forum Europeo: Dialogo e speranza per l’Europa di oggi

L’8 e il 9 novembre Parma ha ospitato il primo Forum Europeo dei Saveriani, un evento che ha riunito padri, sorelle e laici provenienti da Italia, Spagna, Francia e Scozia. Per il laicato erano presenti Roberta, Paolo e Beatrice.

Da tempo si cercava di riunire il mondo saveriano europeo per condividere esperienze di annuncio e riflettere sulle sfide culturali e spirituali dell’Europa di oggi. La pandemia aveva interrotto i lavori, che ora sono ripresi. Il taglio dato a questo primo incontro è stato esperienziale: la prima giornata, infatti, ha visto la testimonianza di diverse persone provenienti da varie parti d’Europa.

 

Francesca e Stefano, nostre vecchie conoscenze che vivono con Paolo e Giovanna nella fraternità del laicato di Parma, hanno condiviso la loro esperienza di vita comunitaria e accoglienza, offrendo poi una loro lettura del contesto europeo. Il principale problema culturale che vedono è l’individualismo, che mette al centro l’autonomia e l’autosufficienza dell’individuo, generando isolamento e ostacolando le relazioni e la generatività. I valori storici europei sono percepiti come astratti e inattivi, non più capaci di ispirare la vita.

Dalla prospettiva religiosa emerge un rischio di superficialità: credere che la fede sia “automatica” perché parte del patrimonio culturale, mentre manca un’esperienza autentica e trasformativa dell’incontro con Dio. La prima sfida, hanno sottolineato, non è “parlare” di Dio, ma incontrarlo, vivendo un rapporto profondo e visibile che si traduca in relazioni fraterne e di comunione

Proporre allora comunità fraterne può essere una chiave per un nuovo approccio a Dio.

Pierre Emalieu, saveriano camerunese, ha portato la sua testimonianza dalla Francia, dove vive un’esperienza di missione in un contesto secolarizzato e plurale. Ha sottolineato come la crescente affermazione di una libertà individualista e l’indebolimento dei legami con il passato europeo pongano nuove sfide alla Chiesa, chiamata a dialogare con credenti e non credenti in una società sempre più diversificata. Ha descritto anche le difficoltà di esprimere pubblicamente la fede, specie tra i cristiani occidentali, e il contrasto con i credenti musulmani, per i quali religione e vita sociale sono strettamente intrecciate.

Hugh Foy, dalla Scozia, ha raccontato l’impegno saveriano nel dialogo interreligioso, nella giustizia sociale e nella lotta contro la povertà. Ha messo in evidenza la necessità di una Chiesa che, consapevole delle sue ferite – come la crisi degli abusi – si apra con umiltà e misericordia al dialogo e alla collaborazione. La sua esperienza nel contesto post-cristiano scozzese dimostra come il carisma saveriano possa contribuire al bene comune, anche attraverso progetti innovativi come il programma di spiritualità nelle carceri, che promuove il dialogo tra detenuti di diverse religioni. E qui ci siamo sentite davvero in comunione pensando al progetto del laicato nel carcere di Salerno!

Temirkhon Temirzoda, musulmano residente in Spagna e direttore di Arco Forum, associazione no-profit che dal 2013 promuove la cooperazione, la convivenza e lo sviluppo interculturale e interreligioso, ha presentato il suo impegno nella promozione della convivenza e dello sviluppo interculturale in Spagna. Ha illustrato i suoi tentativi, attraverso varie iniziative, di costruire ponti tra comunità diverse.Il forum ha offerto molteplici spunti di riflessione, soprattutto attraverso i lavori di gruppo che hanno riletto gli stimoli dati durante gli interventi. Il secondo giorno l’equipe formativa, guidata da padre Paolo Tovo e composta da vari componenti della famiglia carismatica, si è incontrata per fare il punto della situazione e decidere come procedere.

Nei prossimi mesi ci saranno nuovi incontri, ma il desiderio è di continuare con questa modalità, offrendo simposi culturali che aiutino il mondo saveriano – e non solo – a riflettere sulle sfide della missione in Europa.

Preghiamo perché la famiglia saveriana possa essere sempre più segno di comunione in Europa: le sfide sono tante, ma altrettante sono le opportunità per costruire, insieme, percorsi di speranza.

 

Roberta Brasili

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