Beatrice e Fabrizio ci raccontano la loro esperienza di accoglienza con Lamin
I mesi trascorrono veloci e la nostra convivenza con Lamin nell’ambito del progetto A.P.R.I. continua ad essere sorprendente.
Tantissime le piccole grandi esperienze di questo periodo: episodi domestici di Vangelo vissuto donato e ricevuto che stanno cambiando profondamente (e forse ancora inconsapevolmente) il nostro modo di pensare e di vivere. È molto bello riscoprire quotidianamente la naturalezza con cui non facciamo fatica a condividere la nostra casa: per nessuno di noi è stato faticoso “lasciare spazio” e la sera è bello gareggiare nello stringersi sul divano perché ci sia posto per tutti e cinque.
Vero è che Lamin è un ragazzo molto discreto, docile, educatissimo e la sua gentilezza fa davvero la differenza nella gestione pratica di una casa sempre disordinata come la nostra. Poi è chiaro che non ama i conflitti per cui ci sta “costringendo” a non litigare (almeno quando lui è in casa!!!) e ad essere benevoli e accomodanti come lo è lui nell’accogliere con docilità le nostre diversità o asprezze.
Da parte nostra gli vogliamo tutti un gran bene, cerchiamo di rispettarlo, comprenderlo (e non è sempre scontato perché le differenze culturali ci sono eccome) e ciascuno di noi si sta mettendo in gioco nell’ aiutarlo a destreggiarsi nelle tante piccole grandi difficoltà del vivere qui in Italia perché è molto giovane e non è affatto facile.
Quanto questa esperienza possa essere un’ideale e ulteriore apripista per il nostro vivere missionario qui in Italia è tutto da riflettere insieme, certo noi ci pensiamo parecchio, soprattutto vedendo quante riflessioni, iniziative, domande, confronti, pensieri, annunci, la presenza di Lamin sta suscitando nelle persone attorno a noi, malgrado le limitazioni relazionali del Covid.
Stiamo scrivendo dei piccoli aneddoti per la nostra comunità parrocchiale che ci ha chiesto di raccontare qualche aneddoto quotidiano. Ecco l’ultimo
CHI HA BISOGNO?
Pomeriggio domestico in casa…con le limitazioni del Covid è tutto un po’ “sospeso” e gli amici si incontrano di rado. “Che faccio mamma?” è il ritornello di oggi. “Avvantaggiati un po’ con i compiti”, ma l’avvantaggiarsi con i compiti non è proprio una delle attività divertenti per questo pomeriggio annoiato. Poi arriva un’idea che a quanto pare appassiona “Faccio inglese con Lamin!”. Lamin parla il mandinka ma anche l’inglese è una lingua madre per lui.
Mi compiaccio dell’entusiasmo di Davide, ma non gli do troppa fiducia a dire la verità.
Lamin, poveretto, sempre dolce con Davide, è la sua “vittima” di oggi, ma poco male… durerà poco!!! Invece dopo mezz’ora sono ancora lì fianco a fianco. Lamin, fagocitato dall’entusiasmo di Davide, all’inizio fa fatica a capire il suo inglese italianizzato, poi a mano a mano prende consapevolezza di sé e propone una sua metodologia “Dai io adesso ti leggo una riga e tu la ripeti”.
Dopo un’ora anche Fabrizio viene in cucina a dare un’occhiata in cucina, ma i due sono ancora lì, pur avendo cambiato materia “Sì, perché lui mi ha aiutato a fare i compiti di inglese e allora io adesso faccio pure quelli d’italiano così lo aiuto a imparare meglio i singolari e i plurali”. Mai pomeriggio di studio fu più appassionante… per la gioia di mamma e papà! E anche Lamin sembra proprio contento…
Con Fabri focalizziamo il pensiero sulla consapevolezza che ogni volta che guardiamo un
giovane immigrato di colore la prima idea che arriva nella mente è quella di qualcuno che ha bisogno di qualcosa, invece la scena ci svela con semplicità un rovesciamento di prospettiva lampante proprio qui nella cucina di casa…questi giovani sono prima di tutto portatori di ricchezza, talenti, competenze, purché abbiano la possibilità di esprimerle. C’è da riflettere davvero sul nostro modo di vederli.
E poi speriamo davvero di far tesoro di questa minilezione di Reciprocità che abbiamo vissuto oggi in famiglia … parola sempre preziosa che ci consente di aprirci agli altri con benevolenza e curiosità, ci permette di arricchirci chiedendo aiuto e dandone senza preconcetti, perché, in fondo, chi di noi non è nel bisogno?
Beatrice e Fabrizio