratuità, altro caposaldo dell’insegnamento di Cristo che è venuto per servire e non per essere servito. Dopo aver ricordato i fondamenti biblici di questo approccio e del bisogno anche di tutta la chiesa locale di questa conversione così conclude: “Paternità di Dio fondamento della fratellanza umana e opere della grazia e della gratuità: non è che questi discorsi andrebbero fatti anche ai nostri Cristiani di antica data? Papa Francesco nella sua enciclica “Fratelli tutti” queste tematiche ce le ha ricordate molto chiaramente! A noi l’impegno di leggerle, meditarle e soprattutto praticarle”