Il viaggio a Goma 24/02 – 17/03/2022 e la nostra presenza

Laici Saveriani a Goma
vulcano Nyragongo
Vulcano Nyragongo

Goma 13.03.2022

Appena scendiamo dall’aereo ciò che indossiamo non è più adatto e pure i nostri criteri e modalità di valutazione delle cose e di quanto accade.

Qui tutto è cosi diverso e contraddittorio. Eppure possiamo dire che l’Africa ci accoglie sempre.

A Goma, città capoluogo del Nord Kivu, una delle 26 province della Repubblica Democratica del Congo poco più a sud dell’equatore ci accoglie il caldo anche se siamo a 1500 m di altitudine e  nella stagione delle piogge perciò il grigio delle nubi in cielo sì unisce al nero del suolo di pietra lavica per la presenza del vulcano Nyragongo che domina la città. Poi fa la differenza il colore della pelle quando ritiriamo i bagagli, ci sottoponiamo ai tamponi e compiliamo tanti moduli per l’entrata in Congo.  Anche chi ci aspetta ci riserva una calorosa accoglienza, carica le valigie in una jeep e in un’altra saliamo noi. Siamo in cinque: Paolo, Giovanna, Angela (laici missionari saveriani italiani),  Raffaella e Maria Rita, le sorelle di Giovanna, anche loro spesso a Goma in rappresentanza di un’associazione di Parma “Con loro e per loro”.

E ci immergiamo nel traffico della strada principale della città. Ma dire traffico è improprio. Meglio dire caos pieno di rumori e insidie, eppure caos “buono” in quanto generato dalla necessità di vita di una marea di gente che cammina a piedi, si muove in bicicletta, a bordo di moto, di auto, jeep, bus, camion. In questo via vai con sensi di marcia non sempre ben identificabili c’è anche chi spinge il cykudu in legno (mezzo di trasporto tradizionale) anch’esso carico fino all’inverosimile. Invece ai bordi della strada (dicasi marciapiede) la gente si mescola ai manichini davanti ai piccoli negozi in legno. Chi resta fermo accanto alla sua mercanzia esposta su banchetti e per terra (frutta, cereali, verdure, ortaggi e scarpe, abiti…) sono le donne che vendono, mamme che quando si mettono in cammino sorreggono oltre al peso della merce sulla testa, il peso del più piccolo sul dorso.

E fino a qui niente di nuovo. Siamo in Africa! Anche a Goma con il piccolo mercato si sopravvive pur nell’abbondanza dei suoi prodotti agricoli che arrivano dalle zone interne e che le mamme acquistano per rivenderli al dettaglio. Ma il loro piccolo guadagno e quello dei papà che con pochi mezzi e tanto ingegno realizzano oggetti in legno e ferro, non basta per sfamare i loro figli. Perciò nonostante la terra fertile e il sottosuolo ancora più ricco il problema della mancanza del cibo quotidiano rimane per la maggior parte dei suoi abitanti (circa mezzo milione).

Quanti incontri in questi giorni!! Siamo ritornati finalmente e tanti vengono a salutarci. Esprimono con un sorriso e con uno sguardo confidenziale la gioia di rivederci. E questo è quanto di più bello possiamo ricevere, ci dà sicurezza e ci fa sentire a casa. Anche noi sorridiamo e come sempre rimaniamo meravigliati della loro capacità di sopravvivere in una situazione che non accenna a cambiare. 

Di nuovo notiamo il rincaro dei prezzi, tante più casette e piccoli negozi in legno incastonati tra le pietre della lava, ci confortano alcuni punti di distribuzione dell’acqua della Régis des eaux (Compagnia che distribuisce l’acqua del lago) e l’asfalto su un tratto di strada che, dall’incrocio di Ndosho, conduce alla nostra casa (casa dei laici saveriani) vicino alla casa dei padri e alla grande chiesa costruita ad arte non tanti anni fa dai padri con materiali locali (pietra lavica, mattoni in argilla, ferro) insieme ai locali dove si svolgono le mille attività della parrocchia con la generosa collaborazione di tanti laici. 

Tra questi ci sono i laici missionari saveriani di Goma che grazie a padre Umberto e alla presenza a Ndosho di Paolo e Giovanna nel 2004, pur se in pochi, hanno iniziato il loro cammino  di formazione. In questi giorni quando li abbiamo incontrati, coinvolti tutti da Stany, che mantiene i contatti con i laici missionari saveriani italiani, erano in tanti, circa 25 tra donne, uomini e più bambini. Ci siamo raccontati, abbiamo riflettuto insieme sull’adesione al nostro carisma (Fare del mondo una sola famiglia in Cristo), ci siamo confrontati su quanto insieme possiamo fare tra mille necessità. E’ stata ribadita l’attenzione e l’accompagnamento ai malati epilettici, tra i più vulnerabili della popolazione che spesso oltre che malati vivono situazioni di esclusione in famiglia e nel conteso sociale. Qui l’epilessia rimane una malattia molto diffusa legata non tanto a cause organiche ma a traumi legati all’insicurezza, che è di casa, purtroppo, in questa regione e non solo, dove lo Stato risulta essere più solo sulla carta. 

Quella della sensibilizzazione rimane allora un’opera di apostolato importante che si affianca a quella della cura dei malati estremamente poveri condotta da anni nella parrocchia grazie all’équipe del progetto Nyota (Stella) che prende la sua denominazione dal nome della prima persona presa in cura in parrocchia. Riguardo alle spese i laici italiani sostengono il costo dei medicinali anche grazie alla vendita in Italia di oggetti di artigianato realizzati a Goma e venduti in Italia. 

Grazie al progetto Nyota ,dunque, i laici saveriani di Goma e i laici saveriani italiani trovano un comune campo di azione. Tra le tante esigenze della popolazione, cercano di essere testimoni di fraternità senza confini e di crescere insieme rimanendo uniti nella preghiera.

                                                                                  Paolo, Giovanna, Angela 

Laici Saveriani a Goma

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