Il 21 ottobre, in occasione della veglia per la giornata missionaria mondiale, il vescovo di Parma ha consegnato il crocifisso ai nostri laici partenti, Franca e Patrick. I laici del gruppo di Parma presenti in Duomo ci raccontano…
Venerdì 21 ottobre nella Cattedrale di Parma si è svolta la consueta veglia missionaria durante la quale il nostro vescovo Enrico ha consegnato il crocifisso a cinque partenti tra cui i nostri Franca e Patrick.
Ho personalmente fatto parte degli organizzatori della veglia in qualità di membro del CMD di Parma e ora provo a raccontarvi un po’ com’è andata.
Il tema: nel nome della Misericordia.
Se è in nome della misericordia che missionari e missionarie vengono inviati nelle periferie del mondo perché tutti scoprano “Dio ricco di misericordia” (cfr. Ef2,4) e a tutti “possa giungere il balsamo della misericordia come segno del regno di Dio già presente in mezzo a noi” (MV, 5); è questa scoperta che Dio ci ama che ha caratterizzato la preparazione e lo svolgimento della veglia.
Una grande festa, la festa della missione, la festa di Cristo che ci rende missionari. Una veglia particolare quest’anno, connotata dalla collaborazione del CMD con la Pastorale universitaria e dalla presenza di tanti giovani. La veglia, infatti, è stato il momento conclusivo e celebrazione giubilare della missione universitaria “Occhi nuovi per vedere la bellezza”.
I segni.
In Battistero: è cominciata qui la veglia, raccolti attorno al fonte battesimale. Dopo il Vescovo, ognuno di noi ha bagnato al fonte le proprie palpebre perchè il Signore potesse donarci uno sguardo nuovo e ci ha preparasse all’attraversamento della Porta Santa per sperimentare la bontà e il perdono del Padre e poter, così, annunciare a tutti gli uomini che eterna è la sua misericordia.
Occhi nuovi: con questo nuovo sguardo e questo nuovo cuore abbiamo riempito la Cattedrale. Il duomo era allestito con i colori dei cinque continenti, a mostrare l’universalità di Cristo e della missione; la scalinata del duomo man mano andava riempiendosi di bandiere, portate da tanti giovani, a ricordarci che il Signore è per tutti, per tutti i popoli. Per le bandiere abbiamo pensato che insieme ai giovani (che in gruppi da cinque dopo ogni lettura di brani dell’Evangelii Gaudium e di Santa Teresa di Calcutta si sono alternati percorrendo la navata e sistemando le bandiere) ci fossero anche i partenti a portare la bandiera del paese ospitante poiché il popolo presso il quale andranno diventerà il loro popolo.
Le testimonianze: giovani partiti per il Brasile, per l’Albania, per il Camerun. Esperienze diverse, ma accomunate dallo sperimentare che donarsi è ricevere; se, imitando Cristo, ci doniamo agli altri inevitabilmente questo dono produce altro dono in maniera contagiosa.
Il mandato: oltre i nostri Biswas a ricevere il crocifisso sono stati un altro laico della diocesi (Alessandro Calidoni in partenza per il Brasile) e due consacrate (Gemma D’Achille delle sorelle saveriane e Stefania Melegari della Comunità di Villaregia) in partenza rispettivamente per il Messico e per Porto Rico.
Il Crocifisso perché, come ci insegna S. Guido Maria Conforti, “tutti gli insegnamenti contenuti nel Vangelo sono compendiati nel Crocefisso. […] Per questo al Missionario che parte ad annunciare la Buona Novella non viene fornita altra arma all’infuori del Crocefisso,perché esso possiede la potenza di Dio.”
La famiglia Severiana: eravamo tutti lì. Giovanna ha letto e Milly ha ballato durante la processione alla Parola. Il coro era quello saveriano. C’erano molti padri e molte sorelle. Per noi è stato emozionante e coinvolgente, ci siamo sentiti mandati anche noi. E a dir la verità ci siamo sentiti anche orgogliosi di questa partenza che sta andando in porto.
La veglia missionaria di quest’anno, pertanto, è stato un gran bel momento di preghiera e di Chiesa e ci ha mostrato, nei suoi vari momenti, cosa vuol dire essere missionario.
Tutti siamo chiamati ad essere missionari e uscire per le strade nelle periferie del mondo; un mondo un po’ più lontano come il Brasile, il Bangladesh, il Messico o il Porto Rico, ma anche un mondo un po’ più vicino come la nostra città e come ci ha dimostrato la missione universitaria*. L’amore di Cristo ci spinge e ci coinvolge e quando veniamo contagiati da questo amore non possiamo tacerlo.
Maria Rosaria Virgallita