Domenica 23 maggio si è tenuta la tradizionale Festa dei Popoli di Desio, che quest’anno ha visto come evento unico la celebrazione dell’Eucarestia nella parrocchia di San Giovanni Battista. La S. Messa è stata celebrata da Don Gianni Cesena, parroco della parrocchia Santi Siro e Materno con tutti i Padri Missionari Saveriani della casa di Desio ed è stata abilmente animata dal coro multiculturale Alikya. È stato un momento di condivisione in presenza (finalmente!!) molto intenso…veramente L’Eucarestia è l’essenziale che ci aiuta a trovare forza e slancio per ricominciare. Qui sotto vi propongo una riflessione scritta per l’apertura della celebrazione sul tema scelto “Avere Cura”.
Avere cura della propria e dell’altrui esistenza fonda le sue radici nella relazione con sé stessi e con gli altri e risponde alle nostre più profonde pulsioni umane di bene. Pensiamo a quante parole contengono la parola “cura”: il parroco veniva definito “curato”, gli ospedali sono case di cura, così come anche nella parola che tanto oggi usiamo “si-curezza” riecheggia la semantica di questo valore e bisogno.
L’emergenza sanitaria che ci ha travolto ci ha fatto ancor più toccare con mano quanto l’avere cura si profila nei termini di una pratica, un’azione in cui le emozioni e i bisogni prendono forma. Ecco quindi che, seppur nel buio della mancata conoscenza professionale del virus, i medici e sanitari si sono presi cura delle persone colpite, i ricercatori hanno unito la loro scienza nel trovare una cura, e oggi in cui iniziamo a vedere spiragli di uscire da questa crisi, non possiamo non pensare alle cicatrici che tutto questo ha lasciato, per cui oggi a richiedere cura è l’anima delle persone che hanno perso i loro cari, di chi si trova ad affrontare difficoltà lavorative ed economiche e di chi come gli adolescenti si sono sentiti deturpati di un deturpati di un tempo prezioso della loro giovinezza.
Tutto questo non può, come uomini e donne di fede, come cristiani che in spirito missionario ci sentiamo parte dell’intera famiglia umana, lasciarci indifferenti. È tempo di sentire crescere in noi la volontà di assumersi l’impegno e la responsabilità della CURA e della CUSTODIA del mondo in cui viviamo. Come ci suggerisce Papa Francesco nel messaggio del primo giorno dell’anno, è necessario costruire “la cultura della cura come percorso di pace”, cultura della cura per debellare la cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro, oggi spesso prevalente.
Cura del bene comune, della dignità e del bene di tutti; Cura del creato, la nostra casa comune che non può essere disconnessa dalla ricerca di benessere e di pace. Cura della “carità di Cristo”, ispirazione che ci ha lasciato San Guido Maria Conforti, che spinge come forza propulsiva a far conoscere amare Cristo a tutti, finché si faccia del mondo una sola famiglia.
Oggi quindi ripartiamo da qui, dalla Festa dei Popoli, che da tanti anni ci ha riunito intorno alla casa e famiglia Saveriana e che per tanti di noi è stata ed è essa stessa una cura per la nostra fede. E, ripartiamo da noi come comunità riunita nell’Eucarestia del Signore, per essere noi stessi, fuori da qui, pane spezzato e calice condiviso. Ci guidi in questo coraggioso cammino Maria, madre di tutti i popoli e Madre di speranza, perché ci aiuti a fidarci in ogni nostro passo del Signore e a essere missionari dell’Amore che ha cura di ogni fratello.
Mariele