Si parte!

Finalmente si parte. Dopo tanto tempo si torna in Bangladesh per restare. E’ un momento atteso.

Dopo aver sistemato tutta la parte burocratica amministrativa, si arriva al cuore della partenza. Venerdì 25 Ottobre nella Chiesa del Sacro Cuore, durante la veglia missionaria diocesana, riceviamo il mandato missionario e il crocefisso, inviati dalla Chiesa di Parma alla Chiesa di Khulna. Ci accompagna la famiglia Saveriana, tanti padri, sorelle e laici Saveriani da Parma e anche da Brescia sono con noi. Sono presenti anche le sorelle e i cognati di Franca.

Andate e invitate al banchetto tutti, questo è il messaggio che viene rivolto anche a noi, a tutti i presenti e ai cristiani in ogni parte del mondo.

Domenica 3 novembre si parte, e dopo un totale di 24 ore di viaggio approdiamo a Khulna.

 

IL CORSO DI FORMAZIONE PER AGENTI COMUNITARI A KHULNA

Il 5 Novembre partecipiamo alla festa di San Guido Conforti nella Domus Saveriana, affidiamo a lui questo tempo e la nostra presenza. E’ un bel momento per salutare tutti i Saveriani presenti in Bangladesh e iniziare sotto i migliori auspici questa Missione.

Dal giorno successivo iniziamo a organizzare le varie attività, ambulatorio con sr. Roberta, per riprendere il filo delle attività interrotte nel 2018. Contattare i possibili agenti comunitari. Il sabato andiamo a Shyamangar, per fare il punto della situazione.

La missione ha una grande novità, il filtro per desalinizzare l’acqua che consente di avere acqua dolce dal rubinetto. Anche i destinatari della missione sono cambiati, non accoglie più le selvaggette ribelli, che cercano di sfuggire a matrimoni precoci e combinati, ma i bambini fino alla classe 10^ (ciclo scolastico primario), perchè, secondo quanto dice P. Luigi hanno estremo bisogno di aiuto nello studio, mentre invece tra i Munda qualcosa contro i matrimoni precoci delle bambine sembra essere stato assimilato, e soprattutto ci sono le ragazze più grandi che vigilano.

Noi approfittiamo per fare un sopralluogo alla nostra “suite”, ma soprattutto per incontrare i 4 candidati a fare gli agenti comunitari nel progetto sanitario che dovremo portare avanti. (Ve li presenteremo con calma nei prossimi scritti).

La settimana successiva a Khulna i 4 candidati effettuano la formazione sulla lebbra e la tubercolosi insieme a sr. Roberta e ai suoi collaboratori. Un corso intenso sia teorico che pratico.

La lebbra è ancora una malattia che fa paura, poco conosciuta e poco diagnosticata, ma curabile e, se riconosciuta precocemente, si possono prevenire le forme gravi di disabilità ad essa correlate. I 4 partecipano attivamente al corso ed anche noi. E’ il primo passo di questa attività, che ci vedrà lavorare fianco a fianco. In qualcuno in particolare si nota un atteggiamento propositivo e attitudine al rapporto con i malati, sarà importante nel lavoro.

Finalmente lunedì 18 raggiungiamo la missione di Shyamnagar, con lo stretto indispensabile. E’ il compleanno di Patrick, quindi dopo aver iniziato a sistemare la nostra “suite” inizia la vita della missione con la recita dei vespri sulla veranda prima di cena e dopo cena la festa di compleanno per Sagar (questo il nome bengalese di Patrick) con tanto di torta, candelina, regalo e la festa di benvenuto per entrambi. i primi giorni di presenza sono tranquilli, Patrick si dedica alle cose pratiche per sistemare la stanza, far sistemare l’armadio, riparare le zanzariere alle finestre. P. Luigi è deciso ad insegnare a Franca il bangla, secondo la sua tecnica tradizionale, ovvero a suon di scappellotti se necessario.

 

 

Organizziamo anche il primo medical camp nel villaggio di Cachipur. Si tratta di un piccolo villaggio in mezzo all’acqua salata, dove vengono allevati i pesci. All’ambulatorio arrivano 25 pazienti, per lo più Munda. Il primo paziente in assoluto è Orshini Munda, il più anziano del villaggio. Dice di avere 90 anni e di essere stato trattato per la lebbra più di 30 anni fa, grazie a una ONG che portava le medicine. Ora il suo problema sembra legato più agli acciacchi dell’età che alla pregressa infezione. Li visitiamo in un ambiente non propriamente consono, ed è spesso necessaria la mediazione di Lipica e Ram Proshad,i due operatori che sono con noi, perchè le persone più anziane non capiscono il bangla, ma parlano solo la lingua della loro tribù, lo Sadri.

Non saprei dire quali emozioni ci abitano in questi giorni, però la sensazione che proviamo in questo remoto angolo di mondo è di essere a casa. Mi vengono due riflessioni, la prima è il benvenuto che ci hanno dato Rudy e Alex (da circa 25 anni volontari a Khulna e dintorni) qui ci rimani se ti innamori; la seconda è di P. Valoti nella celebrazione di questa sera, è l’essere che sostiene il fare che fa la differenza, non importa fare molto, ma farlo con lo spirito del dono.

 

Franca e Patrick

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