SCHWEITZER

SCHWEITZER: figura immensa, tuttavia poco ricordata, ma che ha dato un contributo fondamentale ai temi dell’etica e del rispetto della vita. La sua esistenza lo ha visto dedito ad impegni e scelte di elevato valore umano, sociale e culturale, quali la teologia, la musica, la medicina; ma anche alla riflessione sull’argomento a lui più caro dopo la dedizione all’umanità: la filosofia della civiltà. Egli comprese che l’amore per il prossimo (il vero fine dell’esistenza ) non poteva avvenire se non sacrificando la propria vita, nel corso della quale ne trasse l’amara constatazione di vivere “in un periodo di decadenza spirituale”, dove “la rinuncia a pensare è una dichiarazione di fallimento” ma anche la forza di combattere per far recuperare “dignità all’essere umano”. La crisi dell’Occidente, dei suoi valori e il vuoto di passioni che caratterizzano l’orizzonte di oggi, sono stati ampiamente anticipati da questo uomo che ha condiviso, in grandezza, il cammino di tolleranza, di non violenza e di inclusione di Gandhi, ricevendo nel 1953 il Premio Nobel per la Pace. A Lambaréné, nell’ospedale la lui costruito, regna ancora oggi la fratellanza e l’uguaglianza: persone di etnie, di religioni e di colore di pelle differenti convivono in armonia e questa forma di rispetto contempla anche animali, fiori e piante. Schweitzer crede nel potere educativo dell’esempio, ed è proprio nel suo ‘comportamento’ e nelle sue parole che trasmette l’insegnamento più grande.
Nota Biografica
Albert Schweitzer nato a Kayserberg il 14 gennaio 1875 in Alsazia (all’epoca tedesca) e morto il 4 settembre del 1965 a Lambaréné nel Gabon, ex colonia francese, è stato una delle più grandi personalità del XX secolo. Grande teologo e pastore luterano, musicista di fama mondiale, lasciò la cattedra di teologia a Strasburgo e la sua brillante carriera di organista, per prestare, accompagnato dalla moglie Helen Bresslau, il suo servizio ai bisognosi come medico e missionario a Lambaréné nell’allora Africa coloniale francese. Infatti, dopo aver letto in un bollettino della Società missionaria di Parigi della mancanza di personale specializzato per svolgere il lavoro in una missione in Gabon, zona settentrionale dell’allora Congo francese, Albert si convinse che era giunto il momento concretizzare il suo impegno di vita cristiano. Un anno dopo, all’età di trent’anni, si iscrisse a Medicina, ottenendo nel 1911 (a trentotto anni) la laurea in medicina con specializzazione in malattie tropicali. Internato in un campo di prigionia in Francia dopo lo scoppio del primo conflitto mondiale in quanto tedesco, fu liberato per uno scambio di prigionieri nel 1919. Da quell’anno si dedicò a tempo pieno alla ricostruzione, grazie ai proventi della sua attività di scrittore e musicista, del proprio ospedale di Lambaréné. Si susseguirono quindi fino al 1959 ben 12 soggiorni in Africa intervallati da viaggi, conferenze, concerti in tutto il mondo, necessari per reperire fondi e finanziare la sua attività benefica. Nel 1953 gli venne conferito il Premio Nobel per la Pace, con i proventi del quale diede vita al centro per lebbrosi Village Lumiere, non lontano dal suo ospedale. Gli ultimi anni trascorsi in Europa, prima del suo rientro in Africa, furono impegnati in una convinta campagna contro la proliferazione delle armi nucleari, che lo vide al fianco di Albert Einstein e altri insigni intellettuali europei. Trasferitosi definitivamente a Lambaréné nel 1959 dopo la morte della moglie, Albert Schweitzer trascorse lì gli ultimi anni della sua lunga esistenza. Morì a Lambaréné all’età di novant’anni nel 1965, circondato dall’affetto e dalla riconoscenza dei suoi malati e collaboratori africani.
La R associata a Schweitzer è RISPETTO per ogni forma d vita, anche la più piccola.
RISPETTO
3
Rispettare la vita è avere per ogni vita lo stesso rispetto che bisogna avere per la propria. Rispettare la vita è sperimentare la vita altrui nella nostra. E’ valutare sempre e in ogni caso positivamente la salvaguardia della vita, la sua promozione ed il suo sviluppo portato al più alto grado; è, al contrario, valutare negativamente in ogni circostanza tutto ciò che distrugge la vita, che la danneggia o che ne impedisce lo sviluppo. Rispettare la vita è superare l’estraneità verso tutti gli altri esseri viventi e condividere la vita e la sofferenza di ognuno. Rispettare la vita obbliga tutti, quale sia la loro condizione di vita, ad occuparsi e farsi carico del destino degli esseri umani e delle sorti della vita che si muove intorno a loro, donando se stessi, come esseri umani, a tutte le creature che hanno bisogno di un essere umano. Rispettare la vita non permette a nessuno di vivere solo per sè. A tutti chiede di dedicare una parte della propria vita al prossimo. Rispettare la vita vuol dire dimostrare per essa amore, dedizione, compartecipazione, slancio verso la gioia; vuol dire liberarsi da uno stile di vita amorfo, estraneo a tutto ciò che ci circonda, o peggio ancora indifferente e insensibile.
L’IMPEGNO CONTRO LE ARMI NUCLEARI
Tra Albert Schweitzer e Albert Einstein vi furono soltanto pochi incontri, e anche scambi epistolari, eppure «i due grandi Albert» del xx secolo, condivisero con intensa passione alcuni sentimenti profondi, ed ebbero sempre la consapevolezza che fra loro esistesse un rapporto speciale. Sapevano, sentivano, di essere uniti da una comune visione della sorte dell’umanità, e in modo tutto speciale da una comune consapevolezza di quanto precaria fosse divenuta la condizione umana per effetto dei progressi della scienza, e del dovere che su di loro ricadeva di «dare l’allarme», con tutta la forza e la credibilità che su loro ricadeva, come grandi saggi del loro tempo.
Entrambi si sono trovati a vivere un’epoca di grandi rivolgimenti e trasformazioni storiche, culturali e sociali. Entrambi, ciascuno nel proprio ambito, hanno rivoluzionato il comune modo di pensare sino ad allora dominante. Entrambi, nati e cresciuti in Germania, hanno vissuto lontano (l’uno in Africa, l’altro in America) dalla loro terra natale compiendo innumerevoli viaggi, ma sentendosi sempre cittadini del mondo. Entrambi hanno posto al centro della loro opera l’essere umano nella sua libertà e dignità, preoccupandosi però, al tempo stesso, del mondo non umano e non prodotto dall’essere umano, entrambi hanno messo in guardia i contemporanei dai rischi e dai risvolti negativi di un cieco e incondizionato progresso scientifico e tecnologico che porta a una situazione di aridità morale e disumanizzazione.
La scienza, con i suoi progressi nel campo della fisica nucleare, progressi di cui lo stesso Einstein si sentiva, sia pure ingiustamente, responsabile, aveva messo nella mano degli esseri umani una potenza distruttiva che non aveva precedenti, che minacciava la sopravvivenza stessa dell’umanità. Sapevano anche, con angosciosa certezza, che ai progressi della scienza non aveva corrisposto un eguale progresso della cultura e dell’etica. I tremendi moniti dei «due Albert» sono validi oggi forse più di quanto fossero quando venivano pronunciati. Un messaggio che è peraltro di allarmante attualità e al quale vorremmo che tutti i governanti, e tutti i popoli, prestassero ascolto.
Così Schweitzer scriveva alla segretaria di Einstein, Helene Dukas, il18 maggio 1957 (Einstein era morto 2 anni prima):
“ … Eravamo concordi nel sostenere l’ideale dell’umanità: lui dal punto di vista della scienza della natura, io dalla parte della filosofia, e per questo ci siamo sentiti, nei nostri tempi, come in reciproca corrispondenza in un modo singolare. Anche l’opinione pubblica ha avvertito questo. A livello spirituale eravamo fratelli. E ci siamo sentiti ancora più vicini. nel condividere la paura per il futuro dell’umanità. Insieme abbiamo vissuto il pericolo causato dallo spaventoso potere della scissione dell’atomo. E quando, poche settimane fa, ho scritto il
4
mio discorso contro gli esperimenti della bomba atomica, l’ho fatto a perenne memoria sua, quasi fosse un compito affidatomi”.
Frasi significative
Il mistero della vita
“L’uomo sente il bisogno di conoscere, cerca di comprendere tutto ciò che lo circonda, giunge agli estremi confini del sapere umano e. alla fine, sbatte sempre contro qualcosa di impenetrabile. Eppure ha un nome: si chiama vita! E’ così misteriosa che, rispetto ad essa, la differenza tra sapere e non sapere è del tutto relativa” (da A.Schweitzer, La melodia del rispetto della vita)
“Noi uomini possiamo tutto e non possiamo nulla: malgrado il nostro immenso sapere, siamo incapaci di creare la vita”. (da A.Schweitzer, La melodia del rispetto della vita)
“L’importante è che l’uomo non accetti semplicemente la sua esistenza come qualcosa di dato, ma la sperimenti come un mistero impenetrabile. L’affermazione della vita è l’atto spirituale per cui l’uomo cessa di vivere senza riflessione e comincia a considerare la vita con rispetto, per poter elevarla al suo vero valore. Affermare la vita significa approfondire, rendere più interiore ed esaltare la volontà di vivere” (da A.Schweitzer, La mia vita e il mio pensiero)
“Sembra quasi uno scherzo incitare gli uomini a qualcosa di così remoto come un ritorno alla riflessione sul significato della vita, proprio in un’epoca in cui le passioni e le follie collettive sono diventate così intense e si sono tanto estese, in cui la disoccupazione, la povertà, la fame sono fatti comuni, in cui il potere viene esercitato sui deboli senza il minimo pudore e nel modo più assurdo, in cui l’organizzazione della vita umana è, in tutti i sensi, fuori luogo. Soltanto quando gli uomini cominceranno a riflettere sul significato della vita, si formeranno le forze capaci di controbilanciare tutto questo caos e miseria”. (da A.Schweitzer, Agonia della civiltà)
Il principio fondamentale: il rispetto per la vita
“Risalivamo lentamente il fiume Ogoueé cercando con fatica i canali in mezzo ai banchi di sabbia. Sedevo assorto sul ponte della chiatta, lambiccandomi il cervello alla ricerca del concetto elementare e universale dell’etica, che non avevo trovato in nessuna filosofia. La sera del terzo giorno, al tramonto, proprio mentre passavamo in mezzo ad un branco di ippopotami, mi balzò d’improvviso in mente, senza che me l’aspettassi, l’espressione rispetto per la vita. […] L’etica non è altro che rispetto per la vita: il rispetto per la vita mi procurò il principio fondamentale, il quale afferma che il BENE consiste nel conservare, assistere, migliorare la vita, mentre distruggere, nuocere e ostacolare la vita è il MALE” (da A.Schweitzer, Rispetto per la vita)
“Il bene consiste alla fin fine nell’elementare rispetto per quel mistero che chiamiamo vita; consiste nel rispetto per tutte le sue manifestazioni, dalle più piccole alle più grandi” (da A.Schweitzer, La melodia del rispetto della vita)
“La vita esige che noi avvertiamo la solidarietà con ogni vita in cui possiamo trovare rassomiglianza con la vita che è in noi” (da A.Schweitzer, Rispetto per la vita)
La forza della musica
“Chiunque abbia sentito almeno una volta nella vita la meravigliosa tranquillità espressa dalla musica di Bach, ha compreso il misterioso spirito che ha qui espresso al sua conoscenza e intuizione della vita attraverso il linguaggio del suono, e renderà così grazie a Bach, quel grazie che si rende soltanto alle grandi anime, a cui è concesso di riconciliare gli uomini con la vita e portare loro pace”
(da A.Schweitzer, Bach, il musicista e il poeta)
La relazione con l’altro è dono di sè e la sua forza è la gentilezza
“Dobbiamo rassegnarci al fatto di essere un segreto l’uno per l’altro. Conoscerci reciprocamente no significa conoscere tutt l’uno dell’altro, ma vuol dire reciproco affetto e fiducia. Non dobbiamo cercare di imporci, di fare breccia nella personalità altrui. Analizzare
5
gli altri è un principio di violenza, perchè esiste un pudore dell’anima che si deve rispettare, come quello del corpo. E’ il dono di se stessi che risveglia le anime. Rendi partecipi quanto più puoi della tua vita interiore i tuoi compagni di viaggio e accogli come un dono prezioso tutto ciò che ti offriranno di loro stessi”. (da A.Schweitzer, Memorie di infanzia e giovinezza)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *