Sabato 8 febbraio Simone ed io abbiamo preso parte al primo incontro della commissione, voluta dai Saveriani, per riflettere insieme sulla Famiglia Carismatica Saveriana.
Arrivati in treno a Parma, ci è venuto a prender in auto p. Alex Brai che ci ha accolto con il solito affetto e la solita cordialità raccontandoci con il suo tipico entusiasmo tutte le novità del suo nuovo servizio qui in Italia.
Nel frattempo ci hanno raggiunti gli altri partecipanti alla commissione e così abbiamo iniziato i lavori. All’incontro erano presenti il superiore generale p. Fernando,
p. Mauro Loda, p. Pascal e p. Franciscus Sudarmanto per i saveriani, suor Silvia per le saveriane, Simone ed io per il laicato saveriano, Oleana per il laicato delle saveriane e Andrés, un giovane colombiano di Parma, in rappresentanza degli amici dei saveriani.
Dopo un primo momento di presentazione reciproca, p. Mauro e p. Fernando ci hanno spiegato il motivo che ha spinto la direzione generale a costituire questo nuovo gruppo di lavoro.
L’espressione Famiglia Carismatica Saveriana trova infatti spazio per la prima volta su un documento ufficiale dei Saveriani dopo il capitolo generale del 2023.
Indica l’insieme ampio ed eterogeneo di tutte quelle componenti religiose e laicali, più o meno strutturate, che si riconoscono in qualche modo vicine al carisma lasciato da mons Conforti.
La direzione generale dei missionari
Saveriani, raccogliendo l’input uscito dal capitolo, ha quindi deciso di costituire una commissione che possa ritrovarsi per riflettere, condividere e delineare i tratti fondamentali di questa realtà carismatica.
Abbiamo iniziato questo cammino alla luce della Spirito Santo cercando di porci in un atteggiamento di reciproco ascolto delle molteplici differenze per definire alcuni dei tratti comuni da cui partire e che oggi sembrano definire un minimo comune denominatore.
È stato un primo incontro di conoscenza, condivisione e scambio nel quale però si è respirata sin da subito l’aria di questa famiglia: aperta, accogliente, desiderosa di missione.
Affidiamo allo Spirito questo cammino perché ci illumini nel dare un nome a ciò che già c’è e a riconoscere l’inedito che la sua creatività ci chiama a scoprire e costruire.
Nonostante il mio poco tempo libero ho accettato questo incarico non solo perché me lo hanno chiesto due splendide consigliere quali Serena e Roberta a cui non ho potuto dire di no… ma anche perché in fondo da sempre credo molto nell’idea della missione come qualcosa di più credibile e bello quando viene fatta come famiglia.
Forse mi sento chiamato a questo e allora perché non accettare di mettersi in gioco nonostante tutto?
Lasciamoci stupire…
Alessandro Andreoli