Febbraio
2017
Le attività del Laicato Saveriano Semi di Fede – Speranza – Carità
w w w . l a i c a t o s a v e r i a n o . i t
– 1 –
Le Parole del Padre
Ecco come San Guido Maria Conforti esortava i cristiani della
sua diocesi ad impegnarsi per costruire nella società pace e
concordia.
La società nostra ha bisogno di pace e noi proclameremo alto
che solo da Cristo principe della pace, che ha riconciliata la
terra col cielo, l’uomo con Dio e che nell’Eucarestia di continuo
si offre all’Eterno sui nostri altari ostia pacifica di propiziazione,
potrà ottenere questo bene inestimabile, di cui va senza posa in
traccia, ma che non troverà mai lungi da lui.
La società nostra ha bisogno più che mai di amore scambievole.
Gli uomini più non si amano e ad onta di tanta decantata
filantropia chi volesse definire la società odierna non avrebbe che a
mutuare le parole dell’Apostolo, che definiva la società pagana gente
senza affetto – sine affectione. Oggigiorno, purtroppo, nei cuori
regna l’odio che scinde, che provoca le reazioni, che moltiplica i
partiti in continua lotta tra loro.
Or bene, l’Eucarestia è per eccellenza il Sacramento dell’amore,
giacchè Cristo in essa ha dato fondo a tutti i tesori della sua carità
infinita. Dal santo tabernacolo, dall’Ostia Santa egli continua a
ripetere le soavi parole: questo è il mio precetto che vi abbiate ad
amare scambievolmente, come io ho amato voi. E noi faremo
risuonare la sublime lezione che ha cambiato faccia al mondo. E
come potremo non amare i fratelli dopo di esserci accostati alla
stessa mensa, dopo di esserci cibati dello stesso pane di vita, dopo di
esserci accostati agli ardori della stessa fiamma di carità?
IN QUESTO NUMERO
– Notizie dal mondo
– Vita di famiglia
ο Parma
ο Salerno
– Per nutrire la riflessione
– Bacheca
Laicato Saveriano
Febbraio 2017
– 2 –
Notizie dal mondo
Brasile
Riportiamo la relazione di p.Diego in cui racconta la sua attività per conto del Consiglio indigenista
missionario a fianco degli indios in Brasile
Carissimi/e del Laicato Saveriano, um abraço.
A nome di tutti i missionari e le missionarie del
Regionale CIMI Sud voglio esprimere
sentimenti di gratitudine per l’aiuto offertoci
quest’anno.
L’appoggio che avete dato alle nostre attività
dimostra che anche voi siete impegnati per e
nella “causa indigena”. Sarebbe necessario
presentarvi il bilancio. Le spese mensili
dell’equipe Paranà si aggirano sempre sui
1.500,00/2.000,00 RS, circa 400-500 €. Ogni
mese la sede di Chapecò ha depositato 750,00
RS provenienti dalla vostra collaborazione. Da
un anno il Cimi Sud può contare col vostro
generoso contributo che ci ha permesso di
mantenere, in modo più effettivo, la nostra
presenza e l’attuazione nei villaggi indigeni
della Regione.
Credo sia utile fare una
lettura congiunturale della
situazione brasiliana ed, in
particolare, della regione
Sud, in modo che si
possa comprendere meglio
in che tipo di realtà si vive e
si opera.
Attualmente si sta
attraversando un periodo di
grandi incertezze.
I contesti socio-economici e
politici riflettono
realtà segnate da inquietudi
ni e paure.
Per quanto riguarda la “questione indigena”,
l’attuale governo (golpista) sta sottoponendo
al Parlamento proposte di legge ed
emendamenti costituzionali che mirano a
sopprimere i diritti acquisiti. Ciò determina un
clima di insicurezza giuridica che preoccupa
molto e che riflette la fragilità delle istituzioni
che dovrebbero tutelare e promuovere i diritti
individuali e collettivi.
In questo scenario, missionari e missionarie
svolgono attività pastorali che appoggiano e
difendono la causa degli indios.
Va sottolineato che il nostro servizio pastorale
non è “volontaristico”. Esso viene program-
mato ed articolato a livello regionale dalle
varie equipes, a loro volta coordinate con le
comunità indigene. La programmazione
è il frutto di una riflessione interna e del
Laicato Saveriano
Febbraio 2017
– 3 –
dialogo con i popoli indigeni, con cui si
discutono, decidono e calendarizzano i
luoghi ed i momenti della formazione; le
attività e le azioni necessarie ad affrontare
le problematiche relative alla “riconquista della
terra”; la formulazione di proposte e
l’attivazione di forme di partecipazione per
orientare le politiche pubbliche negli
ambiti della sanità, dell’ educazione, della
tutela e preservazione ambientale.
Negli ultimi 516 anni della storia brasiliana, le
ricchezze naturali, minerarie e culturali dei
popoli indigeni sono state oggetto di
uno sfruttamento devastante e, a tutt’oggi,
inarrestabile, promosso da oligarchie agrarie,
economiche e politiche risalenti all’epoca
coloniale. Questo processo di spogliazione, che
esclude gli interessi collettivi dei popoli
indigeni, provoca invasioni, genocidi, furto
delle aree tradizionalmente occupate dagli
indios, obbligandoli a sopravvivere ai margini
estremi della società.
Da sempre è sotto gli occhi di tutti l’assurda
realtà brasiliana: un paese ricco, ma con una
significativa percentuale della popolazione che
vive in condizioni miserabili a causa
dell’enorme sperequazione nella distribuzione
della terra, delle risorse e del reddito.
Di questo processo storico, le principali vittime
sono state e restano ancora oggi i popoli
indigeni, espulsi dai loro vasti territori e
sistematicamente eliminati. L’invasione delle
loro aree non si ferma; esso é promosso da
gruppi economici interessati alle risorse
naturali e minerali che vi sono presenti.
Il Governo assiste inerte a questa barbarie,
ma spesso ne é connivente, promuovendo
scempi ambientali, sociali, culturali,
demografici. Per ammissione degli stessi
dati governativi, l’80% delle aree indigene
subisce qualche tipo d’invasione, con
conseguenze disastrose che arrivano a
provocare il genocidio di popoli interi (i
Guaraní nel Mato Grosso do Sul, gli Awá-Guajá
nel Maranhão…).
Nonostante tutto, gli indios resistono. Oggi
lottano per riconquistare un “minimo di
territorio che consenta loro il
necessario” alla dignità, alla
sopravvivenza fisica e culturale. Il cammino
che li condurrà a tale riconquista sarà lungo e
faticoso perché molte comunità sopravvivono
in condizioni precarie, accampate ai margini
delle strade statali, quotidianamente esposte
ai pericoli della strada (50 morti all’anno), al
calore ed al freddo insopportabili.
Gli indios sono sistematicamente oggetto di
atti di razzismo, criminalizzazione e
discriminazione.
Essi sono costantemente minacciati di
morte, assassinati (137 nel 2015)
ed abbandonati al loro destino : 100 bambini
da 0 a 5 anni morti di fame, polmonite,
dissenteria… solo nello stato del Mato Grosso.
Azioni costanti promosse dai tre poteri dello
Stato violano i diritti indigeni riconosciuti
nella Costituzione Federale del 1988 (Articoli
231 e 232). Attualmente vi sono progetti di
legge – come il Progetto di Emendamento
Costituzionale PEC 215, PEC 038/99, PL 1610
e PLP 227- in discussione parlamentare che,
assieme al Decreto 303 giá approvato,
feriscono la dignitá e l’autonomia dei popoli
indigeni. Gli strumenti usati dagli indios per
combattere le costanti aggressioni, di cui sono
vittime, sono la mobilizzazione regionale e
nazionale, i corsi di formazione per leaders
indigeni, l’informazione e l’attività delle loro
organizzazioni.
Le politiche pubbliche che riguardano la sanità
e l’educazione indigena sono inefficienti.
Peggiora tale quadro la tendenza del
Governo a trasferire doveri e
responsabilità pubbliche all’iniziativa privata.
La magistratura, a sua volta, tende ad
applicare tesi giuridiche anti-
indigene, notoriamente incostituzionali.
Appoggiati dai Missionari e dalle Missionarie
del Cimi Sud, i popoli indigeni Guaraní,
Laicato Saveriano
Febbraio 2017
– 4 –
Kaingang, Xocleng, Xetá, Terena (80
mila persone circa)sopravvivono in spazi
ridotti, insufficienti alla loro sopravvivenza
ed al loro auto-sostentamento. Molti lo
fanno attraverso lavori saltuari, vendendo
artigianato lungo le strade principali o nei
centri abitati. Numerose famiglie si
trasferiscono nelle città dove praticano
l‘accattonaggio e mendicano un aiuto.
I processi amministrativi che regolarizzano le
loro terre sono bloccati da anni. Le comunità
indigene vivono fuori dalle loro aree
tradizionali poiché quasi tutte sono invase
ed occupate. Le poche aree regolarizzate sono
state prese di mira da progetti che prevedono
l’istallazione di centrali idroelettriche, gasdotti,
autostrade ed insediamenti per l’ ecoturismo
di elite.
Di fronte a questa realtà (tragica) indigena
che esige appoggio e solidarietà, e mirando al
rafforzamento delle lotte dei Popoli Indigeni in
cammino verso la conquista e la garanzia dei
loro diritti, ci dirigiamo nuovamente al Laicato
Saveriano sollecitando il
rinnovo della collaborazione che ci permetterà
di continuare a svolgere attività pastorali nello
stato del Paraná.
Ancora una volta assumiamo l’impegno di
amministrare coscienziosamente quanto
ricevuto da Voi.
E, ancora una volta, vogliamo ringraziarvi per
il vostro appoggio generoso che ci consente di
seguire il cammino.
“Dite al mio popolo che avanzi”. Avanzeremo!
Per il CIMI-Sud
- Diego Pellizzari
Laicato Saveriano
Febbraio 2017
– 5 –
Vita di famiglia
Parma
E’ sempre bello ed interessante avere notizie dalla Fraternità di Parma, Giovanna ha trovato un po’
di tempo ed ecco qualche riga per noi.
Fa ancora tanto freddo a Parma, ma i cieli di
questi giorni sono bellissimi, luminosi e sereni.
Per noi gente della pianura padana abituata a
tanta nebbia e tanta umidità è davvero un
inverno strano.
Stiamo tutti bene, occupati negli impegni di
ogni giorno e dopo aver passato, praticamente
tutti, delle belle influenze con bronchiti varie e
nausee, abbiamo ripreso a pieno ritmo le
nostre attività consuete.
Al mattino la sala comune si riempie delle voci
di Chiara, Francesca, Silvana, Raffaella,
Margherita che fra un lavoretto e l’altro si
raccontano le loro storie, si commentano i fatti
del giorno, in questo periodo le riflessioni non
mancano, con tutto quello che è successo in
Abruzzo.
Francesco e Lorenzo, i nostri piccoli gemellini,
ogni mattino sono con noi e sono diventati i
piccoli cuccioli di tutti, c’è chi li fa giocare, chi
gli da la pappa, chi li cambia e loro felici si
fanno coccolare!!
Francesca da qualche mese lavora finalmente
a Parma e per lei che ogni mattina era
abituata a prendere la macchina e fare
parecchi chilometri, adesso andare al lavoro in
bicicletta, nonostante il freddo, è davvero
piacevole.
Abty, l’11 marzo, partirà per andare a vivere
per sei mesi a Londra, se da un lato sarà per
lei motivo di fare una nuova esperienza e di
imparare meglio l’inglese, dall’altro a tutti noi
dispiace non continuare ad averla vicina. La
sua presenza in casa di donna musulmana ci
ha insegnato quanto può essere arricchente
per la nostra fede.
Susy sta attendendo il rinnovo del suo
contratto di lavoro e intanto si gode qualche
giorno di riposo.
Anche i nostri “ospiti” stanno tutti bene, loro
sono la presenza più bella fra di noi, ci
insegnano ogni giorno di quanto sia, a volte,
faticoso non avere una casa, un lavoro, una
famiglia dove ti senti sicuro e dove puoi
pensare al futuro in modo sereno.
Noi cerchiamo tutti insieme di condividere
questa loro fatica che aiuta anche tutti noi a
volerci bene, buon cammino a tutti e un
grande abbraccio!
Giovanna
Laicato Saveriano
Febbraio 2017
– 6 –
Salerno
Riflessioni Bibliche nelle famiglie dei Laici Saveriani di Salerno
Ormai il cammino del gruppo di Salerno ha preso il suo ritmo ed accadono cose che val la pena
raccontare; per questo vi proponiamo due articoli: il primo sugli incontri di Riflessione Biblica nelle
famiglie ed il secondo sull’incontro formativo del mese di febbraio.
Da anni il ritrovarsi nelle nostre case una volta
al mese per confrontarci con la Parola è un
elemento portante non solo del cammino
formativo del gruppo, ma anche della
relazione interpersonale.
Sono occasioni importanti per raccontarsi ed
ascoltarsi, perchè la riflessione personale sulla
Parola con cui ci si incontra, non può non
prendere le mosse dal vissuto di ciascuno,
dalle sue urgenze, dalle sue inquietudini, dalle
sue gioie e……
Quest’anno ci confronteremo con 6 passi della
Sacra Scrittura (uno per ciascuno dei primi sei
mesi dell’anno), che io ed Elena abbiamo
scelto a partire dal progetto pastorale
diocesano triennnale.
Ignorare questo cammino della nostra chiesa
diocesana non ci sembrava per niente
opportuno.
Le Riflessioni bibliche degli ultimi due mesi
dello scorso anno, invece, erano a tema
……libero.
La diocesi di Salerno per tre anni svilupperà il
suo cammino spirituale e pastorale intorno a
tre verbi: Accogliere, Accompagnare e
Guarire.
Questi verbi sono da cogliere nella loro
interdipendenza e da valorizzare in tutti e tre
gli anni senza nessuna successione logica o
temporale.
Accogliere: una Chiesa capace di includere
tutti per integrarli in un cammino di crescita
progressiva;
Accompagnare: una Chiesa attenta all’uomo
per camminare insieme guidati da Cristo
Maestro e Medico;
Guarire: una Chiesa che, attraverso il primato
della Misericordia, guarisce la persona, la
famiglia, la comunità.
In Gennaio a casa di Nino ed Annapaola,
abbiamo iniziato con il primo brano sul verbo
accogliere e ci siamo confrontati con la vicenda
di Abramo che alle querce di Mamre accoglie gli
emissari di Dio (Gen Cap 18, 1–14).
Sempre sull’accoglienza tra qualche giorno a
casa nostra ci incontreremo con la Parola
riportata da Luca (cap. 14, 12 – 24), che narra
dell’invito al banchetto.
Ci aiuterà a comprendere il senso vero
dell’accompagnamento per noi credenti, prima
il brano di Filippo e l’etiope (cap. 8 degli Atti)
e poi quello dei discepoli di Emmaus (Luca
cap. 24).
Infine Guarire, sia rivolto a noi stessi che agli
altri; abbiamo scelto il brano della guarigione
del paralitico (Mt cap. 9) e quella del re
Ezechia (Isaia cap.38).
Insomma abbiamo apparecchiato una ricca
tavola della Parola per i prossimi mesi, a cui fa
seguito di solito, ogni volta, un’altrettanto
ricca tavola imbandita delle bontà che ognuno
ha preparato, perchè le famiglie quando si
riuniscono….. mangiano insieme e trovano le
ragioni per sorridere, ridere e vivere
l’esperienza della gioia.
Laicato Saveriano
Febbraio 2017
– 7 –
Yousef
Siamo giunti all’epilogo giudiziario di una vicenda molto dolorosa che ha coinvolto tutti noi,
soprattutto chi giorno dopo giorno, anzi notte dopo notte accoglie i nostri amici senza fissa dimora.
Claudio propone una sua riflessione che ascoltiamo..con il cuore.
Lo hanno condannato dandogli trenta anni di
galera (per il rito abbreviato) , proprio come
un assassino seriale, un mafioso non pentito,
un terrorista: Yousef, marocchino, secondo le
forze dell‘ordine ha ucciso con una bottiglia
rotta il connazionale Elman .Erano stati
entrambi ospiti del nostro centro di
accoglienza notturna per senza dimora presso
l’istituto Saveriano di Salerno. Entrambi
venuti dal loro paese, sperando in una vita
migliore, entrambi finiti senza lavoro, senza
speranze sulla strada e senza dimora.
Entrambi non mangiavano carne di maiale
ossequiosi delle norme religiose, entrambi non
rispettavano le norme sull’uso degli alcolici.
Gli alcolici che vengono tanto reclamizzati ,
che riempiono le feste dei figli di papà e le
notti della movida, ma che distruggono il
fegato e la vita di tanta gente.
E così in un afoso giorno di agosto, per futili
motivi, sempre secondo le ricostruzione delle
forze dell’ordine, nell’annebbiamento dell’alcol,
si sarebbe verificato l’omicidio. I motivi degli
scontri tra senza dimora sono sempre futili:
essi non hanno eredità da spartire, né soldi
nascosti, amori complicati.. : sono solo dei
poveri Cristi (almeno per me che sono
cristiano). E così capita che due invisibili si
scontrino per una canzone da ascoltare sul
telefonino. Si scatena la violenza senza
premeditazione e oltre l’intenzione.
Sono sicuro che Elman ha perdonato Yousef.
Ma come faccio a fare un’affermazione così
retorica e per qualcuno anche grave ?
Qualche settimana fa, sono dovuto andare
un’ora prima al centro di accoglienza notturna
perché era avvenuto un fatto grave: due dei
nostri ospiti erano stati fermati dai carabinieri
perché si erano picchiati. Li ho trovati in
silenzio che mi attendevano nella sala
d’aspetto dell’Istituto. Erano malconci, con gli
occhi gonfi per le percosse e i maglioni sporchi
di sangue. Gli ho dato un ricambio e li ho
invitati a farsi una doccia. Dopo un po’ ho
visto una scena che mi ha molto colpito: uno
dei due offriva all’altro più malconcio la
bottiglia d’acqua (li ho fotografati di nascosto).
Questo è qualcosa di più di “fare la pace”: è
non avere rancore, la solidarietà per la propria
condizione è superiore ai motivi della rissa.
Sono otto anni che frequento, d’inverno, per
un paio di ore alla settimana il centro di
accoglienza notturna.
Confesso che non ho capito molto degli ospiti.
Ho capito, però, che dietro ognuno c’è una
storia di rottura con le reti sociali, c’è molta
sofferenza e disagio non ascoltato. Mi viene
naturale sospendere ogni giudizio morale
perché il bisogno non può essere giudicato. Mi
colpisce come, nonostante gli stenti, siano così
attaccati alla vita, e come essi non entrino nel
giro della malavita organizzata.
Capisco i bisogni e la necessità di una giustizia
civile .E’ innegabile però, che qualche volta, si
provi pietà per chi non riesce a difendersi, per
quello che tu credi siano attenuanti, e che
invece nel processo diventano aggravanti.
C’ è ancora qualcuno che mi chiede, pensando
che i senza dimora possano essere violenti, se
ho paura. Rispondo sempre che ho paura di
chi li sfrutta (quante storie di persone che
hanno lavorato e non sono state pagate),di chi
è ricco e non si accorge del povero, di chi
favorisce (per dirla con papa Francesco) la
cultura dello scarto.
Claudio Condorelli
Laicato Saveriano
Febbraio 2017
– 8 –
Per nutrire la riflessione
Vi proponiamo la seconda parte della riflessione che suor Elena ha tenuto a Monticelli durante la
Convivenza Invernale.
Criterio fondamentalmente per interpretare i
segni di Dio nella nostra vita è la persona di
Gesù, Parola vivente del Padre.
Ogni discernimento spirituale, cioè secondo lo
Spirito e nello Spirito, avviene necessariamente
all’interno di una relazione personale con lui
e nella sequela di lui… Infatti, lo Spirito di
verità, senza il quale non c’è libertà e cammino
di discernimento, è stato promesso dal
Maestro ai suoi discepoli, oltre che come dono
del Padre e come Consolatore inviato da Cristo
stesso risorto, come colui che “vi insegnerà ogni
cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto” (Gv
14,26; cf. anche Gv 16,13). Per questo il
discernimento comporta, nel soggetto umano
che lo opera, intensa familiarità con Cristo…
Ma qual è il Cristo al quale bisogna fare
riferimento? Già san Paolo ricordava ai Filippesi
(Fil 2,5-11) che si tratta di rivestirsi degli
stessi sentimenti di Cristo Gesù, cioè di
assimilare interiormente la sua mentalità, il
suo modo di “sentire” e di percepire la
realtà, il suo pensiero, le sue preferenze, i
suoi gusti, in continuità non solo con quello
che lui ha detto e fatto, ma soprattutto in
continuità con quello che egli è, il Figlio di
Dio, Verbo incarnato, povero, umile e
ubbidiente fino alla croce, morto, risorto e
glorificato dal Padre. Per il discernimento è
essenziale allora il riferimento al mistero
dell’incarnazione e al mistero pasquale, al
mistero della passione, morte, resurrezione e
ascensione di Cristo.
Frequentazione della Parola di Dio
I sacramenti
Confronto con un uomo o una donna
di Dio… e che abbia perlomeno
esperienza nel cammino di fede
Le esperienze più belle di Dio personalmente le
faccio con le persone con cui condivido la storia
ed il cammino: ho la certezza che Dio in quel
momento sta passando e attraversando la vita
della persona e la mia, una presenza quasi
palpabile… negli SNODI DELLA VITA…
– SCEGLIERE implica:
- SAPER LASCIARE…
IMPARARE A SCEGLIERE
IMPARARE A SCEGLIEREIMPARARE A SCEGLIERE
IMPARARE A SCEGLIERE
quotidianamente e negli snodi importanti della nostra esistenza incontrando gli altri
Laicato Saveriano
Febbraio 2017
– 9 –
Lo stesso Gesù ci ricorda la necessità della
totalità nella scelta e nella sequela; egli in tanti
modi ribadisce che quanto più una scelta è
radicale tanto più è fonte di felicità per noi…
Questo implica un cammino di crescita nella
libertà.
Non si può non scegliere e se anche non lo
volessimo, saranno gli altri a scegliere per noi.
Le esigenze della sequela: Lc 9,57-62 :
57
Mentre camminavano per la
strada, un tale gli disse: «Ti seguirò
dovunque tu vada».
58
E Gesù gli
rispose: «Le volpi hanno le loro tane
e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il
Figlio dell’uomo non ha dove posare
il capo».
59
A un altro disse:
«Seguimi». E costui rispose:
«Signore, permettimi di andare
prima a seppellire mio padre».
60
Gli
replicò: «Lascia che i morti
seppelliscano i loro morti; tu invece
va’ e annuncia il regno di Dio».
61
Un
altro disse: «Ti seguirò, Signore;
prima però lascia che io mi congedi
da quelli di casa mia».
62
Ma Gesù gli
rispose: «Nessuno che mette mano
all’aratro e poi si volge indietro è
adatto per il regno di Dio».
La sequela di Gesù è molto rischiosa ed
esigente, tipica dei tempi di radicale
cambiamento. Gesù rifiuta la sottomissione alle
convenzioni sociali, a causa dell’annuncio del
Regno di Dio. Seguirlo vuol dire avere la strada
come casa, essere perenni pellegrini… Non
avere casa vuol dire condividere il destino del
profugo, dell’esule e del ramingo…
La parabola del tesoro nel campo e della perla
preziosa: Mt 13,44-46:
44
Il regno dei cieli è simile a un
tesoro nascosto nel campo; un uomo
lo trova e lo nasconde; poi va, pieno
di gioia, vende tutti i suoi averi e
compra quel campo.
45
Il regno dei cieli è simile anche a
un mercante che va in cerca di perle
preziose;
46
trovata una perla di
grande valore, va, vende tutti i suoi
averi e la compra.
Entrambe le brevi parabole sono un deciso
appello per IL DONO. Non basta cercare e/o
trovare, ma occorre andare oltre e mettersi in
gioco per realizzare al meglio la propria vita. Si
tratta di perdere tutto per guadagnare tutto!!
- SAPER SCRIVERE: dare una risposta
assolutamente personale/originale e
definitiva alle richieste della vita stessa;
questo può avvenire singolarmente o
comunitariamente… Ecco alcuni dei tanti
esempi che si potrebbero portare:
Alex Zanardi (ex pilota automobilistico e
campione paraolimpico)
“Quando mi svegliai dall’anestesia e sollevai il
lenzuolo mi resi conto di ciò che era accaduto al
mio corpo. Fu allora che decisi di non
concentrarmi su quello che avevo perso, ma su
quello che mi era rimasto e ringraziai Dio”
SAPER FARE STORIA: la gente della periferia
e delle CEBs che si è saputa organizzare in
movimento per ottenere l’acqua e i mezzi
pubblici; oppure per evitare l’insediamento di
una seconda area di deposito di rifiuti nella
regione in una delle più belle zone verdi della
Regione di São Paulo (abbiamo organizzato una
manifestazione con “l’abbraccio” dell’AREA
INTERESSATA).
- SAPER FARSI CARICO DEI PROBLEMI
ATTORNO A SE’, della vita e degli altri
(dinanzi all’Altro) con una decisione
consequenziale
Laicato Saveriano
Febbraio 2017
– 10 –
RESPONSABILITA’
Scegliere è dare una risposta che segna anche
il passaggio ad una fase adulta della vita che
porta ad essere fecondi e generativi.
Da un testo di Cencini:
cresce nel senso di responsabilità colui che è
capace di risposta, l’adulto che non delega la
risposta che solo lui può dare e si
compromette nel prender liberamente
posizione e assumere un atteggiamento di
fronte a qualsiasi situazione, anche quella che
sembra non lasciare alcuna via di scampo né
libertà di movimento (come lutti, malattie,
incidenti vari…), o che gli chiede un certo
prezzo da pagare.
Martini traducendo il pensiero del teologo e
filosofo gesuita Lonergan descrive così i quattro
livelli di operazione che siamo chiamati a fare
nelle scelte:
“Sii attento, sii intelligente, sii ragionevole e
infine sii responsabile… questo ultimo livello
apre alla trascendenza dell’AMORE”.
Vive in pienezza la propria
RESPONSABILITÀ colui che con la sua
risposta “obbedisce” a quel vincolo che lo
lega alla vita, agli altri, a Dio; la relazione con
Dio, gli altri, la natura e la vita che palpita
attorno a noi…. l’ambiente dentro il quale si
manifestano dei segni per cui si possono
maturare scelte ed opzioni….
“obbedisce” a quel legame che rende la sua
storia e la sua persona un DONO comunque
ricevuto, decidendo di trasformarlo in bene
donato (AMORE), o di farsi carico
responsabilmente della vita dell’altro
(Cencini).
DOMANDE:
- Fare memoria grata delle persone
incontrate nella propria vita e che hanno
contribuito nelle scelte più importanti.
- Quali difficoltà nelle nostre relazioni? E
cosa sta bloccando le nostre decisioni?
- Davanti alla realtà del mondo, alla
missione e alle sue sfide, quali risposte
singolari ed originali il Signore chiede
personalmente e come gruppo?
Laicato Saveriano
Febbraio 2017
– 11 –
ASPETTIAMO LE VOSTRE NOTIZIE E LE VOSTRE FOTO
Scrivete a: Alessandro Andreoli <caiman99@libero.it>
Elena <elenarmento@libero.it>
Laura Baioni < laurabai4@virgilio.it>
Bacheca
Prossimi incontri del laicato
- Esercizi spirituali dal 22 al 25 aprile 2017 presso la casa dei padri saveriani a Salerno
- Convivenza estiva dal 20 al 26 agosto 2017 ad Assisi
Durante questo mese di Febbraio ci ha lasciati la mamma di Giuseppina, laica saveriana di Salerno.
Le siamo vicini con la preghiera e con l’affetto in questo momento tanto triste ma allo stesso tempo
carico di speranza nella fede.
Ricordiamo che entro il 20 marzo scadono le prenotazioni per la partecipazione agli esercizi
spirituali. Affrettatevi!!!!!
Riceviamo cattive notizie dal Congo tramite Sr Giovanna che scrive: “Pregate perché in Congo le
cose non vanno… ci sono focolai un po’ dappertutto. Inoltre stanotte (24 febbraio) nella capitale
hanno attaccato una parrocchia. Il potere si sta vendicando contro la Chiesa cattolica dopo tutto
quello che i Vescovi stanno facendo per mettere d’accordo tutte le parti e perché non scoppi la
guerra civile.
Siamo nelle mani di Dio!!”
Associazione “Laici Saveriani Ad Gentes”
Organizzazione non lucrativa di utilità sociale – ONLUS
Via Fra Acquaviva, 4 – 84135 Salerno – C.F. 95073720658
Per offerte e contributi:
C/C bancario intestato a: Associazione Laici Saveriani Ad Gentes – Onlus
IBAN: IT 59 L050 1803 4000 0000 0511 600 presso Banca Popolare Etica
C/C postale n. 12182317 intestato a Banca Popolare Etica
Causale: contributo su C/C 511600/J a favore di Associazione Laici Saveriani Ad Gentes – Onlus
https://www.laicatosaveriano.it/wp-content/uploads/2017/03/Agenda_2017-02.pdf