Leggi il PDF Agenda_2017-01
Le Parole del Padre
La Parola di Dio nostra compagna per il nuovo anno
Dagli scritti di san Guido Maria Conforti:
“ Non vi sia alcuno che sappia leggere, il quale non possegga il testo del Vangelo e non se ne delizi. In esso troveremo indirizzo sicuro in tutte le contingenze della vita, lume nei dubbi e nelle incertezze, conforto nelle afflizioni, forza nelle lotte della vita, stimolo potente alla pratica delle più elette virtù. Leggiamo il divino volume con frequenza, con umiltà di spirito, con purità di cuore ed accompagnamo la lettura con la preghiera perchè produca in noi quei salutari effetti che produce in quanti lo leggono con sentimento di fede, e Dio parlerà al nostro cuore attraverso le sante pagine. E questa lettura, se da principio potrà sembrarci poco attraente, perchè abbiamo il gusto alterato da letture di ben diversa natura, finirà poi, quando sia ben compresa, col soddisfare pienamente le esigenze della mente e del cuore e noi pure faremo nostre le parole del grande dottore di Ippona: “ le tue sacre pagine, Signore, formano le mie caste letizie”.
(…)
“Custodiamo in fondo al cuore la Parola di Dio come la terra custodisce nel suo seno il seme destinato a germogliare ed a produrre frutti, sull’esempio della Vergine Santa di cui dice il Vangelo che conservabat omnia verba haec conferens in corde suo. Allora soltanto sperimenteremo che la parola di Dio è vita, luce, forza, virtù sovrumana.
Vita di famiglia
Convivenza invernale: graditi incontri sotto l’albero!
Saranno stati il clima natalizio, l’accoglienza del gruppo parmense, saranno stati come sempre il desiderio di stare insieme fraternamente o il saluto sentito per i partenti bengalesi Patrick e Franca a colorare i giorni della convivenza invernale che quest’anno ci ha visto presenti nella casa di Monticelli – Parma. Pochi giorni ma intensi come d’abitudine: l’inizio con il momento delle lodi preparate da Rosaria e a seguire gli incontri con persone speciali che hanno arricchito e stimolato il nostro stare insieme.
Venerdì mattina è stata Elena, sorella saveriana, ad aprire le danze con una riflessione sulla scelta e la relazione frutto dell’incontro: siamo continuamente chiamati ad una scelta. Il nostro è un cammino in divenire che ci chiama a scegliere o a confermare la direzione. Per fare ciò è necessario “saper lasciare i pesi che rallentano il pellegrinaggio, saper scrivere per fare memoria, saper farsi carico dei problemi attorno a sè”. La storia del laicato e quella di ciascuno di noi dunque passa attraverso questo stile che è lo stile di Gesù: pellegrino che lascia il segno con la sua Parola e che vive la carità. La riflessione ci ha condotto poi ad un altro elemento che segue la “scelta”: la responsabilità, che è innanzitutto la “capacità di dare risposta senza delegare altri, prendendo liberamente posizione”. La mattinata è poi proseguita con domande di riflessione personale, sapientemente pensate e condivise successivamente nei gruppi: “Quale difficoltà incontriamo nelle nostre relazioni e cosa sta bloccando le nostre decisioni? Davanti alla realtà del mondo e alle sue sfide, quali risposte singolari ed originali il Signore chiede personalmente e come gruppo?”. Da come si legge non è mancato il materiale su cui lavorare!
La giornata è proseguita poi nel pomeriggio con le equipe dei continenti e con la messa presieduta da Padre Rosario e Padre Enzo. Ma quando ormai sembrava che le sorprese e gli incontri fossero conclusi la serata ci ha fatto dono di una testimonianza attorno al camino, proprio come in famiglia. A parlare e a raccontare la sua esperienza missionaria la saveriana Maria Angela Bertelli. Troppo poco qui lo spazio per sintetizzare l’esperienza umana di Maria Angela dall’Africa e alla Casa degli angeli di Bangkok. Di certo ci portiamo dentro l’incontro con una donna che sa amare e vivere il Vangelo!
Notte al caldo, per una persona in modo particolare date le sue condizioni di salute: una febbre ferma a 39 gradi per la nostra Annapaola, rinfrancata se non altro dal paziente Nino.
La mattina seguente non è stata meno interessante con la riflessione di Padre Rosario che ha aperto scenari e spazi da meditare e da condividere nella convivenza estiva. Un pensiero su tutto è il compito che ci aspetta con l’accoglienza e l’organizzazione dell’incontro internazionale con i vari gruppi di laici che si avvicinano o vivono il carisma della famiglia saveriana nel mondo. Questo ci ha permesso di ricordare anche la figura di Padre Luigi, recentemente scomparso, di cui soprattutto il Consiglio ha raccolto le intenzioni incontrandolo a Roma poche settimane prima della sua salita al Padre.
I due giorni si sono conclusi con l’assemblea e con la celebrazione della messa…poi tutti insieme per una serata al Circolo dove ci ha atteso la tipica torta fritta con gli immancabili salumi di Parma!
Tornati a casa a tarda notte, stanchi forse, ma certamente grati per il cammino che si sta compiendo.
Stefano e Serena
Si parte….
Eccomi a raccontare l’emozione vissuta nella Convivenza invernale del Laicato Saveriano (Monticelli –Parma- 5/8 gennaio 2017), per l’annuncio dell’imminente partenza di Franca e Patrick per il Bangladesh. I due sposi sono solo in attesa di conoscere la data definitiva, in relazione alla concessione dell’aspettativa che Franca deve ottenere dall’ospedale di Parma presso il quale lavora come medico.
Vorrei sottolineare la scelta particolarmente coraggiosa dei due nostri amici: Franca interpreta il ruolo di medico pubblico come una vera e propria missione, curando patologie ematologiche particolarmente delicate e complesse. Lasciare i pazienti ai quali ci si affeziona come se fossero propri familiari è sicuramente dura. Patrick, invece, ha dovuto abbondonare definitivamente il lavoro poiché il suo impiego non contempla la possibilità di aspettativa; anche questa, in tempi di forte crisi economica è una scelta sicuramente forte, sostenuta da forza d’animo e fede matura.
Una volta in Bangladesh Franca e Patrick si stabiliranno presso la Comunità di Padre Luigi Paggi, nell’area di Shyamnagar, situata al limite delle Sunderbans, intrico di foreste pluviali che si affacciano sul golfo del Bengala. Padre Luigi ormai da anni ospita un gruppo di ragazze adolescenti di etnia Munda, una tribù originaria dell’India i cui membri in Bangladesh sono considerati “fuori casta”. Padre Luigi permette a queste ragazze di studiare e sfuggire ad un destino segnato da matrimoni “obbligati” che avvengono in età molto precoce. Padre Luigi, inoltre, lavora in contesto particolarmente difficile, caratterizzato da carenza di terra coltivabile ed acqua potabile, poiché il terreno è intriso di acqua salmastra sfruttata esclusivamente per l’allevamento di gamberetti, un’attività che di fatto non offre lavoro alle comunità locali.
Oltre ad aiutare Padre Luigi nelle sue attività pastorali, Franca in particolare presterà la propria attività professionale presso un ambulatorio sorto a poca distanza dalla comunità, che attualmente non ha nessuna copertura medica. Patrick, soprattutto nelle prime fasi, aiuterà Franca ad inserirsi in una società dove le donne sono ancora discriminate e le figure professionali di elevata specializzazione ancora rare, specialmente in una realtà rurale dove la coppia andrà a stabilirsi.
Vincere le resistenze date da una cultura profondamente diversa nei confronti di una coppia “mista” e di un medico donna, rappresenterà probabilmente la fase più complicata della missione di Franca e Patrick.
Durante i weekend la coppia frequenterà la parrocchia di Satkhira, a più di 50 km di distanza, dove nel tempo ci si potrà anche inserire per collaborare alle iniziative pastorali locali.
E il laicato? Durante la celebrazione di fine convivenza nella quale P. Rosario Giannattasio ha consegnato il Crocifisso ai due partenti, tutti avevano gli occhi lucidi. Commozione, certo, ma anche la consapevolezza che ogni partenza rappresenta la linfa vitale del Laicato Saveriano. Una ventata di Spirito Santo che porta tutti noi, i nostri cuori, le nostre menti, il lavoro di animazione, le nostre famiglie, le nostre comunità parrocchiali “fino ai confini della terra”, verso uomini e donne che attendono con ansia di scoprire il volto di Cristo in chi, come Franca e Patrick, si fanno prossimo dei più piccoli della terra. Saremo con voi, una sola famiglia in Cristo.
Nino
Sardegna
Dalla Misericordia all’umanità
Riceviamo con gioia delle notizie dai laici saveriani della sardegna che non hanno potuto partecipare alla convivenza invernale ma che condividono con noi il momento che stanno vivendo e ci dicono: “noi ci siamo”. Sosteniamoci gli uni gli altri nella preghiera e nella vicinanza spirituale
Quest’anno il titolo accattivante degli incontri formativi ci ha ben disposto a riprendere il cammino. Per noi, gruppo della Sardegna, non è un momento facile, come ben sapete i padri Saveriani non vivono più a Macomer e hanno donato la loro casa alla diocesi di Alghero-Bosa, dopo 60 anni di presenza trovarsi così senza nessuno non è stato facile, abbiamo sperimentato l’Assenza…. L’assenza di un luogo dove trovarci e dove ci sentivamo accolti, l’assenza delle persone che erano davvero parte della nostra vita e delle nostre famiglie. L’anno scorso è stato un anno difficile perché abbiamo continuato a camminare nonostante ci sentissimo “soli” , i padri saveriani salgono a Macomer per una settimana al mese e in quella settimana portano avanti le loro attività, entrare in questa nuova prospettiva non è stato facile. Diciamo che andavamo agli incontri più per senso di dovere e per un impegno preso che per una crescita personale, e per questo motivo l’anno scorso è stato un anno pesante perché non siamo riusciti a crescere come gruppo, ci limitavamo ad andare all’incontro e poi a rientrare subito nelle nostre case. Quest’anno abbiamo fatto due incontri ma il clima è già cambiato, intanto il tema ci ha permesso di mettere da parte l’anno passato e riprendere con una nuova forza, per prima cosa partiamo dalla Misericordia, perdonandoci anche i torti o le mancanze che involontariamente abbiamo fatto gli uni verso gli altri, e iniziamo il nostro percorso nel riconoscerci e accettarci come esseri umani limitati e fallibili. Quest’anno anche noi ci siamo messi in viaggio come Ruth, un viaggio che ci faccia mettere da parte le nostre certezze, che ci insegni a metterci al servizio gli uni degli altri, che ci faccia allacciare nuove relazioni e alla fine del viaggio ognuno di noi possa riscoprire e rinforzare il proprio rapporto con Gesù Cristo permettendogli di entrare con forza nei nostri cuori.
Il gruppo del laicato della Sardegna è formato da: Teresa, Laura, Pina, Annalisa & Emiliano e Emmanuele , Anna & Giuseppe e Antonio, Anna & Vincenzo e Marta, Antonietta & Pasquale e Marta ed Adele, P. Gianni Zampini.
Teniamoci uniti nella preghiera e buon cammino a tutti
Anna Cherchi
www.laicatosaveriano.it
Accade già ad inizio di questo nuovo anno quello che sembrava lontano….riparte il nostro sito con l’impegno di Claudio e i consigli emersi da tutti noi durante la Convivenza estiva. Ecco qualche dritta per comprendere la struttura del sito ed il suo utilizzo. Utilizziamolo e facciamolo conoscere.
Non mi piace parlare di “nuovo sito” del laicato saveriano in quanto il nostro URL (cioè l’indirizzo sul web) è presente immutato fin dal 2006. Si potrebbe fare una storia dei cambiamenti del nostro sito, ma dopo sondaggi e analisi di mercato ho scoperto che interesserebbe solo me.
Una piccola premessa per comprendere come si colloca il sito nelle nostre strategie comunicative: in fondo siamo un piccolo gruppo (in Italia), meno di 100 persone. Ci sono gruppi parrocchiali più grandi dell’intera nostra presenza italiana. Eppure a livello locale e al livello nazionale ci sembra di avere un posto più grande di quello che ci aspetteremmo dai numeri. Secondo me, gli elementi fondanti della nostra comunicazione sono due : le cose che facciamo e quindi le relazioni che intrecciamo, ma soprattutto il nostro nome : Laicato Saveriano.
Il fatto di essere laici e di far parte di una famiglia “storica” della Missione e della Chiesa ci favorisce non poco nella nostra capacità comunicativa. La nostra presenza nel web ( il sito e nei social media) è il tentativo di essere uno specchio di questa realtà.
Il sito, così come si presenta ora, ha tentato di rispondere alle nuove esigenze comunicative del web che posso riassumere (per il momento )in due elementi principali : l’adeguamento agli standard dei terminali con cui oramai si accede ai siti (cioè lo smartphone in luogo del PC) e la consapevolezza che chi “ci arriva“per la prima volta tende a rimanere pochi secondi. Una grafica quindi che evidenzia la/le notizie principali e gli articoli principali.
Questa nuova impostazione del sito ci permetterà di avere delle statistiche sul suo utilizzo, anche sei nei tempi brevi non sarà semplice comprendere le implicazioni dei dati che arriveranno.
Il sito, in ogni caso, ancora di più che nelle precedenti versioni, può essere utile al singolo laico saveriano e ai gruppi:
- Lo strumento di ricerca interno permette certamente di cercare articoli già letti, ma anche quelli non evidenziati nei menu: così se cercate la parola ONLUS, oppure Statuto, potrete scaricare lo Statuto della nostra ONLUS, o se ricordate che Nino ha scritto un articolo e non sapete in quale voce trovarlo ….
- Le sette voci principali del menu (cioè quelle immediatamente visibili nella HOME) che danno il senso di quello che siamo e facciamo sono corredate ognuna da una foto significativa ( e qui vi prego di aiutarmi inviandone altre) e da un commento. Una sorta di presentazione di cosa siamo o, se preferite, presentazioni delle nostre singole attività
- Tra le voci principali del menu ho inserito – PREGHIERA E MEDITAZIONI – che non ho visto presente in altri siti missionari e/o religiosi. Il motivo probabilmente è che la preghiera ha (anche in internet) altri luoghi. Io ho ritenuto opportuno inserirla non solo come testimonianza ma anche come strumento: quante volte ci siamo trovati a non saper dove cercare le preghiere saveriane ? E quella a San Guido Maria Conforti? E vi ricordate le preghiere per chi è partito? Oppure un rosario missionario ….
Ritornando alle novità sulla struttura dei menu, la voce I PROGETTI ha ampliato quella che già esisteva come EQUO_SOLIDALE e andrà ad integrarsi con SOSTIENICI. In questi menu ci sono i “cataloghi” dei nostri oggetti e gli articoli sui “progetti” che troviamo anche in altre sezioni. Il motivo è legato al fatto che quando chiediamo di sostenerci economicamente possiamo anche indicare un luogo dove sono elencate le cose per cui chiediamo il sostegno e quelle già realizzate (in tal senso chiedo a tutti, e in particolare ai responsabili delle aree geografiche, di inviarmi anche i vecchi progetti già realizzati indicandone gli anni). Come dicevo stiamo progettando un’ipotesi di legare la pagina dei progetti con quella del “sostienici” anche attraverso formule di pagamento semplificate (PAYPAL e carte di credito) dove poter indicare la causale della donazione.
Altra novità rilevante è la struttura dell’articolo che può essere, tra l’altro, multilingue.
Lo stesso articolo può essere associato a più menu ma anche a nessun menu (solo news) o categorie non immediatamente visibili. I vantaggi di questa caratteristica con un po’ di attenzione potete già vederli.
Ci sarebbero altre cose da dire, ma non sarebbe più un articolo ma un manuale.
Vorrei solo aggiungere alcuni quesiti sulla gestione:
- da qualche anno il sito nelle news (che sono poi gli articoli che si rinnovano) si serve degli articoli di Agenda. Presto avremo il collegamento diretto con i blog (per esempio quella della mostra interculturale), già c’è quello con il nostro account di facebook. Tutto ciò è sufficiente? Ci soddisfa?
- Su Facebook (ma anche su twitter) spesso appaiono interventi ed articoli di altri (raramente di noi) che condividiamo ma che troppo velocemente scompaiono.
- Potrebbero trovare uno spazio che dia una possibilità reale di fruizione nel nostro sito visto che oggi è possibile non incasellarli ad una voce di menu?
- Abbiamo visto in passato che citando altri si è spesso conosciuti (il meccanismo è chi è citato attraverso gli strumenti di analisi lo viene a sapere). Questa cosa ci interessa?
- Siamo interessati all’uso del sito sia come fruitori individuali, sia nell’animazione di gruppo e quindi anche nella creazione di una funzione di archivio?
Claudio Condorelli
Salerno
Grazie Padre Nazareno
Su Agenda vogliamo lasciare un breve ed affettuoso saluto a P. Nazareno che lascia la casa di Salerno dopo “tanti” anni e va a Desio, se avessimo lasciato scrivere i nostri cuori avremmo fatto di sicuro un numero monotematico.
Attraversando i corridoi della casa saveriana di Salerno non era difficile ascoltare una sonora risata che accompagnava il nostro arrivo. Era il saluto gioioso di padre Nazareno Corradini che aveva il dono di farci sentire sempre i benvenuti. Da qualche giorno padre Nazareno continua la sua missionaria e la sua azione pastorale presso la casa saveriana di Desio. Noi laici lo ringraziamo per quanto ci ha donato in questi anni di amicizia e condivisione: non soltanto l’allegria accogliente, ma la sua esperienza pastorale, il suo puntuale contributo culturale che in maniera discreta condivideva nella preparazione delle mostre interculturali.
Il saluto, semplice e discreto secondo il suo desiderio, è stato festoso all’insegna della giocosa ironia sulla sua squadra del cuore: la Juventus. Come piccolo dono una felpa con lo stemma della sua squadra del cuore e sul retro il suo nome come i grandi calciatori che scendono in campo. E davvero noi gli auguriamo che a Desio scenda in campo facendo ancora numerosi gol.
Caro padre Nazareno, con il tuo esempio ci hai testimoniato la frase paolina (2 cor 9,7) che recita “il Signore ama chi dona con gioia” e noi speriamo di realizzarla nel quotidiano, soprattutto nelle giornate più faticose e difficili.
Mirella
Per nutrire la riflessione
Continua il percorso formativo di noi Laici Saveriani in questo nuovo anno sociale. A Monticelli durante la Convivenza Invernale altra tappa: “Imparare a scegliere”. Un grazie alla sorella saveriana Elena che ci ha affascinato con una relazione interessante e coinvolgente.
Introduzione
Vorrei spiegare in due parole il metodo che userò, il quale già dice rispetto al contenuto che vorrei trasmettere oggi.
Utilizzerò un breve video e un racconto durante l’esposizione della mia riflessione, perché le immagini e i suoni sono evocativi e non parlano solo alla nostra testa ma anche al cuore e ai sentimenti.
Infatti più l’ascolto è appassionante e è capace di coinvolgere anche i nostri affetti, più il contenuto è assimilato…
Cercherò anche di interagire con il gruppo per evitare che qualcuno cada dalla sedia per il sonno…
Lo stesso si dica nelle scelte: tanto più ci coinvolgono in tutte le nostre dimensioni (volitiva, spirituale, intellettiva e affettiva…) più sono profonde e durature nel tempo…
Forse troppo spesso ci preoccupiamo di comunicare concetti e nozioni parlando solo a una parte delle nostre persone… la testa!
A voi lascio l’imbarazzo di pensare a quali possano essere gli snodi… che sempre ci sono…
nella certezza che, come dice Cora Coralina, l’importante è decidere!
“Mesmo quando tudo parece desabar, cabe a mim decidir entre rir ou chorar, ir ou ficar, desistir ou lutar; porque descobri, no caminho incerto da vida, que o mais importante é o decidir.”
Cora Coralina, (una delle più grandi scrittrici brasiliane del XX secolo).
Anche quando tutto sembra crollare, spetta a me decidere tra ridere o piagere, andare o restare, abbadonare o combattere perché ho scoperto, nel cammino incerto della vita, che la cosa piú importate é decidere.
- Lettura della storiella (il Quarto Re Magio)
IL QUARTO RE MAGIO[1].
Nella lontana città persiana di Ectabana, in un grande palazzo, un tempo viveva un saggio studioso delle stelle chiamato Artaban. Era molto sapiente e un giorno invitò al suo palazzo alcuni Magi per un importante annuncio. Li ricevette nel suo giardino pieno di fiori e di frutti, sotto un cielo stellato. Dopo averli salutati disse loro: “Amici, ho trovato antiche pergamene che parlano della nascita in Palestina di un re che porterà amore e speranza nel mondo. Ho interpretato i segni con Gaspare, Melchiorre e Baldassarre che sono tre grandi saggi. Io andrò a visitare il nuovo re insieme a loro, portandogli in dono quattro pietre preziose: un’acquamarina, uno zaffiro, un rubino ed una perla che ho comprato dopo aver venduto tutti i miei beni! Viaggerò con i tre Magi, essi mi aspettano a Babilonia. Venite con me ad adorare il nuovo Re…affrettiamoci!” Nessuno dei suoi amici saggi però volle partire con lui che rimase triste e deluso.
In cielo però vide una scintilla azzurra e quindi decise di partire da solo.
Il giorno dopo, all’alba, partì col suo fido destriero Vasda! Attraversò fiumi e torrenti sotto la luna, montagne sotto il sole cocente, fertili campi e giardini costeggiati da torrenti. Il giorno dopo, attraversando un deserto, trovò un’oasi e venne richiamato dietro una palma da un grido di sofferenza. Trovò lì un ferito molto grave e si fermò a curarlo anche se sapeva che, così facendo, i suoi tre amici Magi sarebbero probabilmente partiti da Babilonia senza di lui. Artaban, caricatosi l’infelice sulle spalle, lo adagiò sotto una palma, gli bagnò le labbra riarse, lo ristorò e il moribondo dopo qualche tempo aprì gli occhi. «Voglia il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe ricompensarti – disse – faccia prosperare il tuo viaggio fino a Betlemme, perché è lì che deve nascere il Messia, che tu vai cercando».
Artaban si rimise in cammino verso la mezzanotte… e alle prime luci dell’undicesimo giorno entrò in Babilonia, ma non trovò i compagni. Essi avevano atteso 10 giorni, poi erano partiti lasciandogli un messaggio: «T’abbiamo aspettato sino alla mezzanotte…, seguici attraverso il deserto».
Artaban, allora, vendette l’acquamarina, appaltò una carovana e riprese il viaggio affrontando i pericoli e i disagi del deserto.
Giunse a Betlemme dopo tre giorni: i suoi compagni avevano già deposto ai piedi del Re l’oro, l’incenso e la mirra… ed erano ripartiti per un’altra via.
La città era piena dei soldati del Re Erode. All’improvviso udì il pianto di un bambino provenire da una casa: c’era una giovane madre disperata perché Erode aveva ordinato di uccidere tutti i bambini primogeniti maschi. Appena vide Artaban lo implorò: “Ti prego, salva il mio bambino!”. Artaban subito si mise davanti alla porta di casa e fermò il soldato che stava per entrare dicendogli: “Ti darò questo zaffiro se non entrerai in questa casa!”. Il soldato affascinato dalla grandezza della pietra la prese e se ne andò senza toccare il piccolo! Così anche il secondo dono che Artaban voleva portare al Re era perso. La donna ringraziò con tutto il suo cuore Artaban e gli disse: “A Betlemme è nato un bambino a cui i Re Magi hanno portato ricchi doni. Ora quella famiglia è dovuta fuggire e nessuno, purtroppo, sa dove sono andati! Forse in Egitto!”.
Artaban deluso e triste riprese il suo viaggio e la sua ricerca. Si diresse allora verso Ebron alla volta dell’Egitto. Egli sperava di raggiungere la Sacra Famiglia nelle oasi del deserto, sotto le palme o i sicomori, ma invano. Si spinse fino a Elaiopoli e a Menfi; percorse le rive fiorite dei Nilo, si aggirò tra le Piramidi dei Faraoni, all’ombra della sfinge; ma le sue ricerche non approdarono a nulla.
Scoraggiato e deluso tornò in Palestina nella speranza di poterli trovare. Dopo alcuni anni di peregrinazioni si rivolse ad un rabbino perché gli indicasse in quali paraggi avrebbe potuto incontrare il Messia. Il rabbino, preso un papiro, lesse: «Il Messia conviene cercarlo tra i poveri, tra gli umili, tra i sofferenti e gli oppressi».
A tali parole, Artaban vendette il rubino e si diede a nutrire gli affamati, a rivestire gli ignudi, a curare gli infermi, a visitare i carcerati. Passarono così trentatré anni da quando era partito in cerca della «Vera Luce». I suoi capelli, allora di un bel nero lucido, si erano fatti bianchi. Lacero ed esausto, ma tuttora in cerca del Re, era tornato per l’ultima volta a Gerusalemme nel periodo della Pasqua.
La città santa brulicava di gente, venuta dalle terre più lontane alla festa del Tempio. Era il venerdì della Parasceve… e nella folla si notava un’agitazione particolare. Egli, imbattutosi in un gruppo, domandò la causa del tumulto e dove andavano tutti. «Noi andiamo – risposero – al luogo dei Teschio fuori le mura, dove c’è la crocifissione di due malfattori e di un altro chiamato Gesù di Nazareth, il quale ha fatto molte opere prodigiose in mezzo al popolo ed ora è messo a morte perché si dice Figlio di Dio e Re dei Giudei».
Artaban pensò fra sé: «Non potrebbe essere quel Gesù, nato a Betlemme trentatré anni fa? Che abbia trovato finalmente il mio Re nelle mani dei suoi nemici? Arriverò in tempo almeno per offrire la mia perla per il suo riscatto, prima che Egli muoia?».
Così il buon vecchio seguì la moltitudine, quando, lungo la salita, una fanciulla di Ectabana, riconosciutolo dal costume per suo connazionale, gli si avvicinò scongiurandolo in ginocchio: «Per amore del Dio della Purezza, abbi pietà di me; sono una misera schiava della tua stessa fede; salvami, ridandomi la libertà».
Il vecchio, non possedendo che un’unica perla, la consegnò alla sventurata concittadina per il suo riscatto.
Improvvisamente si udì un boato; la terra sussultò; il cielo si oscurò; le mura delle case si spalancarono e crollarono; nuvole di polvere riempirono l’aria; soldati e popolo fuggirono terrorizzati.
Artaban e la fanciulla si rifugiarono sotto i loggiati del Pretorio. Una nuova scossa di terremoto, più violenta, fece cadere una pietra contro le tempie di Artaban, che traballando pallido, cadde esanime.
La ragazza lo sostenne con le sue braccia, mentre il sangue scorreva a rivoli dalla ferita. Non era morto: lo sentiva pronunziare queste estreme parole: «Non così o mio Signore… quando mai ti vidi affamato e ti nutrii? Assetato e ti porsi da bere? Quando mai ti vidi forestiero e ti ospitai? In carcere e ti visitai? Nudo e ti rivestii? Per ben trentatré anni ti ho cercato ansiosamente, ma non ho mai avuto la soddisfazione di poter contemplare il tuo volto, né di renderti il minimo servizio, o mio dolce Re!».
Artaban cessò di parlare. Ma un’altra voce si fece udire a suo conforto: «In verità in verità ti dico, che ogni volta che tu hai fatto ciò ai tuoi simili, ai miei fratelli, tu l’hai fatto a me». Un grande respiro di sollievo gli uscì dalle labbra. Egli aveva finito il suo lungo viaggio. I suoi doni erano stati veramente graditi. Artaban, il quarto dei Magi aveva finalmente trovato il Re.
Ripresa della riflessione
La vita è fatta di INCONTRI che segnano la nostra vita e la direzionano, arrivando anche a cambiarne la traiettoria… sapienza è saper cogliere in loro quale invito ci viene da Dio: cosa il Signore ci dice tramite loro e dove ci vuole condurre?
Ci sono persone significative per noi che contribuiscono alla costruzione di ciò che siamo, in primo luogo i genitori e poi altri e altre che incontriamo lungo il cammino e che lasciano qualcosa di loro in noi…
Gli altri funzionano da specchio di ciò che appaiamo e ci rivelano ciò che siamo, aiutano a far emergere quei lati di noi oscuri anche a noi stessi. Questo si evidenzia anche nel racconto del quarto magio: i magi gli mandavano dei messaggi che a sua volta il quarto magio codificava e metteva nella sua bisaccia per rifare nuovamente nuove scelte e rivisitare la sua rotta.
Questo avviene anche per Gesù: Gesù incontra la cananea (Mc 7,24-30):
24Partito di là, andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. 25Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. 26Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. 27Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». 28Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». 29Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia». 30Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato.
Quest’episodio ci mostra la bellezza e la profondità dell’Incarnazione: mostra come anche Gesù possa cambiare idea e lasciarsi convertire dall’incontro con questa donna… e che donna! Una donna pagana, ai margini, siro-fenicia… Una donna ardita e coraggiosa… la quale non prende di petto Gesù, lo chiama Signore, ma, a partire dall’immagine stessa che lui usa, lo induce ad un cambiamento di prospettiva… allargandone gli orizzonti!!!
Gesù rimane impressionato e fa per lei, immediatamente, quanto implorato.
Allo stesso modo ci sono anche per noi situazioni che ci cambiamo e permettono di far emergere in noi aspetti assopiti e che non avremmo opportunità di conoscere se non vi ci fossimo trovati: per esempio per me l’esperienza del Brasile e soprattutto della periferia di San Paolo mi ha permesso di scoprire una fede “pé no chão”, cioè ben incarnata e ben piantata coi piedi per terra… inserita nei problemi delle persone; il Brasile mi ha fatto scoprire l’importanza della “corporeità” nella relazione, secondo le regole culturali di quel mondo.. il valore della danza e della festa, come anche la gestualità nella liturgia… cose che ho ritrovato in me.
Quante volte tra la gente semplice della periferia ho pensato come Rut (Rut 1,16-17):
Il tuo popolo sarà il mio popolo e il tuo Dio sarà il mio Dio. 17Dove morirai tu, morirò anch’io e lì sarò sepolta
A mia madre in visita nel 2007 dicevo: rimarrei qui per sempre… e Morro Doce mi sembrava il luogo più bello del mondo… nonostante i suoi contrasti e le ingiustizie perpetrate da politici iniqui e corrotti.
E’ importante saper leggere i SEGNI per scegliere e prendere una decisione (DISCERNIMENTO) > CAPACITA’ DI LEGGERE (ascolto obbediente = ob audiens) per cogliere la domanda rivolta da ogni evento della vita (appelli)
Dio comunica con me con segni particolari, propri per me, non solo con segni che sono comuni per tutti gli uomini e per tutti i cristiani. Ci sono segni esterni: fatti e segni dei tempi; e ci sono segni interni o interiori: emozioni, pensieri e affetti. Questi segni sono come voci, come parole espresse in un linguaggio particolare. Dio ci parla attraverso fatti, persone, la stessa Parola di Dio e anche i nostri sentimenti e intuizioni. Le consonanti e le vocali di questo particolare linguaggio di Dio sono appunto questi segni esterni o interni (la sua azione su di noi e nella nostra storia attorno a noi); la grammatica e la sintassi sono date dal collegamento e dall’ordine tra questi fatti e azioni medesime. Bisogna saperli interpretare. Un po’ come i Magi che interpretano i segni del cielo: la congiuntura di pianeti e stella… e ne decifrano il messaggio.
E la stella guida il loro DESIDERIO…
Bacheca
Passaggio del testimone in Agenda
Otto anni non sono pochi per chi, come me, ha dato vita con tre splendidi compagni di viaggio, Alessandro e Papo al quale è succeduta Laura, alla pubblicazione di Agenda.
Pochi fogli per raccontarci l’esperienza del laicato e per comunicarla ai tanti amici che la leggono. Un servizio svolto con costanza per circa 90 numeri che mi hanno abituata a riflettere sulle nostre esperienze e sulle nostre vite. Tanta gratitudine a tutti i laici che mi hanno concesso questa opportunità e un po’ di stanchezza che mi hanno spinta a chiedere il passaggio del testimone. Porgo i miei auguri alla nuova redazione che vede in prima linea Elena. Da subito ringrazio la nuova redazione per quanto farà e con gioia mi accingo alla lettura a sorpresa degli articoli pubblicati senza averli già letti in bozza.
Mirella
Prossimi incontri del laicato
- Esercizi spirituali dal 22 al 25 aprile 2017 presso la casa dei padri saveriani a Salerno
- Convivenza estiva dal 20 al 26 agosto 2017 ad Assisi
Associazione “Laici Saveriani Ad Gentes”
Organizzazione non lucrativa di utilità sociale – ONLUS
Via Fra Acquaviva, 4 – 84135 Salerno – C.F. 95073720658
Per offerte e contributi:
C/C bancario intestato a: Associazione Laici Saveriani Ad Gentes – Onlus
IBAN: IT 59 L050 1803 4000 0000 0511 600 presso Banca Popolare Etica
C/C postale n. 12182317 intestato a Banca Popolare Etica
Causale: contributo su C/C 511600/J a favore di Associazione Laici Saveriani Ad Gentes – Onlus
[1] La storia è liberamente tratta da un libro scritto nel 1896 da Henry Van Dyke, scrittore americano di origine irlandese.