Alcune riflessioni personali stimolate dalla nuova presenza di Gael nella comunità saveriana e nella chiesa di Salerno.
A Salerno l’arrivo di Gael uno studente della teologia dei padri saveriani, che proviene dal Camerun, ha messo come al solito in moto la curiosità per ciò che è nuovo e diverso; da parte sua Gael, in Italia da alcuni anni, può utilizzare la sua buona padronanza della lingua per costruire una interazione, con chi incontra, non solo di cuore ma anche culturale ed intellettuale.
Il giorno 14 ha reso una testimonianza durante la Veglia missionaria Diocesana che si è tenuta in una parrocchia del centro città, una bella testimonianza ben preparata e molto interessante ed anche la nostra chiesa diocesana ha dato la sua testimonianza quella sera: se si toglievano i membri della famiglia carismatica saveriana e gli amici di Gael giunti da Parma, in chiesa c’erano non più di una ventina di persone. Mentre pregavo e…vegliavo, mi chiedevo quanta fede mi serviva per credere ancora che un giorno la chiesa di Salerno riscoprirà l’urgenza e la insostituibilità della missione.
Durante la Veglia di preghiera Gael ci ha donato un tratto del suo cammino di fede, ci ha sottolineato una frase della Sacra Scrittura che per lui è stata determinante nella scelta di consacrazione: “tu sei prezioso ai miei occhi” (Isaia cap. 43). Se dovessi fare mia questa frase, potrei solo dire, per non mettere in discussione la Parola, che io sono allora un diamante molto grezzo ed anche un po’ sporco.
Il sabato 16 la sua consacrazione a Diacono in un’altra Parrocchia della città è stata una bella esperienza, anche qui non folle oceaniche e neanche da mar mediterraneo, piuttosto da laghetto artificiale. All’aperto, in un campetto sotto la scarpata della ferrovia, abbiamo partecipato al suo si alla consacrazione al ministero del diaconato. Col sottofondo dei treni che passavano, devo dire con una certa fortunata discrezione, è stato emozionante vivere questa festa di donazione e di fede; come mi accade sempre, in simili circostanze, mi chiedo ed io?
Normalmente mi succede quando vado ai matrimoni, questa volta era diverso, sentivo che mi si chiedeva conto della mia partenza, del mio essere chiamato alla missione; sento che devo ritornare a partire…. ma non è facile, sono un marinaio abbastanza esperto ma il fasciame della barca è datato e la rotta incerta per colpa mia ma anche per colpa del tempo o meglio dei tempi che viviamo.
Ma se sono prezioso ai suoi occhi, non posso vivere in modo insignificante, nulla che sia prezioso è insignificante, uffa, che guaio “cogitare”.
Alla prossima Nando Giannatasio