La mostra saveriana interculturale rimane ancora ad oggi un evento non ancora diffuso in tutto il territorio.
La mostra è uno strumento di animazione innovativo, creativo in grado di mettere in moto dinamiche: crea rete sul territorio con altre realtà; sensibilizza e affronta temi e valori missionari; permette di entrare in contatto con le scuole e gli insegnanti; promuove nuove relazioni e la conoscenza del Laicato saveriano.
Per intessere nuove relazioni e fare rete con altre realtà è importante chiarirsi sulla continuità del progetto e sull’investimento che si vorrà fare in futuro.
Lo sforzo di fare rete deve essere seguito dalla continuità della proposta. Per questo sarebbe importante trasformare l’esperienza in un vero e proprio progetto.
E’ importante dirsi che l’esperienza è molto dispendiosa a livello di tempo e per la ricerca del luogo di allestimento: è un investimento per cui è necessario essere chiari a livello di gruppo locale, come e se si intende utilizzare lo strumento mostra.
È da considerarsi comunque come un’esperienza che fuori da Salerno necessita il lavoro con altre associazione presenti sui territori locali. Il gruppo di laicato locale, se rimane il solo a gestire la proposta, difficilmente potrà occuparsi del progetto.
La condivisione passa ad analizzare altri aspetti:
-un’equipe nazionale ad oggi rimane difficile da attuare. La proposta è quella di dedicare laboratori appositi durante le convivenze con lo scopo di convergere sul tema. Poi i vari incaricati
possono continuare il lavoro di ricerca anche separatamente;
-il messaggio deve mantenere la specificità missionaria e saveriana e rimanere alla nostra portata: la tematica, se complessa, necessità di formazione e conoscenze che comporterebbero tempi di progettazione incerti;
-si propone di coinvolgere i giovani presenti durante la convivenza. Il loro punto di vista è utile e ci avvicina alle loro esigenze oltre ad arricchire la loro esperienza di convivenza;
-maggior coinvolgimento da parte dell’AMEV
Verbalizzanti Claudio e Stefano