Conoscere il bene fa bene

In questi giorni così bui per la nostra storia mi trovo a riflettere su quanto accade attorno a me.

Questa è la storia di Tamara, lei vive con il figlio di 12 anni in un paese vicino a Kiev, noi la conosciamo perché da ragazzina veniva in Italia con i soggiorni dei bambini di Chernobyl, siamo preoccupati per lei. La contattiamo per capire se possiamo aiutarla in qualche modo. Lei è incerta, vorrebbe partire ma non è una decisione semplice da prendere, lasciare tutto e andare via, sradicare il figlio dalla sua terra, lasciare casa, affetti! Per qualche giorno tentenna un po’, ma la situazione continua a peggiorare così si decide. Parte, diretta a Leopoli ma non sa come fare per arrivare in Italia. Dall’Italia ci attiviamo, qualche telefonata e riusciamo ad avere un contatto con delle persone che sono disponibili a partire con un pulmino per andare al confine con la Polonia a prenderla. Loro contattano altre persone in Ucraina che da Leopoli prelevano Tamara e il figlio e li accompagnano al confine polacco. Ci racconterà che a Leopoli e al confine ci sono molti volontari che accolgono, offrono pasti e alloggi.

I volontari italiani nel loro pulmino caricano anche un’altra mamma con due figli che stava scappando, non sapevano dove andare: il più lontano possibile dalla guerra.

Arrivati in Italia noi accogliamo Tamara e il figlio che per ora saranno alloggiati dal fratello, che però non ha molto posto, ma c’è già qualcuno che si è reso disponibile ad ospitarli. La signora partita con lei trova ospitalità per la notte in un albergo di Padova, una catena di alberghi che accolgono i profughi di passaggio per una notte offrendo cena e colazione gratuiti e per chi vuole contribuire c’è la possibilità di fare un’offerta per lasciare una stanza sospesa per chi ne avesse bisogno.

A Tamara portano borse con la spesa, vestiti; molte persone si rendono disponibili ad aiutarla.

Una storia a lieto fine, perché ho voluto condividerla con voi? Perché ancora una volta mi sono resa conto di quante persone ci sono che fanno il bene…sono moltissime ma non sono visibili. Questa sarà solo una delle tante storie di accoglienza, che stanno succedendo in Italia e in Europa in questi giorni. Questa tragica situazione mondiale ha risvegliato tanta solidarietà e tanta carità nei cuori e, soprattutto, nelle braccia di tante persone. I media ci tempestano di notizie catastrofiche e di fatti di cronaca scabrosi ma poco spazio viene dato alle buone notizie. In questi giorni vediamo il moltiplicarsi di atti di solidarietà, raccolte fondi, medicinali, beni di prima necessità, disponibilità di case per accogliere, auto e pullman che trasportano i profughi lontano dalla guerra! Quante persone che mettono a disposizione il proprio tempo e i propri beni per andare incontro al prossimo in difficoltà.

Credo che come cristiani, testimoni della gioia del Vangelo, dobbiamo impegnarci per far conoscere le cose belle che succedono, dobbiamo far sentire il rumore della foresta che cresce, non solo degli alberi che vengono tagliati. Perché anche noi continuiamo a coltivare e a far crescere in noi e attorno a noi la fiducia e l’Amore per gli esseri umani, che Dio ci mostra con il suo esempio.

Emanuela Buratti

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